Ottaviano Del Turco, foto LaPresse

1944-2024

È morto Ottaviano Del Turco, tenace combattente di battaglie difficili

Sergio Soave

L'ex sindacalista e governatore dell'Abruzzo è morto a 79 anni. Nella sua vita sindacale e politica ha sempre ricercato un confronto sincero che superasse gli stereotipi della posizioni preconfezionate

Il mio ricordo di Ottaviano Del Turco risale al periodo in cui è stato il principale leader dell’area socialista nella Cgil, fino a diventare vice di Luciano Lama nel 1983. In quella fase, dominata a sinistra dallo scontro politico e caratteriale tra Enrico Berlinguer e Bettino Craxi, era persino in discussione la permanenza dei socialisti nella Cgil, e contro l’ptosi di una scissione e di un trasferimento nella Uil, Del Turco fu irremovibile, il che gli costò anche tensioni con Craxi. Nella Cgil però insistette sulla necessità di far prevalere una concezione riformista e un’attenzione specifica e autonoma alle questioni del lavoro. Quando si aprì la questione dell’annullamento di 5 punti di contingenza, deciso dal governo Craxi, in accordo con Cisl e Uil ma con una fermissima opposizione della componente comunista della Cgil, Del Turco argomentò contro la prevalenza degli automatismi salariali in nome dell’autonomia contrattuale, denunciò che l’appiattimento salariale determinato dalla contingenza eguale per tutti costringeva il sindacato a restaurare sul piano contrattuale le differenze retributive, mettendolo in una situazione difficile. La pressione del Pci era assolutamente prevalente, e ciò portò agli scioperi generale e poi al referendium, nel quale però subì una bruciante sconfitta.

Quello che colpiva in Ottaviano era la grande disponibilità alla discussione, la ricerca di un confronto sincero che superasse gli stereotipi della posizioni preconfezionate. Alla fine si vide che in tante questioni aveva avuto ragione, a cominciare dalla questione della contingenza, che fu superata durante il governo di Carlo Azeglio Ciampi con l’accordo dell’allora segretario della Cgil Bruno Trentin, che può subito dopo quella firma si dimise. Il fatto è che gli argomenti della componente riformista, allora considerati da molti pure esercitazioni econometriche utilizzate per giustificare la politica craxiana, poi si dimostrarono fondati. Dunque Del turco fu sconfitto nell’immediato, ma lasciò una traccia destinata ad essere vincente sul lungo periodo. La sua coerenza riformista lo sostenne anche nelle difficili battaglie politiche, che sostenne spesso in condizioni quasi disperate, come quando assunse in extremis la segreteria di un Psi ormai devastato da Tangentopoli. Perse anche, sul momento, la battaglia per portare gli eredi del Psi nel Pds, ma alla fine la prospettiva dell’unità della sinistra finì per prevalere nei fatti. E’ anche questa sua tenacia nel combattere battaglie difficili, spesso perse nell’immediato ma poi rivelatesi giuste, che rende la figura di Del Turco rilavante ancora oggi, in contrasto con la politica delle vittorie immediate e costruite su basi fragili.     

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