Inscalfibile tabù

Schiaffo in faccia a Forza Italia sulle carceri, il governo fa saltare l'emendamento Zanettin

Gianluca De Rosa

Vertice di maggioranza in mattinata al Senato con Nordio e i sottosegretari alla Giustizia. Stralsciato l'emendamento di FI che ampliava la possibilità di accedere al regime di semilibertà. Passa la linea di FdI e Lega: nessun "svuotacarceri"

Dopo il rinvio di ieri questa mattina al senato c’è stato un nuovo vertice di maggioranza tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il viceministro forzista Francesco Paolo Sisto, i sottosegretari di FdI e Lega, Andrea Delmastro e Andrea Ostellari e la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno. Obiettivo: trovare una sintesi su alcuni emendamenti del capogruppo di FI in commissione Pierantonio Zanettin che prevedevano diverse misure deflattive per contrastare il sovraffollamento negli istituti di pena.

 

Ieri durante la riunione serale della commissione gli emendamenti erano stati accantonati in cerca di una mediazione con Lega e FdI contrari a qualsiasi forma di norma “svuota carceri”, un concetto ribadito questa mattina a Repubblica in un’intervista anche dal sottosegretario di FdI Delmastro. Il vertice ha portato ad alcune leggere modifiche agli emendamenti meno impattanti per la detenzione domiciliare dei detenuti ultra settantenni e gravemente malati, è stato invece stralciato l’emendamento più importante: quello che prevedeva la possibilità di accedere da subito al regime di semilibertà per tutti i condannati a pene inferiori ai quattro anni, mentre oggi questa misura è permessa solo per coloro che hanno subito condanne di massimo sei mesi. Inoltre, per i condannati a pene superiori ai quattro anni si diminuiva da metà a un terzo della pena già scontata la soglia per accedere al regime di semilibertà. L’emendamento avrebbe permesso di ridurre effettivamente la pressione sulle carceri. 

 

Da Forza Italia, il capogruppo Maurizio Gasparri rivendica anche di aver ottenuto nella trattativa l’impegno del governo per incentivare le misure alternative per i detenuti tossicodipendeti. Un emendamento presentato ieri dall’esecutivo prevede infatti un finanziamento fino a 5 milioni di euro l’anno (l’1 per cento di quanto si spende oggi per le pene alternative) per “ampliare le opportunità di accesso dei detenuti tossicodipendenti alle strutture sanitarie pubbliche o a strutture private accreditate” e per “incrementare il contingente dei posti disponibili nelle predette strutture” nonché per “potenziare i servizi per le dipendenze presso gli istituti penitenziare a custodia cautelare attenuata”. “In questo modo - dice Gasparri - si risparmiano soldi perché un detenuto in carcere costa 150 euro al giorno, mentre in comunità solo 90”. Basteranno cinque milioni per tutte queste cose?

 

Al termine del vertice comunque si è alzata anche la tensione tra il ministro Nordio e alcuni senatori del Pd, Anna Rossomando e Walter Verini, che erano a Palazzo Madama. In Transatlantico la discussione si è accesa proprio al termine della riunione di maggioranza sul decreto. Il confronto tra il ministro e i due senatori dem ha subito assunto toni duri, tanto che lo stesso Nordio è stato raggiunto dal sottosegretario leghista, Andrea Ostellari e dalla capo di gabinetto del dicastero, Giusi Bartolozzi, che lo hanno 'scortato', facendolo entrare in buvette, con l'obiettivo di far cessare la polemica.