(foto Ansa)

l'intervista

Centinaio: “Il governo faccia presto, sulla Peste suina ha ragione l'Europa”

Luca Roberto

L’ex ministro dell'Agricoltura (Lega): “Danni enormi, così rischiamo di fare la fine della Xylella. Pieni poteri al nuovo commissario. Anche così si difende la sovranità alimentare”. Sei i focolai individuati

Questa volta tocca dirlo: sulla peste suina africana ha ragione l’Europa. Dal 2022 a oggi è stato fatto troppo poco, indipendentemente da chi era al governo. Ora è arrivato il momento di dare al commissario ‘pieni poteri’”. Parlando al Foglio l’ex ministro e sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, esponente della Lega, usa parole nette, ferme: “Sono preoccupatissimo. E’ da quando ero ministro io che l’Europa ci disse: state all’erta. La mia impressione è che si sia minimizzato il problema. E non vorrei che la politica tutta ripetesse gli stessi errori fatti con la Xylella. I rischi per il comparto agroalimentare sono enormi: dobbiamo preservarlo. A maggior ragione se siamo, lo ero e lo sono anch’io, a favore della sovranità alimentare del nostro paese”.

 

Centinaio da ex titolare dell’Agricoltura è molto critico sull’operato del commissario straordinario al Contrasto della peste suina africana, Vincenzo Caputo, dimessosi negli scorsi giorni: “Il suo lavoro non è stato positivo. Tanti convegni, tanti incontri, ma di risultati concreti davvero pochi. Per questo l’appello che faccio ai ministri coinvolti è: si investa il nuovo commissario di poteri adeguati. Perché trovare un raccordo tra i diversi organi coinvolti, le regioni, le province, l’Ispra, rischia di farci arrivare tardi. La peste si sposta perché i cinghiali corrono e anche velocemente. Non c’è tempo da perdere”. Il rapporto dell’EuVet ha proprio evidenziato le scarse risorse investite per far fronte al problema. Per il ministro Lollobrigida e per il governo non è una priorità? “Ma anche all’epoca del governo Draghi bisognava essere molto più solerti. Io credo che con l’ultimo dl Agricoltura il ministro abbia individuato delle risposte che, se messe subito a terra, possono rallentare l’epidemia. Uno degli interventi più attesi, e che io chiedo da tempo,  è l’utilizzo dell’esercito per l’abbattimento dei cinghiali”. Proprio ieri il ministero della Salute ha annunciato “misure straordinarie” dopo l’individuazione di sei focolai di Psa. A descrivere quanto la situazione possa avere ripercussioni gravi dal punto di vista non solo sanitario ma anche economico Centinaio racconta un aneddoto: “Un paio di mesi fa a Taiwan ho parlato con il loro ministro degli Esteri. Mi ha detto che fino a quando abbiamo casi di Psa sospenderanno le importazioni. Ma ci sono altri rischi anche da noi: pensate che la delimitazione di alcune aree in Piemonte ha bloccato la raccolta del tartufo. Cioè uno dei prodotti in cui siamo leader a livello mondiale. Per non dire delle ricadute sul turismo. Diventa un problema molto più grande del singolo allevamento. E non riguarda solo territori come il Pavese, da cui provengo, uno dei più colpiti”.

 

Dal punto di vista dei rilievi europei, che Centinaio condivide, il leghista aggiunge che però “l’Europa sbaglia quando applica politiche di contenimento troppo stringenti. Non si capisce perché, per esempio, si debbano bloccare gli allevamenti che non registrano più casi di Psa”. A ogni modo il problema è talmente rilevante che dovrebbe accomunare la politica tutta, perché, aggiunge ancora il vicepresidente del Senato, “in questo caso le appartenenze politiche non c’entrano. Cosa succederà se l’epidemia non si ferma? Cominceremo a importare maiali dall’estero? E’ chiaro che è un problema che per com’è localizzato riguarda principalmente il nord. Così come la Xylella, che ha distrutto migliaia di ulivi, riguardava il sud o la brucellosi la Campania. Ma è a rischio un comparto importante per tutto il sistema paese e bisogna intervenire per difenderlo”. Forse che, in questa mancanza di reattività, abbia pesato un settore, quello agroalimentare, percorso da una strisciante guerra civile tra associazioni di categoria, con Coldiretti che accusa Confagricoltura e ostacola la nomina del suo presidente Giansanti al Copa? “La diatriba Coldiretti-Confagricoltura c’è sempre stata. Adesso è ancora più aspra. A me però piace pensare che quando c’è un obiettivo comune non valgano le divisioni tra associazioni di categoria”, dice Centinaio. “Le sfumature tra loro possono essere diverse ma quando si tratta di contrasto alla Psa il tuo ministro lo devi aiutare. Detto questo, credo che Giansanti sia una candidatura di alto profilo che può essere assolutamente condivisa”. Tirando le somme, l’auspicio è che ci sia un cambio di passo del governo nella lotta alla peste suina? “Assolutamente sì. Non ripetiamo gli errori fatti con la Xylella”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.