Giuseppe Conte (foto LaPresse)

 Meloni ha stravolto il Rdc perché Conte non ha voluto riformarlo

Giuseppe L'Abbate

Per l'ex presidente del Consiglio il reddito di cittadinanza era più uno strumento elettorale che una reale soluzione ai problemi sociali del paese. Il sistema doveva evolversi per superare i suoi difetti e rispondere meglio alle esigenze della nostra società, Conte non ha però correggerne le storture

All’inizio del governo Draghi, durante uno degli incontri che da deputato del M5s ebbi con il presidente Giuseppe Conte posi la questione della revisione del Reddito di Cittadinanza. Era evidente che la misura, a tre anni dall’entrata in vigore, necessitava di modifiche per correggerne le palesi distorsioni. L’obiettivo della mia proposta era duplice. Primo, evitare che la misura fosse cancellata  dai governi successivi con la giustificazione che “non funziona e sottrae forza lavoro alle imprese perché paga le persone per stare sul divano”. E’ esattamente ciò che ha fatto il governo Meloni, che ha sfruttato queste critiche per rimodellare lo strumento. Secondo, volevo che il M5s si dimostrasse una forza politica matura, guidando le  modifiche per far funzionare meglio il suo  provverimento bandiera. 

La risposta di Conte fu lapidaria: “Il Reddito di Cittadinanza non si tocca”. Eppure, le modifiche che proponevo erano state elaborate dal Comitato scientifico istituito proprio dal  governo Conte II, con il ministro del Lavoro Orlando e guidato dalla prof.ssa Chiara Saraceno. La relazione del Comitato  includeva 10 proposte per migliorare il Rdc. 

Tra queste modifiche, una in particolare, la prima, avrebbe potuto evitare la recente della Corte di Giustiziw  dell’Ue che rischia di costare 3,1 miliardi allo stato: l’illegittimità del requisito dei dieci anni di residenza per ottenere il Rdc, giudicato una discriminazione indiretta nei confronti degli stranieri.

Inizialmente non comprendevo il motivo del rifiuto di Conte, soprattutto perché si trattava di attuare un lavoro prodotto dal suo stesso governo. Poi ho realizzato che per Conte, il Rdc era più uno strumento elettorale che una reale  soluzione ai problemi sociali  del paese. Ma il Rdc, concepito supportare chi era in difficoltà, doveva evolversi per superare i suoi difetti e rispondere meglio alle esigenze della nostra società.

Solo così, con un approccio insieme più lungimirante e più pragmatico, si può evitare che misure importanti vengano poi cancellate o  stravolteogni qual volta cambia lo schieramento politico al governo.

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