Il Lollo Terrore. Cerca talpe al ministero ma continua a spostare dirigenti e chiedere leggine

Carmelo Caruso

Dopo i nostri articoli sui ruoli da direttore assegnati tramite interpello, ma ai fedelissimi, il massaio d'Italia avvisa i direttori del Masaf: "So chi è la talpa che parla con il Foglio, attenti altrimenti qui non si mette più piede". Norme ad hoc, codicilli e ancora sostituzioni. Il ministero che vuole silenziare è ormai una soap. Intrighi, amori, fiction. Aiuto!

Lollo è un Terrore. Il ministro dell’Agricoltura, il massaio d’Italia, cerca la talpa. Ha riunito i direttori generali e avvisato: “Sappiamo chi parla con il Foglio. Attenti”. Ultime dal ministero: per nominare il commissario al granchio blu, un pensionato, il massaio ha inserito nel suo dl un codicillo, art. 12 bis. Subbuglio, paura, dirigenti lasciati con una sola sedia a guardare il soffitto. Le talpe si moltiplicano. Lollo, Le Carré. Senza Lollo non si lallera. Il ministro più amato dal giornalismo italiano (premio ex aequo con Genny Sangiuliano, secondo Urso) continua ad avere problemi di diritto. Siamo arrivati alla ripetizione 4. Il suo magnifico dl Agricoltura, l’opera omnia, è una miniera. I migliori giuristi d’Italia scorrendolo si sono chiesti: ma a cosa servirà mai questo articolo 12-bis “esclusione dai divieti di conferimento incarichi a soggetti in quiescenza”? Ecco la soluzione. Serviva a nominare il commissario al granchio blu, l’ex prefetto che mette le manette ai granchi, che ha già fatto sorridere mezza Italia. E’ l’ex prefetto di Ravenna, Enrico Caterino, pensionato. L’articolo 12 bis passa, Lollo nomina il pensionato Caterino ma il ministero scoppia, protesta, anche perché Lollo si è messo la parrucca di Robespierre.

 

Dopo gli articoli del Foglio, sulle promozioni d’Italia, sulla Lollobrigida zone, ruoli da direttore assegnati tramite interpello, ma ai fedeli, il Parlamento è intervenuto. Quattro deputati dem, capeggiati da Stefano Vaccari, hanno presentato un’interrogazione. Al ministero, lunedì, viene convocata una riunione d’urgenza e spiegato che “noi sappiamo chi parla con il Foglio, attenti altrimenti qui non si mette più piede”. Lollo ha i forconi e le baionette, ma a Lollo non è dato sapere quanto è buono il direttore con le pere.

 

Cosa accade quando il massaio congeda questi direttoroni? Accade che finiscono in una stanza senza missione. A guardare il cielo. Quando è arrivato, Lollo ha sostituito il direttore delle Politiche internazionali, Luigi Polizzi. Al suo posto ha nominato Damiano Li Vecchi. I ministri dell’Agricoltura sono passati, ma Polizzi è rimasto anche perché è il funzionario che ha sempre gestito i rapporti con l’Europa. Lollo ci litiga: “Via”. È come la Rai: un direttore resta sempre direttore. Per mettere a tacere  Polizzi gli si promette di fare il consigliere giuridico. Passano le settimane ma il contratto di Polizzi non viene registrato. Dove sta il povero Polizzi? È finito in una stanza con una sola sedia. Un caso, l’eccezione? Eh, no.

 

Uno dei pallini di Terrore Lollo è il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura. È arrivato al punto di commissariarlo (anche lì si corre il rischio di un lungo contenzioso giuridico). Il direttore generale, Stefano Vaccari viene sollevato dal Crea e riportato al ministero. Una volta tornato Vaccari viene però spedito in biblioteca. Il Foglio ne scrive, Lollo interviene. Che fare? Per procurare un ruolo a Vaccari vuole toglierlo a un altro, quell’altro è Emilio Gatto, direttore alle foreste che aveva preso il posto di Alessandra Stefani andata in pensione. Sempre per l’armonia (Lollo si definisce il ministro dell’Armonia) a Vaccari dovrebbe essere conferita la direzione di Gatto, e Gatto spostato a sua volta. È destinato al lavorare con Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee. Nel 2018, Blasi e Gatto, ma questo Lollo lo trascura, hanno litigato e litigato male. Un loro scambio di mail, violentissimo, venne pubblicato sul sito di settore Agricolae.eu. L’avviso a tutti i ministri era: teneteli lontani. Lui, Lollo, li avvicina.

  

Il ministero che vuole silenziare è ormai una soap, letterale. Intrighi, amori, fiction. L’ex marito di una direttrice generale del ministero è un dirigente Rai che si occupa di “Un Posto al Sole”, dove lavora, a sua volta, la moglie di un altro super dirigente del Masaf. Ovviamente cosa fa un ministero avvelenato? Lascia intendere che le gratifiche professionali di uno si devono ai galloni dell’altro, anche a costo di prendere un granchio. E torniamo appunto al granchio. Lollo, che legge il Foglio, ha imparato, tanto più dopo il caos peste suina. La cellula operativa del commissario al granchio blu è dislocata al ministero di Pichetto Fratin. Le cerimonie, la presentazione del commissario, la fa Lollo, i guai se li carica Pichetto che, a questo punto, si merita un piatto di aragoste

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio