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Far scendere la sinistra da Marte - 5

Una road map per il Pd. Parla il sindaco di Firenze Sara Funaro

Immigrazione, sicurezza, emergenza abitativa, over-turismo. E una spilla per gli ostaggi israeliani

Marianna Rizzini

Nipote di sindaco, psicoterapeuta, Funaro è arrivata a Palazzo Vecchio dopo una campagna tormentata, con centrosinistra diviso. Oggi dice: “Il Pd ha portato un risultato che disegna i contorni di un partito centrale, un partito che secondo me potrà governare, nel 2027”

Eletta sindaco di Firenze in giugno, dopo aver sconfitto il candidato di centrodestra ed ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, e dopo una campagna elettorale tormentata, con il centrosinistra che è andato diviso al primo turno, la quarantottenne Sara Funaro oggi siede sulla scrivania del Comune un tempo guidato dal nonno Piero Bargellini, uno dei sindaci più amati di Firenze. Psicoterapeuta, con lunga esperienza nel sociale in Italia e all’estero (soprattutto in Brasile), Funaro, a 26 anni, si è avvicinata all’ebraismo. Ha ricevuto anche messaggi di minaccia, non le hanno fatto paura.

Da Palazzo Vecchio, oggi, la neosindaca vede la sua città, ma anche un centrosinistra in ripresa, a livello di voti e di energia, dopo i primi due anni all’opposizione del governo Meloni. Momento importante, ma anche delicato: che cosa mettere in cima all’agenda, concretamente, per non perdere l’occasione di essere incisivi? “Il risultato delle amministrative e delle Europee è un segnale importante”, dice Funaro: “Il centrosinistra si è affermato in alcuni grandi capoluoghi ed è cresciuto in termini percentuali rispetto alle Europee precedenti. C’è, di fatto, in questo voto, un’affermazione del Pd e un riconoscimento del lavoro svolto dalla segretaria Schlein e dai sindaci. E il nostro partito, a mio avviso, ha tenuto un posizione chiara, intanto, su temi identitari, per esempio su piano casa, sanità e lavoro, questioni che toccano la pelle dei cittadini”. Ma, dice Funaro, i cittadini “chiedono risposte anche su altro, e su questo dobbiamo incalzare il governo. Meloni è arrivata a Palazzo Chigi facendo una campagna a tappeto su sicurezza e immigrazione, ma mi pare che su entrambi i fronti il governo stia fallendo. Sulla sicurezza non vengono date risposte ai territori né si agisce a livello di implementazione delle forze dell’ordine – che chiedono da tempo un adeguamento dell’organico”.  Sull’immigrazione, dice Funaro, “ci sono questioni che impattano su molti comuni e che Matteo Salvini prometteva di risolvere. E invece non soltanto il problema non è risolto, ma i numeri di chi arriva nel nostro paese sono addirittura aumentati, e però si è disposta una stretta sulla possibilità di avere un riconoscimento legale attraverso il permesso di soggiorno. Ma se alle persone togli il permesso di soggiorno,non è che se ne vanno. La conseguenza è che le persone si inabissano, spariscono, entrano spesso nel circuito della microcriminalità. I sindaci e il Pd devono chiedere conto al governo di questa situazione”.  

Quanto all’emergenza abitativa, dice Funaro, aggravata “dall’over-turismo che pesa su molte delle nostre città, vediamo che il governo investe zero risorse sul contributo-affitto e zero risorse per un piano di edilizia popolare. Per non dire delle città d’arte: non a caso abbiamo riconfermato la nostra battaglia per regolamentare affitti turistici brevi, ma ci serve, a livello più alto, un intervento che permetta di avere griglie di riferimento chiare per regolamentare la materia”. Altra nota dolente, dice il sindaco di Firenze, in questo interpretando la preoccupazione di molti amministratori, “sono i tagli lineari decisi dal governo sulla spesa corrente degli enti locali. Su questo l’opposizione deve contrattaccare, perché sono stati fatti tagli con l’aggravante di  considerare le risorse assegnate via Pnrr, che finanziano per lo più investimenti ma che avrebbero bisogno di risorse correnti. Come se il ragionamento fosse: avete preso più risorse dal Pnrr, e allora vi tagliamo la spesa corrente. Sul comune di Firenze, solo per il 2024, contiamo un taglio di 4, 2 milioni di euro. Siamo riusciti a parare il colpo, ma poi? Dove recuperiamo risorse? Su questo si tenga alta l’attenzione”. In cima all’agenda, Funaro metterebbe anche “il referendum abrogativo sull’autonomia, riforma totalmente ideologica che spacca il paese”.

Si tende a parlare poco, all’opposizione, di crescita e sviluppo. Parolacce? “Macché”, dice Funaro: “Il Pd ne parla e molto. E a Firenze su crescita e innovazione puntiamo non da oggi. Esempio concreto: investimento da 1 miliardo e 700 milioni di euro per la modernizzazione e il completamento della rete di trasporti, in particolare le linee tramviarie. Una risposta che impatta su traffico e sostenibilità ambientale. Abbiamo investito poi sulle scuole e sul circuito di telecamere, e abbiamo attivato una smart city control room, per avere una quantità ingente di dati che possano servire poi a migliorare i servizi per la città. Insomma, se sulle infrastrutture il ministro Salvini parla parla, i sindaci lavorano e portano risultati. E anche sulla parte dei servizi pubblici locali siamo andati molto avanti, avviando il processo per la multi utility per abbattere le tariffe e migliorare l’efficienza”. C’è chi è alle prese con un termovalorizzatore, tema divisivo a Roma, per esempio. “Città diversa per dimensioni  e necessità”. Tornando al centrosinistra: quanto largo, come e con chi. Funaro ha vissuto la questione dal vivo?  “Parto da un presupposto”, dice: “A Firenze siamo partiti da una coalizione che comprendeva sia le forze riformiste sia quelle progressiste. Abbiamo provato ad allargare, poi è andata com’è andata. Alla fine le elezioni sono andate bene, ma dico: le coalizioni si fanno sulla base di progetti condivisi”.

C’è ancora un problema di schiacciamento del Pd sui Cinque stelle? E, per quanto riguarda l’allargamento al centro, hanno parlato, in questi giorni, e in direzione opposta, anche Matteo Renzi e Carlo Calenda. Modello inglese o modello francese? “Il Pd ha portato un risultato che disegna i contorni di un partito centrale, un partito che secondo me potrà governare, nel 2027”. Al sindaco sta particolarmente a cuore, come si è detto, la questione di un turismo che rischia di soffocare le città d’arte. Soluzioni? “Abbiamo fatto una delibera per confermare il blocco ulteriore degli affitti turistici brevi all’interno dell’area Unesco, e chiederò ad alcuni sindaci di grandi capitali europee che vivono lo stesso problema, da Barcellona ad Atene, di venire a Firenze il prossimo dicembre per confrontarci. Ma ora serve un supporto a livello istituzionale. Le nostre città meritano di non vedere stravolta la propria identità. Vigiliamo perché il governo intervenga in materia”.

Funaro ha sempre creduto che la pace si possa costruire attraverso la soluzione dei “due popoli, due Stati”: “Questa è l’unica possibilità per tentare di risolvere il conflitto in Medio Oriente e fare in modo che venga riconosciuto il diritto a esistere di ognuno dei due popoli. Indosserei quindi certamente la spilla per i civili israeliani uccisi (in regalo con il Foglio domani, ndr) e per gli ostaggi rapiti da Hamas, che devono essere liberati subito e tornare alle loro case, e la indosserei per le troppe migliaia di palestinesi uccisi dai bombardamenti che devono cessare. Basta bombe e violenza e si avvii finalmente il processo di pace”.

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.