La partita in liguria
L'Orlando dubbioso. In Liguria il candidato è lui. Ma se perde? Il nodo Renzi
Il nome voluto da tutti in al posto di Giovanni Toti è il suo, ma la sconfitta elettorale è un pericolo. L'ex ministro cerca di ampliare la coalizione includendo Italia Viva, che però governa a Genova con Bucci, cosa che non piace a M5s e Avs
Cosa turba i sonni dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando? Sulla carta tutto sembra essersi perfettamente allineato, pronto per fargli ottenere il ruolo che da molti è considerato lo sbocco naturale della sua carriera politica. Può contare su un campo largo pronto a sostenerlo e su un centrodestra sconquassato dalle dimissioni di Giovanni Toti e spiazzato dalla non disponibilità a candidarsi del viceministro leghista Edoardo Rixi. Eppure Orlando ha paura di perdere. L’altro ieri l’ex ministro ha incontrato Schlein che gli ha confermato l’intenzione di candidarlo, può contare sia su Avs che sul M5s, anche in virtù della sua amicizia con la governatrice della Sardegna Alessandra Todde, pronta ad aiutarlo in prima persona nella campagna elettorale.
Orlando sa fare i suoi calcoli politici, come San Tommaso vuole vedere, toccare. Non perché sia in dubbio la sua candidatura. Per certi versi, anzi, sa che quasi non può dire di no: è alla sua quinta legislatura in Parlamento, nonostante lo statuto del Pd ne preveda massimo tre, con deroghe in questi anni solo per big e i ministri. Ma il timore che nelle prossime liste Schlein dica “basta” è concreto. Lo scenario peggiore, quello di una sconfitta a ottobre, porterebbe uno dei principali capicorrente del Pd relegato al ruolo di capo dell’opposizione in Consiglio regionale in Liguria, troppo lontano dalle dinamiche nazionali.
Orlando vuole essere sicuro di vincere e sogna una coalizione più larga possibile, che comprenda anche Italia Viva e la sua coordinatrice nazionale Raffaella Paita, ex candidata del centrosinistra in regione. Ma il partito di Renzi governa a Genova insieme al sindaco di centrodestra Bucci, cosa che non piace a M5s e Avs. Per cui le parole di due giorni fa dell’ex ministro – “bisogna rompere con il modello Toti-Bucci” – sembrano quasi un messaggio al suo ex premier. Un’uscita di Iv dalla giunta Bucci potrebbe essere un modo per unire tutti. O almeno, così spera Andrea Orlando.