Il colloquio
Mondini (Confindustria): “Per la Liguria la destra scelga la continuità. Serve un Bucci. Toti ha lavorato bene”
Il presidente degli industriali liguri: "Il sindaco di Genova, che viene dalla società civile, è stato un modello per andare oltre gli schemi politici classici. La vivacità della giunta regionale non va dispersa"
“Il modello Genova in questi anni ha dimostrato di funzionare. Ecco perché in Liguria bisogna ripartire dalla continuità: deve essere un principio inderogabile”. Il presidente di Confindustria Liguria Giovanni Mondini colloquiando col Foglio cerca di essere il più chiaro possibile: “L’ipotesi che il centrodestra candidi un civico? Ben venga. C’è bisogno di figure alla Marco Bucci, il sindaco di Genova, che ha dimostrato di saper lavorare molto bene. All’epoca la sua scelta fu un bel segnale perché oltrepassò gli schemi politici classici, aprendo a mondi nuovi. E’ un discorso che può valere tanto per il centrodestra quanto per il centrosinistra. Noi siamo pronti a interloquire con tutti”.
La premessa di questa chiacchierata con Mondini, vicepresidente del colosso petrolifero Erg, è che “il giudizio sull’operato della giunta Toti, al netto della vicenda giudiziaria su cui ci si potrà esprimere solo una volta conclusa, è positivo. Da quando sono presidente di Confindustria, prima Genova e poi Liguria, ho trovato sempre una grande disponibilità ad ascoltare il mondo industriale e imprenditoriale. E anche nella gestione dei fondi europei la Regione ha ben performato in questi anni. Abbiamo ritrovato una vivacità che non va dispersa”. E invece subito, già dall’arresto di Toti fino all’epilogo delle dimissioni arrivate la scorsa settimana, il dibattito politico s’è fatto strumentale, tirando in ballo soprattutto la questione giudiziaria. Con tanto di manifestazioni di piazza, da parte delle opposizioni. La discussione sui temi rischia di allontanarsi ancor di più entrando nella campagna elettorale? “Non c’è molto tempo a disposizione. Credo che le candidature non arriveranno prima dell’ inizio di settembre. Vuol dire un mese e poco più di campagna elettorale. Già di per se è difficile parlare di politiche industriali, di temi concreti, di priorità. Se poi i partiti non coglieranno neppure quest’occasione per stare sui fatti il rischio è che gli imprenditori si allontanino ancor di più dalla politica. Molti sono restii a impregnarsi in prima persona, a scendere in campo. E non da ora, a causa dell’inchiesta, ma già da prima. E’ un problema che parte da lontano”.
Al presidente Mondini ha dato particolarmente fastidio la narrazione che è stata fatta della categoria imprenditoriale ligure filtrata dalle carte giudiziarie e nel racconto sui medi. “A un certo punto è sembrato che se non abbiamo più una manifattura forte questo sia dipeso dal fatto che gli imprenditori andavano sugli yacht, al casinò di Montecarlo. Si è dato vita a una generalizzazione davvero poco seria”. Per questo, anche per rimettersi su binari di serietà, l’appello è a che il lavoro di questi ultimi anni, soprattutto sulle grandi opere, diga foranea e Gronda su tutte, sia portato a termine. “Ne abbiamo sentiti a bizzeffe di casi in cui, quando cambia l’amministrazione, i progetti si bloccano. Dal 2018 a oggi, dalla caduta del Ponte Morandi, si sono succeduti quattro ministri delle Infrastrutture. E in Italia spesso funziona che chi arriva mette in discussione quello che è stato fatto dai suoi predecessori. Ma così, bloccando tutto, i progetti esecutivi finiscono per diventare vecchi, superati, sebbene si siano ottenute tutte le autorizzazioni. Questo, in una regione come la Liguria avrebbe un impatto devastante. Non ce lo possiamo permettere. E’ un principio fondamentale da difendere quasi fosse una guerra di religione”. In più, il completamento delle opere infrastrutturali ha una valenza e una ricaduta pratica che vanno ben oltre i discorsi di principio agitati dalla politica. “A proposito di manifatturiero: in questi anni molti hanno scelto di andare altrove, anche per una difficoltà orografica, di spazi, della nostra regione”, spiega Mondini. “Ma abbiamo un fervente settore hi-tech, così come quello legato alla logistica, che per crescere hanno bisogno di una Regione che non resti isolata”. Secondo il presidente degli industriali liguri, insomma, bisogna svincolarsi dalla tendenza e dalla fretta che in questi casi porta ad azzerare tutto. “Abbiamo bisogno di partire dal lavoro fatto nel corso di questi ultimi anni. E da qui cercare di affrontare tutti i problemi che si presenteranno. Sposando un approccio pragmatico, serio”. Da uomini e donne del fare? “Alla Bucci”.