Il caso
Accuse, veleni e strane consulenze: De Bertoldi espulso da Fratelli d'Italia
"Metodo inaccettabile per impedire ogni critica", dice il deputato del trentino che già prima della sentenza del Collegio di garanzia di FdI aveva dato le dimissioni, parlando di dissenso politico. La replica del partito "Ha violato il codice etico". Il capogruppo Foti: "De Bertoldi non è credibile".
Addii, veleni e consulenze sospette. La giornata di Fratelli d'Italia va avanti così. "Dimissioni immediate. Frutto di un lungo processo di dissenso politico". Di mattina lui, Andrea De Bertoldi, annuncia l'addio a Fratelli d'Italia. E attacca: “Sono pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione”. Da FdI ribattono: “Prova solo a salvarsi la faccia, sapeva da tempo che sarebbe stato espulso. La ragione? Motivi etici, conflitto d'interessi”, spiega al Foglio un dirigente meloniano, anticipando l'esito del procedimento che arriverà in serata.
Sul deputato trentino, commercialista e titolare di alcuni studi tra Roma e Trento, pendeva un procedimento disciplinare, proposto dal fedelissimo meloniano Giovanni Donzelli – responsabile organizzazione di FdI – per alcune consulenze sospette, che avrebbero violato il regolamento del partito. De Bertoldi dice invece di aver chiarito ogni addebito e parla di una indagine “strumentale, di un metodo inaccettabile per impedire ogni critica”. Nelle ultime settimane De Bertoldi aveva infatti puntato il dito contro le ambiguità di FdI sul fascismo e sulla fiamma nel simbolo. Altre divergenze c’erano state con Alessandro Urzì, commissario del partito in Trentino.
Ma è una versione che in via della Scrofa rispediscono al mittente. In serata arriva la sentenza Collegio di garanzia che ricostruisce come
De Bertoldi "si sarebbe messo disposizione" di alcuni imprenditori toscani operanti nel settore geometrico, "previa sottoscrizione di un contratto di consulenza professionale". L'onorevole avrebbe tratto vantaggio dal ruolo istituzionale ricoperto. "La circostanza che vede un soggetto alla ricerca di rapporti di tipo istituzionale con rappresentanti dello Stato al solo fine di sottoporre istanze di settore che rivestono natura squisitamente politica, sottoscriva invece un contratto professionale con lo studio del proprio interlocutore che è pure esponente politico di rilievo in campo nazionale, per certo rappresenta un fattore di inopportunità". Si sottolinea inoltre come "tali situazioni possano causare a pregiudizio di Fratelli d’Italia", oltre a violare alcuni articoli del Codice etico. E quindi: "Espulsione immediata". De Bertoldi in ogni caso continua difendere la legittimità del suo operato e minaccia azioni legali.
“Non vi è una sola ragione credibile nelle scuse addotte dall’on. Andrea De Bertoldi per le sue annunciate dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia", è il commento di Tommaso Foti, capogruppo meloniano alla Camera. "Sono altre le ragioni per le quali si è venuta a creare la incompatibilità ed esse sono chiaramente espresse nel provvedimento assunto dalla Commissione nazionale di garanzia".
De Bertoldi intanto risulta adesso iscritto al gruppo Misto. Il suo futuro sembra sempre più vicino a Forza Italia. Lui per il momento non conferma: "Non è il momento adesso, ne riparliamo dopo ferragosto", ha detto al Foglio. Ma ha già chiarito che il nuovo partito sarà “improntato alla moderazione e al cattolicesimo liberale”. Se non è una conferma, poco ci manca.