E ora in Liguria?

Presidente Orlando? A sinistra tutti cercano l'ex ministro per il dopo Toti

Gianluca De Rosa

L’ex ministro Pd in pole. Piace a Schlein e Conte e anche Renzi lo sosterebbe, Ma per candidarsi lui vuole essere certo di vincere. Urge una coalizione extralarge

“Andrea Orlando? Personalmente non metto veti nei confronti di nessuno”. Anche Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato, ma soprattutto ex candidata del centrosinistra alle regionali in Liguria, non esclude la candidatura del deputato Pd per il dopo Toti. Non una cosa da niente visto che il rapporto tra i due, personalità influenti da queste parti, non è propriamente idilliaco. A sinistra però, c’ è poco da fare, quando Giovanni Toti ha annunciato le sue dimissioni e si è capito che entro tre mesi si tornerà al voto, gli occhi di tutti si sono direzionati verso Andrea Orlando, l’unico tra gli ex ministri dei governi Pd, oltre che influente capo corrente, rimasto senza un incarico di prestigio. Peccato però che Orlando, proprio in quelle ore, fosse in volo, di ritorno da una missione parlamentare in Cina.  Schlein comunque lo spinge, Conte, che ieri ha pranzato con la segretaria Pd, lo stima e persino Matteo Renzi, con cui i rapporti non sono facilissimi, ha apprezzato il suo silenzio sul suo ritorno nel centrosinistra e sarebbe pronto a sostenerlo.

 

Per tutti però per adesso la parola d’ordine è una sola. Non “vincere”, ma, più semplicemente “tavolo di coalizione”. Saranno i segretari regionali a doversi riunire per trovare una quadra su un programma comune. Bisogna costruire un campo larghissimo, un’alleanza extra large. Pd,M5s, Avs, Iv, Azione… Lo pretende lo stesso Orlando che, se si candida, giustamente vuole vincere. E però perché ciò sia possibile bisogna superare i veti incrociati. Per adesso quello già venuto fuori è quello di Avs e dell’ex candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa proprio sui renziani e su Paita. Soliti problemi tra le alchimie della politica nazionale e le inimicizie (o il loro contrario) di quella locale. Siamo d’altronde nella regione in cui mentre Carlo Calenda stigmatizzava la piazza per chiedere le dimissioni di Toti, i consiglieri locali e coordinatori di Azione erano in piazza con Conte, Schlein  e Fratoianni proprio per chiedere le dimissioni del governatore. Se Orlando dovesse saltare, comunque, c’è solo un altro nome possibile: quello della senatrice Pd ed ex segretaria della Cisl Anna Maria Furlan
 

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