L'intervista

Parla Feltri: "Tajani sullo ius scholae è una mummia tarantolata. I Berlusconi comprino Repubblica"

Carmelo Caruso

"Lo ius scholae è una cazzata. Forza Italia, partito sbandato. Arianna Meloni difenda il diritto di fare le nomine. Marina e Pier Silvio Berlusconi? A questo punto devono comprarsi il quotidiano di sinistra"

Questo è lo ius Feltri, il diritto di dirla alla Vittorio Feltri. Antonio Tajani? “Una mummia che si è svegliata. Adesso sembra un drogato e vuole lo ius scholae. Ma che è?”. Direttore, sei contro i diritti? “Io sono per tutti i diritti, a cominciare dal  primo: amarsi  davanti, da dietro, da sotto e di lato”. E lo ius scholae? “I pensionati conoscono lo ius scalis. La fatica di salire le scale”. Cosa pensi di Repubblica che tifa  Pier Silvio e Marina? “I Berlusconi amano ormai il quotidiano che scriveva le peggiori cose su Silvio, che lo sputtanava. Cosa aspettano? A questo punto: compratevi Repubblica!”.


Direttore Feltri, come lo vuoi dire? “Alla Feltri, sempre alla Feltri”. Vuoi dunque il diritto alla provocazione, desideri lo ius Feltri? “Certo, che lo desidero. Voglio la libertà di dire, anche sul Foglio, che tutta questa discussione estiva sullo ius scholae è una cazzata e che Tajani mi pare un tarantolato, uno sotto effetto di sostanze. Ma che gli è preso?”. Non ti piace la parola latina, non ti piace la sua battaglia per assegnare la cittadinanza a chi nasce e studia in Italia? “Non vedo l’urgenza in un paese che concede già facilmente la cittadinanza. E poi, diciamola tutta, ma secondo te gli italiani conoscono il significato della parola?”. E Feltri come la spiegherebbe? “Ecco, il solo fatto che bisogna spiegarla è la prova che è una battaglia persa. Io conosco il significato della parola ma solo perché ho fatto due giorni di scuola. Ma il resto del paese? Ricordi cosa diceva Montanelli? Non farsi capire è maleducazione. Se io non  capisco, imbecille è chi non mi fa capire”.

 

Lo comprendi questo nuovo Tajani? “Sinceramente, no. Non lo comprendo. Io ricordo un Tajani mummificato. Non sono mai stato tenero con Salvini, ma Salvini ha ragione quando dice che lo ius scholae non è un tema di governo”. E’ l’effetto della cura Marina Berlusconi? Forza Italia e Tajani stanno cambiando linea, agenda, per aprirsi ai diritti, come ha chiesto la Cavaliera? “Ancora con i diritti? Diritto è una parola fasullame. Io sono per i diritti, tutti siamo per i diritti. Che vuol dire? E’ una parola che puoi riempire come vuoi, fregnacce”. Quanto ti diverte vedere la sinistra, il Pd, Repubblica, lodare la famiglia Berlusconi? “Non hai idea di quanto mi fa sorridere. La sinistra fa il suo. Gode. La verità è che ai giornali progressisti non gliene frega nulla dello ius scholae. Non è una grande questione culturale, ma solo una questione idiota. E’ solo un modo per mettere in contrasto la maggioranza. Nient’altro”.

Escludi che in questa sfida di Tajani ci sia la “famiglia” Berlusconi,  gli interessi di Mediaset? “Non sento Marina da tempo. Ricordo solo che mi scrisse una lettera affettuosa”. E che ti scriveva? “Che dopo suo padre la persona che più stimava ero io”. E Pier Silvio Berlusconi? “Dal punto di vista manageriale ha dimostrato di essere un grande manager, ma come politico non sappiamo cosa vuole fare, cosa pensa, a parte aprire a sinistra”. Non vuol fare politica come il Cav.? “Sono supposizioni. I figli non somigliano ai padri. A volte è una fortuna, altre volte meno; il peggio che possa accadere è avere dei figli che vogliono piacere ai nemici del padre”. Ma non era il tuo Giornale, il Giornale di famiglia, il quotidiano dei Berlusconi? Cosa sta accadendo? “Guarda che lo è ancora oggi. I Berlusconi possiedono il trenta per cento del Giornale e il resto è degli Angelucci”. E che se ne fanno di quel trenta per cento? I Berlusconi amano ancora il Giornale? “Non lo capisco neppure io. Un editore deve aprire il suo giornale, conoscere le sue firme, accorgersi quando scrivono meno, desiderare di prenderne altre, le migliori, capire dove sta andando, cosa vuole fare il suo direttore”. Tu che ne faresti di un giornale dove non incidi sulla linea, che guardi da lontano? “Non me ne farei nulla, ma quella linea, la linea dello ius scholae non era  la linea di Forza Italia”. E’ di sicuro la linea di Repubblica che riempie di complimenti i Berlusconi, da postumo, che corteggia i figli. Repubblica sarà il loro Giornale? “Non gli resta che comprarlo. Costa pure poco. Fossi in loro io lo comprerei”.

Anche tu credi al complotto contro Arianna Meloni, denunciato dal direttore Alessandro Sallusti? Anche tu credi al “verosimile”, come dicono le sorelle Meloni? Da quando una premier può farsi scudo con il verosimile e poi attaccare i giornalisti che scrivono retroscena verosimili? “Sallusti ha ragione. Ricordati che ha scritto un libro con Palamara. Ha informazioni di prima mano. Arianna deve rivendicare il diritto di occuparsi di nomine. E’ meglio che se ne occupi lei dei maschi di FdI. E’ un dirigente politico e ha il diritto di farlo”. Tajani può fare cadere Meloni? “Sì, se va in moto, e Meloni in bicicletta. A me Forza Italia sembra un partito sbandato”. Alticcio? “E’ come chi dice di reggere l’alcool ma da ciucco”. Lo ius Feltri lo facciamo approvare? “Sarebbe una grande legge. Il diritto, per chi ha superato gli ottant’anni, di dire quello che nessuno può dire, di scrivere senza il dovere di farlo per farlo”. Una schola o un giornale? “Un giornale. Non è forse una scuola?”.

Carmelo Caruso
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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio