L'intervista
La vendetta di Sangiuliano: "Scrivo un libro sugli errori dei giornalisti e dei politici. Si chiamerà 'Le gaffe degli altri'"
Il ministro della Cultura stanco degli sfottò per gli strafalcioni passa all'attacco: "Raccolgo le inesattezze dei commentatori e degli avversari politici: così ci divertiremo"
"Guardi che c’è anche lei”.
Sicuramente, ministro.
“Una volta in un articolo ha sbagliato una data”.
Probabile.
Segue grassa risata un po’ mefistofelica e molto partenopea. Simpatica. Gennaro Sangiuliano non perdona. Incassa e rilancia. Anzi, di più: il ministro della Cultura indaga, parla con le fonti, riceve segnalazioni, raccoglie elementi e alla fine tac: scrive. D’altronde è un giornalista, no?
Sangiuliano però è stanco di essere spernacchiato per gli strafalcioni che gli causano poi fischi in pubblico e – si presume – malessere all’ego.
“E allora sto raccogliendo tutti gli errori di giornalisti e politici per poi pubblicare un agile libretto”.
E come un personaggio pirandelliano (o era sciasciano?) ha deciso di vendicarsi – bonariamente – in punta di penna. E’ il Conte di Montecristo dello scivolone.
“Il mio libro si chiamerà ‘Le gaffe degli altri’”, dice mentre attraversa il Transatlantico, ossequiato a destra e a manca dai parlamentari del centrodestra. Lo reclamano tutti. Poco interessati alle differenze anagrafiche tra Galileo Galilei e Cristoforo Colombo, alla londinese Times Square, ai tecnicismi del Premio Strega e alla lontana militanza a destra di Dante Alighieri che si risciacquò i panni a Colle Oppio (ma forse era Manzoni). I parlamentari gli chiedono di teatri, cda e iniziative. Il ministro non si sottrae. Ma poi continua a parlare. Tira fuori il cellulare.
Fa i nomi: “Luca Bottura ha confuso un ministro croato con quello di un altro paese. Francesco Merlo ha scambiato Polignano con Putignano e si è inventato la parola innito che non esiste, Paolo Mereghetti sul Corriere ha confuso Gianni Schicchi, quello dell’opera di Puccini, con Riccardo Schicchi, quello di Cicciolina. E vogliamo parlare dei libri di Renzi? Ogni dieci righe un errore: ha collocato una battaglia che si svolse a Pistoia a Firenze per licenza poetica. Il più furbo è stato Gramellini che si è consegnato e mi ha detto: è inutile che cerchi errori, te li segnalo io direttamente”.
Ministro, lei è implacabile. “Ho tante fonti nei giornalisti e nelle redazioni. Conservo tutto e poi ci divertiremo”.
Quindi dopo le vite degli altri, le gaffe degli altri? Risata elettrica sangiulianesca. Il nuovo libretto promette di fare giustizia e di inchiodare le iene dattilografe (come diceva Togliatti o forse era D’Alema) ai loro errori. E’ il nuovo “Diario degli errori” di Ennio (Flaiano) Sangiuliano. Il quale vuole dire insomma che errare humanum est, come sostenne per primo Sant’Agostino. O forse fu Cicerone.