(foto Ansa)

campo largo

Bonino: “Renzi va di nuovo col Pd? Bene. E' proprio un signore coerente...”

Luca Roberto

La fondatrice di + Europa ed ex ministra degli Esteri commenta l'avvicinamento renziano ai dem. Il rapporto mai idilliaco con il leader di Iv

Fa caldo. E’ il giorno dopo Ferragosto. Per questo Emma Bonino non vuole perdersi in chiacchiere. La nostra conversazione con l’ex ministra degli Esteri, fondatrice di + Europa, storica leader dei Radicali, dura poche battute. Giusto il tempo di uno scambio. Significativo. “Renzi si riavvicina al Pd? Bene”, reagisce d’istinto Bonino. “Si vede che è proprio un signore coerente...”, prosegue. E subito la mente corre ai rapporti non proprio idilliaci tra i due. Che hanno corso insieme alle europee. E però con Bonino che diceva all’alleato, critico verso il bis di von der Leyen: “Stai calmo”.

 

E quindi questo (possibile) abbraccio tra Elly Schlein e Matteo Renzi come lo vede Emma Bonino, la fondatrice di Più Europa che alle elezioni politiche del 2022 si è alleata con il Pd (allora guidato da Enrico Letta) e alle europee ha dato vita alla lista “Stati uniti d’Europa”, proprio in compagnia dell’ex premier? Bonino al Foglio confessa di non essere proprio al passo con la politica agostana: “Non ho seguito nulla degli ultimi avvenimenti politici. Ho deciso che mi sarei presa almeno dieci giorni di ferie, non ho letto i giornali”. Eppure l’avvicinamento renziano è cosa di quasi un mese fa. Almeno dalla partita del cuore in poi. “Cosa vuole che le dica. Se torna con il Pd? Bene. Si vede che è un signore coerente...”, sussurra poi. E nell’eloquio dell’ex senatrice fa capolino un pizzico di ironia. O forse di antico rancore. Perché se è vero che i due, Renzi e Bonino, sono riusciti a passare oltre un rapporto personale mai davvero decollato pur di cercare di superare la soglia del 4 per cento alle europee (missione poi fallita), è altrettanto vero che Bonino quella sostituzione da ministro degli Esteri da parte di Renzi subentrante a Palazzo Chigi, nel 2014, non l’ha mai digerita: “L’ho saputo guardando la tv”, disse con rammarico. Per quieto vivere, prima dell’appuntamento elettorale di giugno, s’era evitato di indugiare troppo nella differenza di statuto politico e di carattere. Fatto sta che Bonino, che negli ultimi tempi ha diradato gli interventi eminentemente di natura interna, di politica politicante, di alleanze e di costruzione di coalizioni, non si tenne dopo una delle ennesime uscite di Renzi contro l’ipotesi di von der Leyen bis. “Io direi al mio alleato Renzi di stare più calmo e di aspettare il risultato delle elezioni, non fosse altro che per il rispetto dei cittadini”, fu il suo monito. Che venne interpretato come una specie di anti “stai sereno” di marchio renziano. Poi sappiamo com’è andata: con la lista Stati Uniti d’Europa rimasta fuori dal nuovo Parlamento europeo. E con un secondo mandato di Ursula von der Leyen vissuto, per i centristi, da completi spettatori.

 

Quel fallimento elettorale è stato l’innesco a che l’ex premier ai suoi dicesse: adesso dobbiamo fare una scelta coraggiosa. E il coraggio, nelle intenzioni del leader di Italia viva, vorrebbe dire stare accanto a Schlein. Scommettere sulla sua tenuta come baricentro del “campo largo”. Bonino queste dinamiche le conosce perché, alle politiche del 2022, dopo che Calenda fece dietrofront sull’alleanza con il Pd, Più Europa si trovò a fare una corsa in opposizione all’intero Terzo polo. Da lì i continui battibecchi anche con Calenda. E con lo stesso Renzi. Forse che il risultato deludente di giugno possa servire da incentivo per riavvicinarsi? E possa aprire una nuova stagione in cui Renzi e Bonino continuano l’esperienza della “lista di scopo” con l’intenzione di costruire un’alternativa a Meloni? Di certo c’è che di questa nuova fase renziana Bonino pensa: “E’ proprio un signore coerente”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.