Il caso

Schlein, calcio e Borsa: dopo l'abbraccio con Renzi un tour di ascolto della finanza a Milano

Simone Canettieri

La Partita del cuore voluta dalla Rai è stata un assist per il campo larghissimo del centrosinistra. Adesso la segretaria del Pd prova la svolta: a settembre avrà una serie di incontri con i manager italiani accompagnata da Misiani

Il pallone e la borsa. Non quella consigliata dall’armocromista, bensì l’altra, quella con la B maiuscola: la Borsa di Milano. La mutazione di Elly Schlein, almeno nella autorappresentazione, passa due fasi. La prima è quella della Partita del cuore con l’abbraccio a Matteo Renzi. La seconda arriverà a settembre quando incontrerà a Milano pezzi di mondo economico-finanziario.  

   
Ma è meglio fare un passo indietro. La Partita del cuore, quella che ha suggellato l’accordo di non belligeranza con Italia viva nasce, quando si dice il caso, da un “favore” della famigerata TeleMeloni. All’inizio infatti la partita de L’Aquila non prevedeva la presenza di donne in campo contro la nazionale cantanti, ma poi la produzione esterna dell’evento ha proposto di allargare il match anche alle donne. E quindi a Schlein, da schierare in campo con Giuseppe Conte e Matteo Renzi. E’ un’apertura di buon senso perché il prodotto ovviamente funziona: se ne parla, produce clip, articoli, speculazioni, vola sui social. E soprattutto permette ai protagonisti di ottenere il risultato mediatico che volevano.

Il primo è Matteo Renzi, certo. Racconta Angelo Bonelli, leader dei Verdi: “Appena è entrato nello spogliatoio, prima di scendere in campo, Renzi ha iniziato a voler scattare foto di gruppo con noi del centrosinistra. Mi ha chiesto di inserirmi in un selfie, gli ho detto di no e una foto l’ho scattata io a loro”.

Più importante e ampio l’obiettivo raggiunto da Schlein: si è prestata ad abbracci e forse alla foto dell’estate, con un’idea chiara in testa: quella di rafforzare la sua leadership nel centrosinistra XXL senza temere l’abbraccio di Renzi visto che con lei il Pd è già così connotato a sinistra da temerne certo la renzizzazione (pensate se quella foto l’avesse scattata Stefano Bonaccini segretario del Pd). Alla fine, dunque, è stata TeleMeloni a dare l’assist alla creazione di un campo larghissimo.

 

Piccolo dettaglio non banale: da quel momento la segretaria del Pd non parla, non commenta le prospettive del nuovo rapporto con Italia viva e alla fine non sta subendo nemmeno una incisiva fronda interna. Ha deciso, evita l’esposizione mediatica e va avanti. Lasciando a Renzi la ribalta. Schlein, da quanto risulta al Foglio, da settembre inizierà un discreto tour di ascolto a Milano con i manager della finanza e dell’economia. Mondi finora distanti dalla segretaria molto più attenta a connotarsi fin qui sulla scacchiera dei diritti e dell’antifascismo. In questo giro sarà accompagnata da Antonio Misiani, responsabile economico del Pd e già sottosegretario in Via XX Settembre. E’ un modo per accreditarsi come alternativa di governo: una svolta.

 

Sarà uno snodo importante per chi è percepita ancora troppo legata solo alle istanze della Cgil. Schlein pensa che tra la finanza (banche comprese) e Giorgia Meloni non sia scoccata la scintilla. E quindi vuole insinuarsi in questo pertugio proprio perché ormai ha in testa, lei e chi la consiglia, solo una cosa: arrivare a Palazzo Chigi. Ma è davvero così? Marco Osnato, uomo forte di Fratelli d’Italia in Lombardia e nel Veneto nonché presidente della commissione Finanze della Camera spiega: “Banche e finanza? E’ un rapporto che c’è con le seconde linee, ma che ancora, se devo essere sincero, non è esploso. Molte istituzioni, penso alle fondazioni, vengono dalla Dc e guardano a una sinistra moderata”. E qui Schlein cerca il gol, a Milano, sperando che questa volta non le sia annullato per fuorigioco.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.