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il colloquio

Gasparri: “Meloni come il Cav.? Quello che è accaduto a Berlusconi con i giudici è irripetibile”

Ruggiero Montenegro

Il capogruppo di Forza Italia sui complotti di stampa e magistratura evocati dalla premier: "Il livello di persecuzione di Berlusconi non può essere eguagliato. Per ora si tratta solo di un articolo di giornale. Lo ius scholae? Noi da sempre favorevoli. Anche la premier lo era. Pronti al confronto”

Senatore, ma davvero i magistrati e la sinistra stanno tramando contro Arianna Meloni? E’ davvero uno schema già visto, come dice la premier? “Tutto è possibile, per carità. Ma quello che è accaduto a Silvio Berlusconi è qualcosa di irripetibile. E per fortuna, aggiungerei. In questo caso la storia è un po’ diversa. Per il momento parliamo di un articolo di giornale”, dice al Foglio Maurizio Gasparri. Insomma, va bene la battaglia politica. Ma piano con i complotti.   
 

Onorevole, cosa c’è diverso tra quello che è accaduto al Cav. e i complotti evocati da Giorgia Meloni? “Berlusconi – risponde Gasparri – ha patito tutto quel che ha patito. Troppo. E continua tutt’ora a essere vittima di teorie farneticanti su questa o quella strage. Un livello di persecuzione che non può essere eguagliato. Dopodiché penso anche che la reazione della premier dopo l’articolo di Sallusti si possa comprendere, fa parte del gioco. Ma le cose non sono paragonabili”. Secondo il direttore del Giornale è in atto una manovra da parte di procure, sinistra e giornalisti per colpire Arianna Meloni e quindi il governo. Pensa sia credibile questa ricostruzione? “Sallusti conosce i meccanismi della magistratura, ha imparato a sue spese rischiando l’arresto per un reato d’opinione e poi ha fatto il libro con Palamara. Per scrivere quell’articolo immagino che qualche notizia l’avrà avuta. In un paese come l’Italia tutto può succedere. Io comunque mi auguro che tutta questa vicenda non abbia alcun seguito”. Si vedrà, intanto Sallusti fa anche il nome di Matteo Renzi, assegnando al leader di Italia viva un ruolo centrale in questa vicenda. L’ex premier (che intanto si dice pronto a  querelare) lavora di sponda con i magistrati? “Questo non lo so e spero proprio di no. Posso dire però che Renzi è uno sfrontato. Fa interviste tutti i giorni per insultarci, offende Tajani e Forza Italia. Ma quando sollevò il problema della legalità di alcune intercettazioni ha goduto del nostro garantismo. E’ ormai un fallito politico che ha trasformato la sua parabola discendente in un business economico”.

 

Passiamo alla politica. A tenere banco nella maggioranza, oltre ai complotti, c’è lo ius scholae. Da quando avete avanzato l’idea, i vostri alleati vi accusano di intelligenza con il nemico. Andrete davvero fino in fondo? “Siamo consapevoli che lo ius scholae, o ius culturae, non è nel programma. Non è il tema principale, né vogliamo bloccare il governo su questo. Per noi l’unità del centrodestra resta la priorità ma sulla  riforma della cittadinanza – dice il capogruppo – abbiamo storicamente questa posizione: contrari allo ius soli che vuole il Pd ma a favore dello ius scholae. Partendo da questo siamo pronti a confrontarci con tutti. Poi certo dipenderà anche dai nostri alleati”. Al momento non sembrano troppo interessati, anzi. “E’ normale che ognuno abbia le proprie sensibilità, segnalo però che anche la presidente Meloni era favorevole. Non so se ha cambiato idea, se la ritiene una cosa urgente o se pensa altro ancora. Comunque una legge sulla cittadinanza esiste già e funziona, gli atleti che hanno vinto alle Olimpiadi potevano gareggiare grazie alla legge che è in vigore e che nel 2022 ha permesso a oltre 200 mila stranieri di diventare italiani”.

Intanto questo ritrovato slancio sui diritti è arrivato dopo alcune dichiarazioni della famiglia Berlusconi: è un caso? “Non c’è nessun nesso. I figli di Berlusconi  – spiega l’ex ministro – non interferiscono con le scelte del partito. Abbiamo avuto modo di parlare con Marina e Pier Silvio recentemente. Apprezzano molto quello che sta facendo Forza Italia, sono stati contenti del risultato delle elezioni. Hanno le loro idee, legittime. Ma questo non si riflette automaticamente sul partito”. Oltre alla cittadinanza, anche sulle carceri sembra che le idee nella maggioranza vadano in direzioni diverse, talvolta opposte. “Smentisco le tensioni raccontate sui giornali. Su alcuni aspetti abbiamo opinioni differenti, bisogna quindi fare sintesi. E direi che nell’ultimo decreto ci siamo riusciti. L’unico aspetto su cui ancora stiamo discutendo è quello sui residui di pena. Ma dopo l’estate, vedrete, troveremo un punto di caduta anche su questo”. 
 

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