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l'intervista

Delrio (Pd): “Caro Salvini, il lavoro al Mit è totalizzante. Meno foto sui social e più fatti”

Luca Roberto

L'ex ministro dei Trasporti dopo i disagi di questi giorni: "Sta mancando una regia politica che programmi gli interventi da fare. E' meglio fare manutenzione che limitarsi a tagliare nastri"

“Non voglio dare lezioni, ma è chiaro che nei trasporti stiamo vivendo disagi enormi. Con un evidente malessere per la mancanza di una regia politica che pianifichi e programmi gli interventi. Capisco che la tentazione di farsi le foto sui cantieri da pubblicare sui social sia irresistibile, ma forse è meglio passare alla storia per aver risolto qualche problema ai cittadini”. Graziano Delrio parla da ex ministro dei Trasporti. Un lavoro che al Foglio definisce “totalizzante”. Forse il leader della Lega è troppo preso da altro per portare avanti il suo impegno? “Si vede che è più bravo di me. Io quando ero ministro non avevo tempo per occuparmi delle dinamiche politiche”, racconta il senatore del Pd. Il quale lamenta, da parte del governo, l’assenza di una “qualsiasi idea di come possa evolvere la mobilità sostenibile nel nostro paese”.

 

Secondo Delrio, il lavoro di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti “richiede certo di andare sui cantieri, ma anche di aprirne di nuovi. Faccio un esempio: Salvini inaugurerà un pezzo della nuova linea Napoli-Bari, che avrà un impatto importantissimo per il paese. Ecco, tutta la fatica sulla Napoli-Bari però è stata fatta prima che lui arrivasse, con un lavoro di programmazione impostato da anni”. Un meccanismo che, dice ancora l’ex ministro del Pd, si può riconoscere anche nella  lista dei progetti del Pnrr. “Perché è chiaro che se i lavori vanno finiti entro il 2026, molti di quei progetti sono opere già messe in cantiere da tempo”. In sostanza, è il ragionamento del senatore dem, Salvini, che per larghi tratti ha giocato a fare il ministro col berretto antinfortunistico, ha tagliato nastri ma ha programmato ben poco per supplire alle lacune infrastrutturali del paese. “L’unica accelerata l’abbiamo vista sul Ponte, un progetto che però è ben diverso da quello che ci si aspettava. Allora io dico: ma piuttosto che concentrarsi su un’unica grande opera non era meglio pensare a opere più piccole e a grandi manutenzioni? Sono quelle che migliorano davvero la qualità della vita della gente”. Delrio illumina, in questo colloquio col Foglio, un altro dei disagi vissuti negli ultimi giorni. “La crisi delle aziende che muovono merci, che vivono ritardi e disservizi anche a causa di un’incapacità del ministero di mettersi al tavolo con tutti i soggetti coinvolti, dalle imprese agli enti locali, e provare a trovare delle soluzioni concrete condivise. Vede, il lavoro del ministro dei Trasporti è come quello di un direttore d’orchestra. Mi sembra di poter dire che con Salvini questo lavoro sia venuto a mancare”.

 

Mentre il giudizio dell’ex titolare del Mit è molto meno fosco per quel che riguarda l’alta velocità: “Si è molto parlato anche di questi ritardi negli ultimi giorni, ma non sono preoccupato dal futuro della linea ad alta velocità. Di qui ai prossimi anni ci sono già tutta una serie di interventi programmati che miglioreranno la situazione”.   

Ma allora su cosa si dovrebbe puntare per non rivivere più l’odissea che stiamo sperimentando (tutti, in prima persona) quest’estate? “Io credo che la priorità del sistema italiano sia il trasporto pubblico locale. Qualsiasi persona che gira per l’Europa si rende conto che la mobilità è un diritto. Quando c’eravamo noi molti enti locali, con coraggio, si misero a fare bandi di gara per treni ed autobus nuovi. Se non ci fosse stata quel tipo di pianificazione adesso, per esempio, i pendolari in Toscana, in Emilia-Romagna, nel Veneto, viaggerebbero su treni vecchi e la situazione del trasporto sarebbe ancor più grave di quella che c’è oggi. Ma certo serve investire ancor di più. Eppure mi pare di capire che al di là di qualche slogan o di qualche polemica sterile come quella contro le città a 30 all’ora, vedo davvero poche strategie. Solo una grande ansia comunicativa”. 

Anche su altre opere realizzate nel corso degli anni, a ogni modo, Delrio volge lo sguardo come modello: “Penso al raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, un’eccellenza a livello internazionale frutto di una buona programmazione e di contratti di servizio adeguati. Ma anche alla variante di valico tra Bologna e Firenze, le stazioni dell’alta velocità a Bologna, Reggio Emilia e Afragola”. L’ha detto lei. Occuparsi di trasporti è un’esperienza totalizzante. Ha qualche consiglio per il ministro Salvini alle prese con un’emergenza che evidentemente gli sta sfuggendo dalle mani? “Mi chiedo se abbia senso farsi immortalare a tutti i costi alla posa della prima pietra di una grande opera. O se invece non sia meglio guardare con lungimiranza alle esigenze quotidiane dei cittadini. Perché è con i piccoli interventi e le grandi manutenzioni che si migliora davvero la qualità della vita alla gente”. 

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.