Maria Elena Boschi (LaPresse)

L'intervista

Boschi risponde a Conte che storce il naso su Renzi. "Nessun veto" a oltranza

Marianna Rizzini

La capogruppo di Italia viva alla Camera risponde al leader del Movimento 5 stelle sulle alleanze. Nonostante i malumori del campo largo, "se per Schlein non ci sono veti noi ci fidiamo"

Nessun veto reciproco, contratto alla tedesca, insieme anche alle prossime regionali: sono giorni che il leader di Italia Viva Matteo Renzi calca il tratto della nuova linea sulla questione centrosinistra. C’è però intanto un Giuseppe Conte che si sdoppia e che ieri, parlando sia al Corriere della Sera sia al Fatto, dice in sostanza che Renzi fa perdere voti e che per il M5s l’etica pubblica è un punto da cui non si prescinde. Eppure, con Iv ha già governato, Conte. Come si risponde? “Noi siamo molto seri”, dice Maria Elena Boschi, capogruppo di Iv alla Camera e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai: “Pensiamo che alle prossime politiche ci saranno solo due schieramenti. Da un lato la destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dall’altra il nuovo centrosinistra. Elly Schlein dice che non ci sono veti, noi ci fidiamo di questo impianto. Se invece stiamo dietro ai veti, torna il modello Basilicata: la sinistra perde e vince la destra coi voti del centro. Noi siamo pronti al confronto su tutti i temi di programma e anche sull’etica pubblica su cui non prendiamo lezioni da nessuno, meno che mai da Giuseppe Conte. Immagino che ci daremo delle regole, ci piace discutere di un codice etico dei candidati. Non abbiamo problemi. Aspettiamo il tavolo di coalizione per il confronto nel merito. Del resto, mi fa piacere che Conte ci faccia l’analisi del sangue su quanto lui è più di sinistra di noi. È un elemento interessante. Se lo facesse dichiarando il sostengo a Kamala Harris contro Donald Trump sarebbe più apprezzato. O meglio ancora prendendo le distanze dal decreto Conte-Salvini sull’immigrazione”.
 

Intanto, però, anche in Liguria, dove Iv non ha posto veti, c’è sottotraccia malumore nel M5S e in Avs. Come superare l’impasse? E se il malumore dovesse tramutarsi in no esplicito? “Noi stiamo alle parole di Schlein: non ci sono veti. Se ci saranno, ce lo dirà la segretaria del Pd. Quanto alla Liguria, se fossi Andrea Orlando - o chi sarà il candidato - cercherei di tirar dentro la coalizione persone per vincere. Non buttar fuori gente per perdere. Mi caratterizzerei con idee per la Liguria, non con un approccio respingente”. Facciamo finta di essere già al tavolo di coalizione, come trovare un punto d’incontro con il M5s sulla politica estera? “Sulla politica estera un accordo non sarà facile. Ma purtroppo le divisioni a sinistra sono identiche a quelle a destra. Non è che Salvini e Tajani condividano tutto, diciamo. Anzi. Più sarà forte Iv e il centro della coalizione, più sarà equilibrato il governo che verrà. Ecco perché chiederemo ai riformisti di votare per noi”.
 

Ci sono temi che invece possono unire, a sinistra, a parte l’autonomia differenziata? Per esempio su crescita e sviluppo pensate di poter trovare una posizione di compromesso con l’ala sinistra dell’alleanza? “Il ceto medio. Meloni vola a Parigi per fare l’ennesima foto da influencer con un’atleta cavalcando il tema del giorno. Ma dopo due anni non c’è una misura degna di questo nome per le bollette, la benzina, il caro vita, i mutui. Parliamo di questo, non di armi di distrazioni di massa”. Tema giustizia: le vostre priorità. “Prima di tutto una rivoluzione culturale garantista. Io non condivido la piazza contro Giovanni Toti e noi non abbiamo partecipato. Ma è doveroso dirlo: i giustizialisti ci sono a sinistra ma ci sono anche a destra. Noi li abbiamo visti in azione sulla nostra pelle nel silenzio di Forza Italia e dei presunti garantisti. Se Toti è andato a casa è anche perché non lo hanno difeso i suoi, diciamo la verità. Perché per reggere in quelle situazioni ci vuole una forza spaventosa, io posso testimoniarlo”.
 

Si pensa a “riportare” nel centrosinistra anche Carlo Calenda? “Calenda cercherà di lucrare per un anno la posizione al centro”, dice Boschi.  “Prenderà poltrone dalla Meloni - garantendole di aggredire Renzi una volta alla settimana come fa ormai da mesi - facendole credere di potersi spostare a destra. Le sue fake news sono ormai un genere letterario: io ci sono passata e lo conosco bene. Poi nelle ultime settimane tornerà nel centrosinistra. Ormai è prevedibile. Quando arriverà nel centrosinistra noi non metteremo veti. Perché noi - fortunatamente - non siamo come lui. Abbiamo passato luglio in piazza a raccogliere le firme per il referendum contro l’autonomia differenziata e a fare nottate in commissione contro provvedimenti ingiusti del Governo, Calenda a insultarci e fare accordi con la Meloni sulle presidenze di commissioni”. 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.