I guai della capitale

Con Gualtieri Roma è cambiata? Dai numeri non si direbbe

Gianluca De Rosa

Non solo incendi. Da quando governa il sindaco Pd  su tante cose nella capitale non è cambiato molto. Lui ne fa una questione di tempismo: l'Anno santo sarà quello decisivo. Non ci facciamo un segno della croce e speriamo abbia ragione

Roberto Gualtieri se la prende con i piromani e il cambiamento climatico. E non c’è dubbio che entrambe le cose possano aver giocato un ruolo negli incendi che hanno funestato l’estate capitolina. Monte Mario, Ponte Mammolo, Torre Spaccata. Solo per elencare gli eventi più intensi che tra luglio e agosto hanno incendiato la capitale. A guardare i dati comunque   un pochino ci si spaventa. Dal 15 giugno al 13 agosto (e quindi prima dell’ultimo grande incendio) gli interventi complessivi  dei Vigili del fuoco per incendi boschivi sul territorio del comune di Roma sono stati 1.015, praticamente il quadruplo di quanto avvenuto negli ultimi anni.


Numeri che riportano indietro la situazione all’estate del 2017, anno record, quando gli incendi furono comunque di meno: 868. In un’intervista al Corriere della Sera, evocante un complotto senza scopo “gli esperti mi dicono che ci sono piromani che appiccano gli incendi per il gusto di farlo”, il sindaco ha ammesso in parte la situazione, ma cercando ancora una volta di scaricare il barile. Roma non fa più notizia. Come ai tempi di Virginia Raggi, quando i disastri della capitale finivano persino nella parte alta dei telegiornali nazionali. Ma al di là del racconto quanto è cambiata la Roma di Gualtieri, piena di cantieri per Giubileo e Pnrr che il sindaco indica come il segnale di una svolta imminente? A guardare i numeri si direbbe, almeno sinora, assai poco. Non solo per quanto riguarda gli incendi, e quindi anche lo sfalcio dell’erba e l’intervento sugli insediamenti abusivi nei parchi (l’incendio di Monte Mario potrebbe avere questa origine). Ma guardando ad esempio i trasporti, ecco che si vede come le cose fatichino a migliorare. Nel 2023 le corse totali di bus, tram e treni della metropolitana sono diminuite del 7,8 per cento, rimanendo al di sotto degli obiettivi programmati per il 2021. Anche l’assenteismo dentro Atac rimane alto, intorno al 13 per cento, costringendo l’azienda a fornire bonus a chi viene a lavorare.

 

Anche sui servizi anagrafici si fatica a migliorare. I tempi di attesa oscillano tra i sei e i sette mesi. In questi giorni, forse per le ferie del personale o forse chissà, è addirittura tecnicamente impossibile avere un appuntamento. “La sede non offre al momento disponibilità alla prenotazione di appuntamenti”, recita il sito del Viminale accanto a qualunque ufficio comunale o municipale della capitale. Per risolvere la questione l’amministrazione ha quindi organizzato l’ennesimo open day per il 24 e il 25 agosto. Posti da prenotare, già esauriti. E poi gli scippi in metropolitana. Dati ufficiale non ce ne sono, ma dalle segnalazioni ufficiose nell’ultimo anno ci sarebbe stato un picco di episodi. L’argomento più che per merito della stampa è finito all’attenzione all’opinione pubbliche per le non proprio encomiabili ronde organizzate dallo youtuber Cicalone. Non è un caso che Roma sia precipitata al 35esimo posto nell’annuale classifica del Sole 24 Ore e che persino i dati dell’Agenzia per il controllo dei servizi pubblici locali di Roma capitale – che ogni anno pubblica una relazione realizzata intervistando un campione di 5 mila romani – continuino a mostrare una situazione critica, con voti sotto la sufficienza per la maggior parte dei servizi: dai trasporti alla pulizia, dalla raccolta dei rifiuti ai servizi sociali. Insomma, Roma faceva già schifo, nessuno può negarlo, ma le cose non sembrano poi così cambiate. Gualtieri ne fa una questione di tempi e assicura che questo sarà l’anno della svolta. L’Anno santo. E allora ci facciamo un cristiano segno della croce, poi, paganamente, incrociamo le dita. Speriamo abbia ragione lui.

Di più su questi argomenti: