Il caso
Meloni riprende le trattative per Fitto in Europa. E intanto le arrivano i fulmini dell'Anm sul caso della sorella
La premier alle prese con la grana del commissario: per il suo ministro vuole anche la vicepresidenza. L'affaire Arianna tiene ancora banco, l'associazione dei magistrati attacca. E la dirigente di Fdi: "Contro di me narrazione mostruosa, passo per traffichino"
Sospetto e Beneficio, come il nome della masseria pugliese dove si trova la famiglia Meloni. Il sospetto è quello noto scodellato dal Giornale: strane manovre contro la sorella della premier Arianna Meloni per danneggiare il governo. Il beneficio di questa operazione è chiaro. Di sicuro, senza peccare di eccessiva malizia o dietrologia, di questo si parla: della sorella d’Italia. A fari spenti intanto sta riprendendo la vera trattativa che interessa alla premier. C’è di mezzo la sua d’influenza, ma in Europa.
E qui non è questione di traffico, ma di peso specifico che l’Italia punta ad avere dopo due mosse non passate inosservate subito dopo le elezioni europee. La prima è stata il no alle tre nomine apicali di Bruxelles (Meloni si è astenuta su von der Leyen e si è espressa contro Kallas e Costa) e la seconda, conseguenza della prima, ha portato Fratelli d’Italia a non votare a Strasburgo il bis della presidente della Commissione. Questa ormai è storia, ora però continua la cronaca. E la faccenda non si è chiusa. Se anche Matteo Salvini si è espresso, all’indomani della visita in masseria dalla premier, a favore di Raffaele Fitto come commissario, tutto appare ancora sospeso. L’Italia formalmente continua a non voler indicare per vie ufficiali il nome del rappresentante destinato a Bruxelles. Questione di strategia, anche esasperata se vogliamo. Dopo la pausa ferragostana il telefono di Meloni è pronto a tornare in azione. Da una parte dire che le deleghe al Pnrr e al Bilancio interno siano troppo poco per Fitto passa come una lettura “superficiale”, dalle parti di Palazzo Chigi. La speranza di avere anche la responsabilità dei fondi di Coesione, uno dei capitoli più grandi del bilancio europeo, resta. In virtù del fatto che questa delega, quella del bilancio “può essere tutto ma anche niente”.
Poi c’è il tema della vicepresidenza, anche se difficilmente potrebbe essere operativa, ma sarebbe sicuramente un peso ulteriore da mettere sulla bilancia. Fitto e Meloni si parlano, com’è normale che sia. E non è escluso che alla fine i due si incontrino in questi giorni. Dedicati al caso “Arianna”. Dopo le dichiarazioni della premier e i sospetti di un intervento della magistratura nei confronti della sorella non si è fatta attendere la risposta dell’Anm, l’Associazione nazionale dei magistrati. Quanto di più telefonato. Ecco la nota: “Quello in corso è l’ennesimo attacco alla magistratura, volto a delegittimarla adombrando presunti complotti. Un esercizio pericoloso che indebolisce le istituzioni repubblicane e danneggia l’intero paese”. Rafforzata anche dalle parole concesse da Alessandra Maddalena, vicepresidente dell’Anm, intervistata dall’Huffington Post, dopo il retroscena del Giornale su una possibile inchiesta su Arianna Meloni, sorella della premier. “Ormai siamo abituati ad attacchi di questo tipo, anche da diverse forze politiche. Si tratta di un’operazione di delegittimazione molto pericolosa”.
Conclude Maddalena: “Ancora una volta si vuole far apparire la magistratura come interessata e di parte. Si vuole far credere che i magistrati esercitino la loro funzione per scopi politici. Così facendo si indebolisce un pezzo dello stato e si corre il rischio che i cittadini non si fidino più della magistratura”. Insomma, la polemica agostana perfetta, o quasi. Intanto Arianna Meloni ha lasciato la Puglia, direzione Sardegna, in compagnia del cane Coco e delle figlie Vittoria e Rachele. Queste le sue dichiarazioni: “Sono serena, anche se resto incredula quando mi dipingono come una traffichina: sono cose che non mi appartengono e servono a consolidare una narrazione della mia famiglia”. Agli amici la dirigente apicale di Fratelli d’Italia dice di non temere alcuna possibile indagine nei suoi confronti e nega che dietro al diluvio di attestati di solidarietà nei suoi confronti ci sia una regia. “Sono parole sincere che mi hanno commossa”.