Alberi di ulivo eradicati nel 2015, nell'ambito del Piano Silletti contro la Xylella fastidiosa (foto LaPresse)

In Puglia torna d'attualità la Xylella

Annarita Digiorgio

Piante infette a Bari. Ma anni dopo i 22 milioni di ulivi morti la politica ambientalista è ancora in mutande

Ieri nove piante infette da xylella sono state trovate a Bari. La strategia di contrasto non prevede l’obbligo di abbattimento per le zone infette, ma per quelle cuscinetto. Le imprese agricole che si trovano in aree già colpite possono però abbattere gli ulivi morti, per nuovi reimpianti. È ciò che ha fatto l’azienda Porta Maggiore Società Agricola, che a Torre Guaceto ha abbattuto gli ulivi secolari infetti per procedere a reimpianto di cultivar resistenti alla xylella. Subito si è scatenata l’opposizione di associazioni, sindaci e Wwf. Il presidente del consorzio di gestione della riserva di Torre Guaceto ha scritto che “il paesaggio olivetato secolare non deve essere soppiantato da sistemi che devastano la natura, prosciugano i terreni, ammazzano la biodiversità”.

L’azienda gli ha risposto sottolineando: “Una scelta che mira a dare una prospettiva futura sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico, oltre che economico produttivo. Gli appezzamenti olivetati colpiti dall’infezione batterica tendono ad una irreversibile desertificazione, sono suscettibili agli incendi e non risultano idonei alla tutela della preesistente biodiversità”. Come confermato da Donato Boscia, scienziato del Cnr che da anni studia il batterio: “Se le piante dell’azienda erano ridotti a tronchi disseccati onestamente non riesco a capire cosa si sarebbe dovuto conservare”. Mentre Repubblica titola: “Xylella usata come scusa per liberare suolo” riportando la contrarietà dell’associazione Ulivivo: “È l’inizio di una strage che potrebbe portare alla completa deforestazione del Sud della Puglia. Con tutto ciò che ne consegue, per l’ambiente, il territorio, i suoi abitanti, l’economia locale, il turismo e la cultura di questo luogo”.

Dopo dieci anni, 22 milioni di ulivi morti, e il 40% del territorio pugliese distrutto, non hanno ancora capito che a distruggere paesaggio, economia, ambiente, storia e cultura è stata la xylella, e la sua diffusione a causa di chi, Wwf, Slow Food, Legambiente, Coldiretti, Sabina Guzzanti, Albano, Michele Emiliano, 5 stelle, procura di Lecce, abbracciandosi agli ulivi, ne vietò l’abbattimento.

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