Matteo Renzi (LaPresse)

Figliol prodigo

Renzi torna alla Festa dell'Unità: “Il passato è passato. Costruiamo l'alternativa”. La regia di Ricci

Ruggiero Montenegro 

"Ora ci interessa solo capire cosa fare su stipendi, infrastrutture e innovazione", dice al Foglio il leader di Italia viva che sarà alla kermesse di Pesaro il 28 agosto. "Non possiamo lasciare il centro a FI”, dice Ricci da cui è partito l'invito all'ex premier

“Il passato è passato”. Matteo Renzi lo conferma al Foglio, dopo oltre due anni tornerà alla Festa dell’Unità. Figliol prodigo? “Per me – dice l’ex premier – è una occasione utile per iniziare il confronto programmatico in vista della costruzione  dell’alternativa”.  L’appuntamento è per il 28 agosto a Pesaro, per la consueta kermesse estiva organizzata dal Pd Marche. “Ora ci interessa solo capire cosa fare su stipendi, infrastrutture e innovazione. Su questi temi una chiacchierata la faccio con chiunque, a maggior ragione con un amico come Matteo Ricci”. E’ stato proprio l’ex sindaco di Pesaro a lanciare l’invito. 

Era dal maggio 2022 a Empoli che Renzi non si vedeva a una festa del Pd. Il clima era decisamente diverso: l’ex premier raccontava allora i motivi della scissione dal Pd di cui è stato segretario, la caduta del governo rossogiallo e le manovre per l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Da quella volta la prospettiva è decisamente cambiata, anche se in alcuni pezzi del Pd le perplessità non mancano nemmeno oggi. Fino a ieri pomeriggio, per dire, sul programma ufficiale dell’iniziativa promossa dal Pd delle Marche il nome di Matteo Renzi non compariva. Qualcuno a quanto pare si era messo di traverso. “Ma stiamo sistemando”, assicura Matteo Ricci, il regista dell’operazione. La telefonata al leader di Italia viva è infatti partita proprio dal suo cellulare. “E’ chiaro che il ritorno di Renzi fa discutere, c’è stato un confronto interno perché si tratta di un passaggio importante. Aspettavamo una conferma dal Nazareno e la conferma alla fine è arrivata”, continua l’europarlamentare dem, che duetterà con il senatore di Scandicci sul palco di Baia Flaminia. “Può essere un’occasione per accelerare sulla costruzione del campo largo. Vedrete, verranno fuori indicazioni importanti sul piano nazionale”.

Quello del 28 sarà l’appuntamento clou della giornata inaugurale della Festa e forse dell’intera manifestazione che andrà avanti fino al 31 agosto. In quei giorni passerà per Pesaro la segretaria dem Elly Schlein e sono attesi tra gli altri Massimo D’Alema, Stefano Bonaccini e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Ci sarà il mondo dell’associazionismo civico e cattolico. E tra gli invitati figurano anche esponenti del M5s e di Sinistra italiana, per Italia viva anche il capogruppo in Senato Enrico Borghi. E Carlo Calenda? “L’abbiamo invitato l’anno scorso e comunque non abbiamo alcuna preclusione. E’ iniziata una fase nuova, aperta a tutti, e io sono al lavoro per allargare. Nel Pd siamo consapevoli che il solo ‘no’ a Meloni non basta. Serve invece un progetto vero, propositivo, che ancora non c’è. Ma oggi, con Elly Schlein come perno, ci sono finalmente le condizioni per costruirlo”.

E’ questo un passaggio essenziale, secondo Ricci, per non perdere le occasioni che a breve potrebbero presentarsi. Nel suo ragionamento l’autunno di Meloni sarà infatti scandito da passaggi delicati. “La premier dovrà varare una legge di bilancio difficile, di quelle lacrime e sangue, senza poter fare deficit. Ci sono tre elezioni regionali, tra Emilia-Romagna, Umbria e Liguria, che il centrosinistra unito può vincere: sarebbe un bel colpo alla maggioranza. Oltre a questo abbiamo la battaglia per il referendum contro l’Autonomia che offre finalmente alle opposizioni un terreno comune. Su tutti questi fronti il governo può andare in difficoltà. Noi dobbiamo farci trovare pronti”. E per farlo, conclude la sua riflessione Ricci, un passo fondamentale è oggi la costruzione di un’area liberale saldamente schierata all'interno del centrosinistra. “Abbiamo Avs che è cresciuto molto alle europee. Il M5s ha ancora un ruolo centrale nella coalizione e io mi auguro che Giuseppe Conte resti a capo del Movimento anche dopo la Costituente. Manca il polo liberale e su questo c'è il maggiore lavoro da fare. Ma se davvero vogliamo vincere le elezioni non possiamo pensare di lasciare questo campo a Forza Italia”.   

Di più su questi argomenti: