Al centro la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte - foto Ansa

Far scendere la sinistra da Marte/ 7

Ecco l'agenda dell'opposizione. Parla la sindaca di Campobasso

Marianna Rizzini

Infrastrutture, sanità, scuola. "La mia vittoria ha visto prevalere le forze progressiste che si sono unite sui temi della politica sociale e della difesa del nostro territorio". Parla Marialuisa Forte

Eletta a fine giugno — prima sindaca di Campobasso — alla testa di una coalizione larga anche se non larghissima (Pd, M5s e Avs senza centristi), di professione dirigente scolastico, Marialuisa Forte ha vinto la competizione con l’avversario di centrodestra Aldo De Benedittis in un momento di ripresa del centrosinistra. Dalla sua regione, il Molise, che cosa metterebbe la neosindaca in cima all’agenda dell’opposizione, perché sia costruttiva e incisiva? “La mia vittoria”, dice Forte, “ha visto prevalere le forze progressiste che si sono unite sui temi della politica sociale e della difesa del nostro territorio”. Difesa del territorio che passa ora per il referendum. “Sabato scorso ho partecipato, come tanti sindaci italiani, alla raccolta firme per il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata”, dice la neosindaca di Campobasso, “perché ritengo che sia ora una priorità per tutto il centrosinistra fermare questa legge scellerata che spacca in due l’Italia. Pensiamo ad alcune aree interne: si rischia davvero di creare cittadini di serie A e di serie B”.
 

Al Molise, per ragione storiche e politiche, sono mancati i grandi investimenti che sono arrivati a Nord: “È chiaro”, dice Forte, “che da noi l’autonomia scenderebbe come una mannaia, privandoci di alcuni servizi essenziali”. Altro tema, per Campobasso e non solo: “Pensiamo alla situazione della Sanità. È vero che in Molise siamo pochi, ma è anche vero che abbiamo un territorio difficile. Non sempre un ospedale è raggiungibile in tempi utili. Si gioca con la vita e con il diritto alla salute delle persone. E a questo problema se ne lega un altro: in alcuni paesi la stazione c’è, ma è diventata un deposito di treni”. Vuole dirlo al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini? “Diciamo che prima del ponte c’è altro da fare”, dice Forte. “La nostra regione è governata dal centrodestra e dobbiamo, pur in maniera costruttiva, avviare un dialogo serrato per avere quello che ci spetta. Faccio un esempio: in Molise viene privilegiata la zona costiera. Ecco, sarebbe ora di riequilibrare”.
 

C’è un tema di infrastrutture, ma anche di crescita. “Lo sviluppo, la crescita”, dice Forte, “erano al centro del nostro programma elettorale. Campobasso ha saputo intercettare molti fondi del Pnrr, ci sono lavori avviati che cambieranno il volto della città e non solo dal punto di vista urbanistico: riqualificare i luoghi significa ridare nuova vita, nuove finalità e nuove speranze. Ma purtroppo anche sul Pnrr scatteranno tagli indiscriminati, a scapito soprattutto dei giovani”. Che cosa chiedono per restare? “Un lavoro e la qualità della vita. Spesso partono attirati dall’idea di una vita diversa. La speranza per restare si dà con lo sviluppo, e qui grandi motori di crescita e occupazione sono cultura e turismo”. Ci sono ragazzi che però oggi tornano e fondano associazioni, pur continuando magari a lavorare per aziende del nord in smartworking, racconta il sindaco. “Li incontrerò settimana prossima, per ascoltare le loro richieste”.
 

La coalizione con cui Forte ha vinto non comprendeva Matteo Renzi e Carlo Calenda. Quale modello piace alla sindaca: modello Starmer o modello francese? “Nella nostra alleanza Renzi e Calenda non c’erano, ma in città erano comunque poco rappresentati. In ogni caso io penso che gli elettori premino le forze unite attorno a valori e obiettivi. Noi abbiamo costruito un programma che rispecchiava varie visioni progressiste, e a questo ci stiamo attenendo, anche allargando ad altre forze, ma senza prescindere da certi valori e certi principi. I temi sociali sono al primo posto. Un sindaco deve tenere al decoro, ma prima vengono le persone”. Forte ha vinto in coalizione con l’M5s. Non c’è un pericolo di schiacciamento? “Non bisogna avere preclusioni. Prendo il reddito di cittadinanza: poteva essere modificato, ma forse partendo dalla consapevolezza che, specie in alcune regioni, una qualche forma di sostegno alle categorie più deboli deve esistere”. Ma l’allargamento al centro lo vede possibile, la sindaca Forte? “Sì, a partire da autonomia differenziata, battaglia sui diritti e libertà d’informazione”.
 

Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Qualche pericolo di involuzione c’è”. Sulla scuola, tema che Forte conosce bene per professione, c’è invece il rischio, dice, “che il percorso d’istruzione smetta di essere anche ascensore sociale, come invece è stato in passato, quando la scuola rendeva reale l’eguaglianza sostanziale di cui parla la Costituzione. Figuriamoci con l’autonomia differenziata”. In quale direzione muoversi? “Si lavori sulla formazione dei docenti, in modo che a loro volta aiutino i giovani ad acquisire competenze”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.