Teresa Bellanova (Ansa)

L'intervista

Bellanova: “Lollobrigida non sia subalterno a Coldiretti. Il Copa? Non è così che si conta in Ue”

Ruggiero Montenegro

L'ex ministra: "Per l’Italia, che in Europa è ai margini, è importante ottenere la presidenza del Comitato europeo delle organizzazioni professionali agricole. Tra poco si tornerà a discutere la Pac. Lollobrigida la smetta con gli slogan. Cerchi una sintesi tra Coldiretti e Confagricoltura"

“Per l’Italia, che  in Europa si è messa ai margini, sarebbe molto importante poter ricoprire almeno quel ruolo. Tanto più ora che si tornerà a discutere la Pac. Tutti devono fare uno sforzo per allentare le tensioni. Anche le istituzioni. Il ministro Francesco Lollobrigida la smetta con gli slogan e faccia la sua parte,  confrontandosi con tutti ma senza  mai essere subalterno”.

L’ex ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova parla della faida tra le organizzazioni del settore agricolo italiano. A settembre il Copa – il Comitato delle organizzazioni professionali agricole – rinnoverà i suoi vertici. Per la prima volta, e con buone possibilità di farcela, c’è un italiano in lizza: Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Ma Coldiretti, che a Lollobrigida è molto vicina, è contraria.

La storia l’abbiamo raccontata ieri su queste pagine: la Coldiretti di Ettore Prandini accusa Giansanti –  che avrebbe tutti i requisiti per diventare presidente del Copa (attualmente ne è il numero due) – di essere “il difensore occulto degli interessi di Big Food” e minaccia proteste nel caso venisse eletto. Affondi che rischiano di affossare la corsa dell’italiano. Tanto più che, nella storia del Copa, mai un italiano è arrivato alla guida degli agricoltori europei. 

“Senza voler entrare nel merito delle divisioni tra le organizzazioni, penso che  tutti dovrebbero lavorare per fare sintesi e stemperare il clima. Si tratta di una grande occasione”,  spiega Bellanova, già presidente di Italia viva, dopo un passato da ministra, sindacalista e  bracciante agricola. “L’Italia, il cui governo è alleato a paesi che sono contro l’Ue, non ha e probabilmente non avrà alcun ruolo nei luoghi in cui si deciderà la prossima Politica agricola comune (Pac). Proprio per questo – aggiunge Bellanova – sarebbe importante avere una presenza di rilievo al Copa, che sarà chiamato a intervenire nelle prossime discussioni”.

Una questione di interesse nazionale. O di sovranismo per usare un’espressione tanto cara al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, che attinge a piene mani dalla Coldiretti per le sue battaglie politiche. “L’indipendenza e l’autonomia vanno preservate. Chi rappresenta lo stato deve ascoltare tutti, senza partigianerie, e poi assumersi la responsabilità di scelte che non sempre portano applausi”. Non è il caso di Lollobrigida? “Finora dal ministro abbiamo sentito solo slogan, più che una strategia di lungo respiro. Eppure la nostra agricoltura è di fronte a scelte importanti, quali temi mettere al centro della prossima Pac. E’ questa la fase in cui si decideranno le politiche per i prossimi anni”. Mentre l’Italia rischia di rinunciare anche a quel poco di influenza che potrebbe avere. “Lollobrigida dovrebbe lavorare per allentare le tensioni tra le organizzazioni, e lo stesso dovrebbero fare anche Prandini e Giansanti”. 

Su quali temi punterebbe Bellanova se fosse al posto di Lollobrigida ai tavoli europei? “Per prima cosa bisogna rendere compatibile, perché è possibile, ambiente e produzione. E poi garantire la produzione di buon cibo a prezzi accessibili per tutti”. Per l’ex ministra  sarà essenziale spingere sui contratti di filiera, gli unici  – spiega – in grado di garantire tutte le realtà che partecipano ai processi produttivi. “E’ l’unica strada. Non si può scaricare tutto sui produttori oppure sulla grande distribuzione, a seconda della convenienza. Individuare il nemico in questo o in quell’altro punto della filiera è un esercizio che può anche soddisfare l’interlocutore del momento, ma non risolve nulla”. 

Il problema, insomma, non sono la farina di insetti o la carne sintetica. “Piuttosto – aggiunge  –  bisogna battersi seriamente per togliere definitivamente dalla discussione europea il Nutriscore – il sistema lanciato dalla Francia, e sostenuto tra le altre dalla Germania, che dovrebbe rivelare attraverso un’etichetta la bontà di un prodotto – . Quello sì che sarebbe un bel problema per le nostre produzioni. Da ministra avevo creato un cartello con altri paesi contro quella misura”.

Torniamo così al punto di partenza. Per influire occorre essere rappresentati nei ruoli di rilievo. E l’Italia che litiga sulla presidenza del Copa è un po’ il riflesso di quella che nel  Parlamento europeo è incapace di fare blocco tra partiti di  maggioranza e opposizione. A differenza di quanto fanno i tedeschi, che in Europa mettono da parte le rivalità interne e incassano presidenze e commissioni in nome degli  interessi nazionali. “Non c’è solo questo. C’è anche la scelta sciagurata e irresponsabile di Giorgia Meloni, che ha deciso con il no a von der Leyen di mettersi fuori da ogni alleanza”. Così, conclude Bellanova, “diventa molto difficile ottenere nomine di peso”. A proposito, ottenere il commissario  all’Agricoltura sarebbe un buon risultato per l’Italia? “Sarebbe certamente importante. Ma onestamente ho molti dubbi, non vedo grandi margini”.