anticipazione
Meloni spiega cosa c'è nella sua agenda, dopo l'estate
Arretrare su Kyiv? “Difendere l’Ucraina significa difendere il nostro interesse nazionale”, dice. E poi le riforme e le sfide europee. La premier spiega che cosa ci sarà nella fase due del governo. Anticipazione da Tempi
Pubblichiamo un’anticipazione dell’intervista rilasciata da Giorgia Meloni a Tempi, al direttore Emanuele Boffi, in edicola domani
Prima delle elezioni politiche si paventavano disastri per il paese se lei e il centrodestra foste arrivati al potere. C’era chi diceva che avremmo subìto un isolamento internazionale e che lo spread si sarebbe alzato. Così non è stato e l’Italia, come le recenti consultazioni hanno confermato, può oggi vantare uno dei governi più stabili in Europa. Qual è il valore di questa stabilità e perché la cosiddetta riforma del premierato aiuterebbe a garantirla?
“Sono da sempre convinta che l’instabilità politica abbia indebolito l’Italia nei rapporti internazionali e dal punto di vista economico, perché governi che hanno una durata troppo breve non possono sviluppare una visione di lungo periodo. E ciò che puoi fare è solo navigare a vista, cercare il consenso immediato invece di immaginare politiche strutturali o mettere mano alla politica industriale. L’instabilità dei governi ha inciso sulle nostre carenze infrastrutturali, sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi nazionali e sullo stato di salute della nostra economia. Un dato su tutti: negli ultimi vent’anni, Francia e Germania sono cresciute di più del 20 per cento mentre l’Italia è cresciuta meno del 4 per cento. E questo ci deve far riflettere, perché delle due l’una: o tutti i politici italiani sono peggiori dei politici francesi e tedeschi – e francamente io non lo penso – oppure c’è qualcosa che non funziona nel sistema e che noi dobbiamo avere il coraggio di correggere. Una democrazia instabile è una democrazia nella quale la politica è più debole rispetto alle concentrazioni economiche, alle burocrazie e agli interessi particolari. È una democrazia che non è in grado di portare avanti quelle politiche pubbliche fondamentali per rendere effettivi le libertà, i diritti, la solidarietà, la crescita economica e l’equità sociale. Per questo, una riforma che assicuri governi eletti dal popolo, stabili, con un orizzonte di legislatura, è la più potente misura – economica e di giustizia sociale – che noi possiamo regalare all’Italia. Questo è il nostro obiettivo. Perché creare un quadro favorevole alla crescita è la precondizione per avere a disposizione le risorse di cui si ha bisogno per finanziare gli interventi necessari per declinare concretamente i diritti consacrati dalla Costituzione e nei quali tutti ci riconosciamo. Oggi il governo italiano è uno dei governi più stabili e solidi a livello europeo, e questo sta avendo un effetto molto positivo non solo sull’economia ma anche sulla postura e sull’affidabilità dell’Italia a livello internazionale. I dati macroeconomici, dal Pil alla crescita dell’occupazione alla ritrovata fiducia degli investitori nella solidità del sistema italiano, ne sono la prova”.
Nel 2022 la guerra è tornata in Europa. Il suo governo ha sempre sostenuto l’Ucraina dopo l’invasione russa. Dopo oltre due anni di guerra, la situazione sul terreno si è cristallizzata, ma le notizie dal fronte ci raccontano ogni giorno le difficoltà delle truppe ucraine. Ci raccontano anche di atrocità incredibili, come il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev. A quali condizioni può essere raggiunta una pace giusta per l’Ucraina? E in quali tempi?
“Difendere l’Ucraina significa difendere il nostro interesse nazionale, per ché vuol dire difendere quel sistema di regole e princìpi che tengono unita la comunità internazionale e che garantiscono che la forza del diritto prevalga sul diritto del più forte. La guerra è entrata in una fase molto dura, ma sarebbe un errore cedere alla propaganda russa, che sta dispiegando tutta la sua forza per convincere l’opinione pubblica occidentale che la vittoria di Putin sarebbe vicina. Non è così, e lo dimostra il fatto che la Russia – grazie alla tenacia degli ucraini e agli aiuti occidentali – in un intero anno abbia ottenuto sul campo solo modesti progressi, peraltro a un costo altissimo in termini di uomini e mezzi. Se l’Ucraina fosse stata costretta ad arrendersi, oggi non saremmo qui a discutere le condizioni minime per un negoziato e avremmo la guerra più vicina ai nostri confini. Tutti i nostri sforzi sono finalizzati per giungere a una pace giusta e rispettosa del diritto internazionale. Purtroppo, penso che da parte di Putin non ci sia la stessa volontà, e i continui attacchi alla popolazione civile, come il drammatico bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev, dimostrano che l’unica strada percorribile è continuare a sostenere il popolo ucraino”. (…)
Dopo le riforme sull’autonomia, il premierato, la giustizia e il fisco, nei prossimi tre anni di governo gli italiani cosa devono aspettarsi?
“Niente di più, niente di meno di quello che hanno visto finora. Cioè, portare avanti, punto per punto, il programma elettorale con cui ci siamo presentati alle elezioni e sul quale gli italiani ci hanno accordato la loro fiducia. Vede, al governo ci sono uomini e donne che hanno dedicato gran parte della propria vita all’impegno politico. Non ci perdoneremmo mai il fatto di non aver avuto il coraggio di fare ciò che era giusto fare, magari per calcoli opportunistici o per paura di perdere consenso. Siamo determinati ad andare avanti, e portare a termine tutte quelle riforme e quei provvedimenti che reputiamo utili per la nostra nazione”.