l'intervista
“Da Meloni reazione spropositata. La pagherà in Ue” . Parla López Aguilar, l'uomo del report sull'Italia
“Il rapporto sullo stato di diritto? Un rituale ingigantito dalla premier”, dice l'eurodeputato ed ex ministro socialista spagnolo. Che nel mandato appena scaduto ha collaborato alla stesura del documento che ha suscitato l’ira della presidente del Consiglio
Bruxelles. La lettera sfogo di Meloni a von der Leyen è “una reazione spropositata e irrituale a un rapporto periodico e obiettivo”, spiega al Foglio l’eurodeputato socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar, ex presidente, fino a una settimana fa, della commissione Libertà civili dell’Eurocamera, che nel mandato appena scaduto ha collaborato alla stesura del rapporto che ha suscitato l’ira della premier italiana. Il rapporto sullo stato di diritto è “un esercizio rituale, con criteri stabiliti che mira ad analizzare non soltanto lo stato generale della democrazia in tutta l’Ue, ma soprattutto a fornire un’analisi dettagliata per ogni stato membro. E’ da cinque anni che abbiamo fissato le sue regole, con dibattiti nella commissione che ho presieduto e in plenaria a Strasburgo”, spiega López Aguilar, che prima del suo arrivo all’Eurocamera fu ministro della Giustizia del primo governo Zapatero.
“Sia chiaro, questo rapporto non è fatto per far piacere a nessuno; non è un testo compiacente né lusinghiero. La parte sul pluralismo mediatico normalmente è scomoda per molti stati membri, specie quelli in cui la situazione di controllo governativo sui media risponde a una strategia di restringimento dello spazio pubblico, della società civile e della libertà dei media”. “In questo quadro ci sono sviluppi in Italia che destano la preoccupazione della Commissione europea”, sottolinea l’eurodeputato spagnolo, che è stato anche il relatore di uno dei testi più combattuti e controversi del Patto migrazione e asilo, finalizzato nella legislatura europea conclusa questo luglio.
Sulle accuse di Meloni sul fatto che il rapporto si basi su fonti fuorvianti e su analisi dei media dell’opposizione, López Aguilar ricorda come a Bruxelles “tutti abbiano letto in giornali ben informati e di massimo rispetto che l’offensiva al pluralismo mediatico del governo Meloni è ancora più aggressiva di quella dei governi Berlusconi, che, si badi bene, era un tycoon dei media e quindi di per sé un gigante dell’accentramento mediatico”.
La lettera di Meloni però più che sul rapporto sembra concentrarsi sull’uso che ne hanno fatto le opposizioni. “Il fatto che in Italia il rapporto sia stato usato dalle opposizioni per attaccare il governo rientra nella normale dialettica politica – prosegue lo spagnolo – Sono certamente contenuti che si prestano al dibattito politico e ci sono sempre diversi punti di vista, reazioni contrastanti. C’è chi sostiene che sia esagerato e chi invece crede che non dica abbastanza. Si capisce che quando c’è un capitolo particolarmente critico su un governo, il governo in questione possa ritenere che le fonti usate siano di parte. Non è strano essere in disaccordo con i contenuti, quello che è strano è la totale sproporzione della reazione”, continua López Aguilar.
Reazione che infatti non è quanto Bruxelles si aspettava. “Dagli stati membri ci si aspetta che facciano il loro dovere, prendano nota degli aspetti segnalati e si rimbocchino le maniche, non che si mettano a gridare contro un rapporto ‘fuorviante e cattivo’”, aggiunge l’eurodeputato. Ora spetta a von der Leyen formulare una risposta alla premier italiana, e López Aguilar fuga i dubbi che la lettera possa cadere nel vuoto: “Sì, ci sarà una risposta, c’è sempre una risposta, specie se una lettera viene da un capo del governo. Von der Leyen deve rispondere, ma credo che sarà una risposta cortese ma formale, una risposta che dovrà ribadire il principio di un regolamento che è vincolante per tutti”, aggiunge l’ex ministro.
Se Meloni pensava, con la sua lettera, di aprire un canale di comunicazione privilegiato con la presidente della Commissione Ue, per López Aguilar le cose sembrano andare in direzione opposta. “Questa lettera allontana ancora di più Meloni dalla maggioranza Ursula, fatta di Socialisti, Verdi, Liberali e Popolari, e dalla presidente della Commissione stessa. Appare evidente che Meloni abbia scelto la sua strada, non quella della cooperazione con la maggioranza europea, ma quella di rincorrere i gruppi di estrema destra nazionalista”.