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Verso il viaggio di Meloni a Pechino: temi e messaggi

Giulia Pompili

La prima missione della presidente del Consiglio dopo l’uscita dalla Via della seta inizia domenica. Una delle missioni più complicate della premier

Nelle prossime ore la Repubblica popolare cinese e l’Italia ufficializzeranno la prima missione di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio a Pechino, che inizia domenica prossima. Una visita di stato a lungo rimandata e che si compie in una fase particolarmente complicata: è il primo viaggio del capo del governo italiano dopo l’uscita dalla Via della seta, il grande progetto d’influenza cinese nel mondo, e Meloni andrà nell’anno in cui ha la presidenza di turno del G7, e a poche settimane dalla sua partecipazione come paese membro al summit della Nato di Washington, quello da cui è stato licenziato il comunicato congiunto più duro nei confronti della Cina – definita un “fattore decisivo” per la guerra della Russia contro l’Ucraina. Meloni ha già più volte rassicurato gli alleati sul “forte messaggio” che porterà a Pechino, soprattutto in relazione al suo rapporto con la Russia. Ma a Palazzo Chigi e alla Farnesina l’obiettivo è quello di trovare un bilanciamento opportuno, senza insomma compromettere il business as usual con Pechino.

Meloni arriverà prima a Pechino, dove lunedì insieme con il premier del Consiglio di stato cinese Li Qiang, aprirà i lavori della settima edizione del Business Forum Italia-Cina, che si terrà nella Grande sala del popolo di piazza Tiananmen. Lunedì sarà probabilmente anche la giornata degli altri incontri istituzionali, e di quello più importante con il leader Xi Jinping. I due si sono incontrati soltanto una volta, al G20 di Bali nel novembre del 2022, quando Meloni era in carica da poco meno di un mese. Da allora sono successe diverse cose: il governo italiano ha cercato di portare avanti un rapporto con la Cina piuttosto amichevole, navigando però attraverso diverse decisioni considerate rassicuranti per gli alleati, ma non proprio benevole per Pechino, come l’uscita dalla Via della seta e l’invio, per la prima volta, di un carrier strike group nell’area dell’Indo-Pacifico. In un ulteriore segnale di rafforzamento, anche politico, delle alleanze e della diplomazia militare con i paesi considerati amici, ieri la portaerei Cavour, che in questo momento sta partecipando alle esercitazioni militari australiane Pitch Black, ha ricevuto a bordo gli ambasciatori dei paesi europei che partecipano agli addestramenti, Francia, Spagna, Germania e il rappresentante dell’Unione europea. Dopo la due giorni a Pechino, Meloni si sposterà a Shanghai, dove avrà un incontro con Chen Jining, il segretario del Partito comunista di Shanghai (un posto fondamentale per aumentare le credenziali nella leadership), che da due anni è membro del Politburo del Partito comunista cinese ed è considerato uno dei politici vicini a Xi più in ascesa, soprattutto a livello diplomatico: ad aprile è stato lui a incontrare per primo il segretario di stato Antony Blinken in una cruciale visita di disgelo in Cina. Da tempo Chen, ingegnere ambientale che ha studiato alla Tsinghua e nel Regno Unito, lavora per trasformare Shanghai in un hub di talenti nel settore scientifico e tecnologico, anche in quelle materie considerate problematiche dai paesi occidentali nella collaborazione con la Cina.  

Con l’America concentrata sulle elezioni, la Cina sta puntando molto sul suo ruolo diplomatico internazionale. L’altro ieri Pechino ha ospitato i colloqui delle fazioni palestinesi tra cui Hamas e Fatah, e ieri il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato a Guangzhou il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, che ha chiarito con la leadership cinese che Kyiv si impegnerà con la Russia solo quando Mosca sarà “pronta a negoziare in buona fede. Ma al momento non c’è questa disponibilità”. Meloni ha assicurato che affronterà la questione con la leadership cinese, forse anche direttamente con Xi, ma il governo italiano ha dato diversi segnali di voler continuare a fare business con la Cina. Due visite di membri del governo nei mesi scorsi hanno preparato il terreno per quello di cui parlerà, e che probabilmente firmerà, Meloni nei prossimi giorni: la visita del ministro degli Esteri Antonio Tajani a settembre 2023 a cui è seguita quella del ministro del Commercio Wang Wentao in Italia a maggio, e soprattutto la missione a Pechino del ministro delle Imprese Adolfo Urso neanche un mese fa.  Ieri Reuters ha scritto che si prevede la firma di accordi commerciali e industriali bilaterali tra Italia e Cina, forse anche nel settore automobilistico. 
Giulia Pompili 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.