il caso

L'avvocato Brancadoro lascia Urso e l'Ilva, questione d'opportunità

Luciano Capone

Il difensore del ministro delle Imprese e membro della sua fondazione rinuncia "ai mandati legali conferitimi dal ministro" e anche all'incarico di Accierie d'Italia (controllata dal Mimit). Ma c'è ancora un incarico poco opportuno nell'operaizone Seri-IIA

Gianluca Brancadoro, storico avvocato del ministro delle Imprese Adolfo Urso, dice al Foglio che “proprio per evitare inutili strumentalizzazioni” ha rimesso i “mandati legali a suo tempo conferitimi dal ministro Urso per sue vicende private”. Inoltre, sempre per “evitare qualsiasi inutile chiacchiericcio” annuncia di voler rimettere “quanto prima il mandato legale conferitomi dall’a.s. Acciaierie d’Italia”.

La questione è stata sollevata, il 21 agosto, dal Domani che ha notato che i commissari dell’ex Ilva hanno affidato a Brancadoro un incarico senza gara “per ragioni di somma urgenza”. Il nome dell’avvocato Brancadoro che, come ci tiene a sottolineare al Foglio, lavora “con autorevolezza” e scrive “saggi scientifici nel campo delle amministrazioni straordinarie da oltre trent’anni”, compare nell’elenco dei numerosi consulenti ingaggiati dal gruppo Acciaierie d’Italia (AdI) in amministrazione straordinaria con un compito importante: “Assistenza giudiziale e stragiudiziale nei rapporti con Ilva”. L’oggetto della consulenza è molto delicato e l’incarico è stato affidato in maniera diretta, come dicevamo, per “ragioni di somma urgenza”.

Ora, per ragioni di somma inopportunità, Brancadoro fa un passo indietro e i commissari dovranno trovare altrettanto urgentemente un altro legale. In discussione non sono, appunto, le sue competenze. Brancadoro ha una lunga esperienza di consulente per gruppi bancari, finanziari e industriali: titolare dello studio Brancadoro-Mirabile, è stato commissario straordinario della Banca Popolare di Spoleto e presidente del Comitato di sorveglianza di Carige, ed è commissario della vecchia Alitalia-Lai insieme a Giovanni Fiori, attuale commissario di AdI che l’ha voluto consulente per Ilva. Ad aprile 2023, inoltre, Brancadoro è stato nominato su indicazione del governo Meloni (più precisamente dal Mef) vicepresidente del cda del Monte dei Paschi di Siena (Mps).

Il problema, semmai, riguarda le relazioni con il ministro Urso, da cui dipendono le amministrazioni straordinarie come l’Ilva. Brancadoro, infatti, è molto legato al ministro di Fratelli d’Italia. È il suo avvocato di fiducia e fa parte dell’organigramma della Fondazione Farefuturo, presieduta da Urso, con l’incarico di presidente del Collegio dei revisori (sebbene recentemente la pagina sia stata soppressa dal sito).

Lo scorso febbraio il nome di Brancadoro circolava come papabile nella lista dei commissari dell’ex Ilva, insieme ai prof. Carlo Mapelli e Alessandro Danovi. Evidentemente, per le stesse questioni di opportunità, la scelta è ricaduta su altri: Giancarlo Quaranta (nominato a febbraio), Davide Tabarelli e Giovanni Fiori (nominati a marzo). Quasi simultaneamente (a marzo) i nuovi commissari di AdI hanno affidato l’incarico a Brancadoro.

Abbiamo chiesto al Mimit da quali eventuali altre amministrazioni straordinarie di competenza del ministero Brancadoro ha ricevuto incarichi, a partire dall’insediamento del governo Meloni. Il ministero non ha ancora risposto. Abbiamo posto la stessa domanda a Brancadoro, chiedendogli inoltre se ha altri incarichi in operazioni in cui il Mimit – o società a esso riconducibili – è coinvolto. Brancadoro ha definito la domanda “un po’ capziosa”, visto che è limitata “all’ultimo miglio” della sua attività, ricordando che questo è “un settore in cui opero da sempre e a buon livello”.

Ma ha risposto che “dopo l’insediamento del governo Meloni, sfortunatamente non ho avuto altri mandati legali oltre all’incarico” di AdI, che ha intenzione di rimettere “quanto prima” per “evitare qualsiasi inutile chiacchiericcio”. L’avvocato ha precisato che “proprio per evitare inutili strumentalizzazioni, ho rimesso mandati legali a suo tempo conferitimi dal ministro Adolfo Urso per sue vicende private”. Su questo, però, Brancadoro è quantomeno impreciso: si può affermare con assoluta certezza che ha continuato a essere l’avvocato di Urso anche dopo aver ricevuto l’incarico in Ilva (marzo 2024), dato che la citazione del ministro Urso contro il Foglio e il Riformista (per la nota vicenda “Adolfo Urss”), firmata dall’avv. Brancadoro, è stata depositata tre mesi dopo (giugno 2024).

Peraltro, in quegli stessi giorni, a metà giugno, lo studio Brancadoro Mirabile veniva indicato come advisor del gruppo Seri Industrial nell’acquisizione dallo stato del 98% di Industria Italiana Autobus (IIA). Un’operazione voluta e autorizzata da Urso: “L’ingresso di Seri Industrial nel capitale di Industria Italiana Autobus segna una nuova pace nella storia di questa azienda”, ha dichiarato il ministro.

Non c’è nulla di illegale, ma è un po’ strano vedere che lo studio dell’avvocato del ministro delle Imprese faccia da advisor in un’operazione industriale decisa dal ministro. Brancadoro dice, riguardo alla rinuncia dei mandati di Urso e AdI, che non era tenuto a farlo “ma l’ho fatto perché mi sembra opportuno”. Che non sia il caso, sempre per opportunità, di rimettere anche il mandato di Seri Industrial per l’acquisizione di IIA?

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali