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Assenteisti premiati

A Roma un incentivo in denaro per gli autisti dei bus che si presentano al lavoro. Geniale!

Salvatore Merlo

Pagare un extra ai dipendenti per convincerli a guidare fino alla fermata e perfino a fermarsi al rosso. L'ultima novità di casa Atac restituisce la fotografia più sincera della paradossale gestione del trasporto pubblico capitolino

Da tempo siamo convinti che l’amministrazione comunale di Roma debba essere considerata una branca della letteratura fantastica. Abbiamo dunque salutato con entusiasmo di amatori l’ultima notizia: un premio in denaro verrà corrisposto a quei dipendenti dell’Atac, il servizio dei trasporti urbani, che arrivino puntuali al lavoro e che non si assentino per farsi gli affari loro. Poiché l’anno scorso il 13,1 per cento degli autisti, dei macchinisti, dei carrozzieri e dei controllori romani è risultato di fantasia fervidissima quando si trattava di decidere dove recarsi per il weekend, mancando totalmente d’immaginazione quando li invitavano, garbatamente, a lavorare, ecco che gli amministratori scelti dal sindaco Roberto Gualtieri sono stati folgorati da un’ispirazione così splendida che per cinque minuti devono essere rimasti tutti di stucco, storditi dal proprio genio: “Istituiamo un premio per chi si presenta al lavoro”. Chissà perché non c’hanno pensato anche a Parigi, Londra e Berlino. I dettagli dell’accordo raggiunto con i sindacati, contenuti nel nuovo piano industriale, sono un capolavoro.

Di più. Sono un’opera superiore in cui si fondono Kafka e Groucho Marx. Il concetto stesso di “presenza” del dipendente sul luogo di lavoro appare meravigliosamente dilatato. Si parla infatti  di “presenza effettiva/operativa”. Questa sarà oggetto di un bonus. Perché, d’altra parte, è logico, la presenza “non effettiva né operativa” è già premiata con lo stipendio. Sono cose che fanno sognare. In tutto questo, infatti, c’è un’idea di città e un’idea forse addirittura di nazione. Già vediamo Roma attraversata da scioperi di assenteisti cronici, altrimenti detti “presenti non effettivi né operativi”, che pretenderanno pure l’equiparazione salariale ai “presenti effettivi e operativi”. Come si fa a discriminare? Intravediamo così il modello Roma che si estende  per tutta l’Italia, dalle Alpi al Simeto. Dunque poi verranno i premi per il giudice che non lascia l’imputato solo in aula, per il postino che non getta la corrispondenza nei cassonetti, per il giornalista che arriva in tempo per scrivere un articolo. Una meraviglia. Abbiamo in grande simpatia il sindaco di Roma Gualtieri  sin dai tempi in cui, da ministro dell’Economia, avviò con Giuseppe Conte quell’opera d’ingegno denominata Superbonus che ha provocato un buco di bilancio da 200 miliardi di euro. Dunque ci fidiamo di Gualtieri. Ma ci dicono che egli non ha ancora firmato il contratto di servizio con Atac, e che insomma questo bonus dipende da lui. Siamo sicuri, conoscendolo, che non si vorrà smentire, né ci vorrà deludere. Firmerà.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.