Giuseppe Conte ed Elly Schlein - foto Ansa

Passeggiate romane

Campi larghi cercansi. Il Pd crede a Renzi sulla fine anticipata della legislatura

A sinistra ci si organizza per le regionali d’autunno, ma il lavoro da fare è ancora tanto: il campo largo ha ancora qualche problema a livello nazionale a causa del gran fermento in corso tra Grillo e Conte

Il campo largo si organizza, ma con prudenza perché, nonostante l’accelerazione di Matteo Renzi, c’è ancora molto da fare. Certo, sulle prossime regionali, in cui i partiti d’opposizione andranno tutti insieme appassionatamente, c’è grande ottimismo, anche se qualche problemino non manca. In Emilia Romagna i giochi sono fatti. In Liguria il candidato è Andrea Orlando. Persino Matteo Renzi, che non lo ha certo in simpatia, è disposto a votarlo, ma Ferruccio Sansa fa qualche resistenza.
 

Il Movimento 5 stelle, insomma, non ha ancora sciolto del tutto le riserve, anche se l’ex Guardasigilli assai amato dai giudici di Genova non perde l’occasione per dire che bisogna fare in fretta. Anche in Umbria si è quasi in dirittura d’arrivo, perché lì c’è grande aspettativa di riprendersi una regione che era finita in mano alla destra. La candidata ideale per tutta la coalizione alternativa alla maggioranza di centrodestra è Stefania Proietti, l’attuale sindaca di Assisi, nonché presidente della provincia di Perugia. Ma Proietti non ha ancora sciolto la riserva e chi ci ha parlato in questo weekend ha spiegato che la sindaca è veramente molto tentata di restare ad Assisi, anche se alla fine potrebbe prevalere il senso di responsabilità.
 

Ma il campo largo ha ancora qualche problema anche a livello nazionale. Nei 5 Stelle infatti c’è un gran fermento, come è noto. E tutti aspettano di capire se Beppe Grillo farà una delle sue mosse a sorpresa per spiazzare Giuseppe Conte e metterlo all’angolo. Quel che è certo è che c’è un gran movimento di Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. Quella è una partita che si giocherà in autunno, ma nel Pd la situazione viene monitorata in continuazione perché, nonostante Elly Schlein non abbia un grande feeling con Giuseppe Conte, è convinta che l’ex premier seguirà la strada del campo largo al contrario degli altri possibili suoi rivali nella leadership del Movimento. Quel che però impensierisce la segretaria del Partito democratico è che Conte le ha spiegato che comunque lui per riuscire a far trangugiare a tutto l’elettorato un’alleanza vasta non può certo accettare che venga preso a bordo Matteo Renzi. Per cui se formalmente dice che non ci sono veti, in realtà quel veto resta. Mentre potrebbe cadere quello su Carlo Calenda, nonostante il leader di Azione continui a essere tutt’altro che tenero nei confronti di Conte.
 

La verità però è che anche dentro il Partito democratico l’apertura di Schlein a Renzi non è piaciuta. Per primo a Goffredo Bettini, che pure è stato l’ideatore dell’apertura dell’alleanza per l’alternativa al centro. E dentro il Partito democratico si guarda anche con una certa perplessità alle mosse di Schlein rispetto agli altri alleati. Secondo un pezzo del Pd, il fatto che si vada alle elezioni regionali con due candidati di stretta osservanza dem e con un’altra (la sindaca di Assisi) indipendente ma comunque molto vicina al partito, contribuirà ad alimentare il nervosismo dei 5 Stelle che rischiano di trovarsi con un pugno di mosche in mano, perdendo voti in tutte e tre quelle regioni. Comunque, se Matteo Renzi viene ritenuto poco affidabile dal Pd (la stessa segretaria lo utilizza ma non ci fa conto) in una sola cosa il leader di Italia viva viene invece creduto senza se e senza ma dai dem: quando profetizza la fine anticipata della legislatura. La dirigenza del Partito democratico ci ha fatto la bocca e si sta già pensando in grande anticipo alle liste per le elezioni politiche.