Borghi, Soumahoro e la doppia (falsa) propaganda sull'assegno unico

Enrico Cicchetti

La Commissione europea deferisce l'Italia alla Corte di giustizia Ue perché il sussidio è "discriminatorio". E scatena due campagne, uguali e contrarie: antieuropea l'una, antigovernativa l'altra. Ma entrambe fuori fuoco. Il punto del prof. Saravalle

Cos'hanno in comune il senatore della Lega Claudio Borghi e Aboubakar Soumahoro, deputato ex Avs e oggi leader di “Italia Plurale”? Due propagande uguali e contrarie, che sfidano il buon senso partendo da posizioni politiche opposte. Ma partiamo dall'inizio. Ieri la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue per l’assegno unico e universale per i figli a carico, un sussidio per le famiglie attivo in Italia dal marzo del 2022, che, secondo Bruxelles, discriminerebbe i cittadini di altri stati membri che lavorano in Italia. In base al regime di assegni familiari per i figli a carico introdotto nel 2022, infatti, i lavoratori che non risiedono da almeno due anni in Italia, o i cui figli non risiedono in Italia, non hanno diritto a ricevere il beneficio. La Commissione ritiene che “questo schema non sia compatibile con il diritto dell'Ue in quanto discrimina i lavoratori mobili dell'Ue” che “pagano le stesse tasse dei lavoratori locali” e dunque “hanno diritto alle stesse prestazioni di sicurezza sociale”.

 

Per provare a orientarci nelle norme europee chiediamo ad Alberto Saravalle, professore di Diritto dell'Ue all'Università di Padova. “Molto probabilmente alla Commissione verrà data ragione. Il criterio della residenza è discriminatorio, presupporre la residenza per accedere al bonus è una violazione del diritto europeo”, dice il professore. "La Commissione, del resto, oberata com'è sceglie attentamente quali procedure portare avanti, spesso quelle con valenza politica".

 

Ma cosa c'entrano in tutto ciò Borghi e Soumahoro? Aprite X, l'ex Twitter, e digitate "assegno unico" nella barra di ricerca. I primi due post che vedrete sono i loro. Sotto alla foto di un articolo di Repubblica sul caso, il leghista scrive: “Nel caso non si fosse capito in pratica vogliono che diamo l'assegno unico anche a tutti quelli appena arrivati col barcone. [...] Ci vuole MENO Europa”.

  

Mentre il sindacalista, condividendo lo stesso articolo di Rep., sostiene che “Meloni, negando l’assegno unico universale ai migranti, trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia Ue per discriminazione".

  

Entrambi, insomma, sfruttano la notizia per fare propaganda, ognuno cercando di tirare acqua al proprio mulino: antieuropeo l'uno, antigovernativo l'altro, contro i migranti il primo, in loro difesa il secondo. "Nel caso di Borghi, o il senatore non sa bene di cosa parla, oppure lo fa in malafede", aggiunge il prof. Saravalle. "Usava la stessa logica quando attaccava l'euro, all'epoca del governo gialloverde. Mentre Soumahoro sbaglia a parlare di migranti, lasciando intendere si tratti di cittadini extracomunitari. Qui invece si tratta di 'lavoratori mobili' che appartengono all'Unione, come si può leggere dal testo della Commissione. È chiaro che si parla di soggetti stabiliti in Ue. Per fare un esempio, potrebbe trattarsi di un lavoratore che risiede a Mentone ma lavora a Ventimiglia. O di professionisti che non hanno un posto di lavoro localizzato ma lavorano da remoto con smartphone e portatile". Altroché barconi, insomma.

Inoltre Soumahoro sbaglia anche il destinatario delle sue critiche: se la prende con il governo Meloni, che è in carica dall'ottobre 2022, ma la legge che istituisce l'assegno unico è stata approvata in Senato a fine marzo dello stesso anno, quindi circa sei mesi prima, quando presidente del Consiglio era Mario Draghi.

 

"In base al principio di parità di trattamento", conclude Saravalle, "i lavoratori mobili dell'Ue che lavorano in Italia senza risiedervi, o quelli che si sono trasferiti da poco in Italia o coloro i cui figli risiedono in un altro stato membro, dovrebbero ricevere le stesse prestazioni familiari degli altri lavoratori in Italia. Per questo ritengo che vincerà la Commissione". 

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti