il colloquio
Risso (Confindustria Genova): “In Liguria la destra punti su un uomo del fare, in continuità con Bucci e Toti”
Il presidente degli industriali genovesi: "Il lavoro sulle grandi opere va completato. Chiunque vinca non butti via quel che è stato fatto"
“Le priorità sono sempre le stesse e noi imprenditori quel che vogliamo è una cosa sola: continuità”. Il presidente di Confindustria Genova Umberto Risso commenta così col Foglio la prospettiva che a destra, dopo la caduta dell’amministrazione di Giovanni Toti in Regione Liguria, ci si rifugi in un candidato civico. “Non ho la più pallida idea di chi candideranno alla fine, ma l’idea dell’uomo o donna del fare è una prospettiva che mi piace. Spesso rispetto ad altri territori ci siamo abituati male da questo punto di vista. E invece credo che l’asse Bucci-Toti sia stato un esempio di quando le cose si riescono a fare. Al di là dei contenuti dell’inchiesta, bisogna recuperare quell’eredità. Perché lo ripeto, molte, troppe opere devono essere completate e c’è bisogno di una grande operazione di continuità amministrativa. Chiunque vinca”.
La ricerca del “candidato civico” del centrodestra, dopo il diniego del viceministro leghista Edoardo Rixi, in realtà procede piuttosto a rilento. Questo perché anche nel mondo delle professioni, della società civile, il trattamento riservato al presidente uscente, costretto a dimettersi per poter (forse) riacquistare la libertà, ha destato un certo scalpore. Anche perché la difesa della coalizione non è stata così strenua come ci si aspettava. E in più i sondaggi non sono troppo lusinghieri: secondo uno di questi che ha iniziato a circolare nelle scorse ore, il centrosinistra parte da un vantaggio di otto punti. Così il presidente dell’Ordine dei medici della Liguria Alessandro Bonsignore con una lettera al Secolo XIX s’è tirato fuori dalla corsa. E grande circospezione avrebbe mostrato anche il rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino. Ciò detto, come spiega ancora Risso, “l’importante è che, anche nella prossima campagna elettorale, la politica parli meno della politica fine a se stessa. E più delle priorità della Liguria. Che sono sempre le stesse: infrastrutture, collegamenti e completamento delle grandi opere”. E’ proprio la situazione legata alle opere che fa guardare alla contesa politica chiedendo risposte pragmatiche: “La Liguria ha bisogno di portare avanti soluzioni e strutture. Penso alla diga foranea, che deve essere completata. Ma anche alla situazione del porto, che dopo l’inchiesta vive una fase di stallo. Sarebbe bene che anche lì si intervenisse per sbloccare la situazione e il ministero dei Trasporti nominasse un nuovo presidente dell’Autorità portuale”. Ma l’altra parte, che si muove in parallelo, è anche “il completamento delle opere finanziate con il Pnrr. E’ chiaro che non ci possiamo permettere di perdere altro tempo”, spiega ancora Risso.
A ogni modo se il binomio Bucci-Toti ha dimostrato di funzionare nell’offrire un modello di sviluppo alla città, il rischio è che si ritorni indietro: a un’alternativa radicalmente opposta che rifugge la costruzione di opere che tutta la Liguria aspetta da decenni. “Ma per fortuna il sindaco Bucci è nella piena operatività a livello amministrativo, anche questa mattina l’ho sentito”, racconta il presidente degli industriali genovesi. “Io credo, piuttosto, che il problema sia un altro. Anche nel caso vinca l’altro schieramento si deve avere il coraggio di non ribaltare tutto. E di ripartire dai progetti che non servono alla destra e alla sinistra, ma alla cittadinanza, alla comunità. E invece la tendenza è quella di fare tabula rasa delle situazioni che si ereditano. E’ quel che succede, ad esempio, a livello nazionale. Ed è la ragione per cui in questi anni non siamo riusciti a elaborare una vera politica industriale o energetica”. In definitiva, quindi, possiamo dirlo, gli imprenditori genovesi e liguri si aspettano che non venga meno l’eredità del cosiddetto “Modello Genova”. “Abbiamo bisogno che non sia disperso il lavoro e le risorse che sono state spese durante questi anni”, conclude ancora Risso. “Per questo abbiamo bisogno di uomini o donne del fare”.