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Lega al contrario

Trattativa Vannacci-Salvini: il 30 per cento dei candidati alle regionali o corro da solo

Simone Canettieri

Il neoeurodeputato in quota Lega (ma indipendente) cerca segretamente nuovi volti per la sua lista. L'idea di un partito ispirato al libro sembra ancora una congettura, ma la spinta autonomista vannacciana fa sudare freddo il titolare del Carroccio

L’eurogeneralissimo fa sul serio. Tratta, fa trapelare, smentisce, allude. Tira la corda, molla la corda. Fa parlare e intervistare i suoi vice. C’è fermento. Le truppe si stanno radicando sui territori. L’autunno di Roberto Vannacci si prospetta interessante. E, di converso, anche per Matteo Salvini. In questi giorni dietro le quinte è in corso una trattativa fra il mondo (ovviamente al contrario) vannacciano e  i vertici della Lega.  Si parla delle prossime regionali: Umbria, Liguria ed Emilia-Romagna. Tre elezioni complicate (eufemismo) per il centrodestra,  ma il dato finale non interessa al neo europarlamentare, eletto con 500 mila preferenze nella Lega come indipendente. 


Intorno a Vannacci ruotano due associazioni. Una culturale che diventerà politica “Il mondo al contrario” e poi “Noi con Vannacci”, associazione politica creata dall’ex senatore del Carroccio Umberto Fusco che ha già tesserato mille persone. Fusco è un personaggio centrale nonché l’animatore dell’evento che si svolgerà il 19 e 20 settembre a Viterbo tutto dedicato al generale. Il fulcro meccanico di tutto questo attivismo, invece, è “il camerata”, come ama farsi chiamare, Fabio Filomeni, tenente colonnello in congedo della Folgore. E’ il presidente de “Il mondo al contrario”. Che al Corriere ha detto: “Finora abbiamo circa 8 mila tesserati nell’associazione. Aderire costa 30 euro e stiamo ricevendo centinaia di nuove richieste. E’ segno che siamo sulla strada giusta, no?”. Messaggio arrivato e accolto in Via Bellerio con una certa preoccupazione. Con una certa apprensione. Per dirla drastica: Vannacci ha messo sul tavolo la possibilità di presentare la sua lista in appoggio dei candidati governatori del centrodestra se non gli verrà riconosciuta una quota del 30 per cento all’interno della lista della Lega. E così alla fine sarà. Ecco perché dietro le quinte sono già iniziati gli scouting a Perugia, Bologna e Genova. Si cercano uomini e donne di buona volontà che si candideranno con il partito di Salvini, ma da indipendenti in quota generalissimo. Il quale poi, forte dello slancio mediatico che gli darà la due giorni viterbese, inizierà a fare campagna elettorale per loro, solo per loro, nelle tre regioni che andranno alle urne. Il tira e molla che fa capolino sulle pagine di tutti i giornali è dunque strumentale a questa trattativa in corso fra Vannacci e Salvini. Al quale il segretario della Lega ha detto sì, ovviamente. Anche perché per l’eterogenesi dei fini al vicepremier fa comunque comodo che le liste della Lega abbiano più consensi, soprattutto in territori dove potrebbe ripetersi, come alle ultime europee, il sorpasso di Forza Italia. A Roma si dice: “Areggime che t’areggo”.

Con la differenza che in questo reciproco soccorso pieno di rispettive utilità chi sembra dover giocare di rimessa è proprio Salvini. Costretto a smentire qualsiasi intenzione del suo “amico Roberto” di volerlo prima o poi salutare, portandosi via il pallone e svuotando la Lega. Chi ha parlato con Vannacci e Filomeni dice che la strategia è di più ampio respiro. Al momento non sono previste scissioni. “Il mondo al contrario” non diventerà un partito, ma una corrente della Lega. Strutturata militarmente – ma questo è quasi banale – con referenti in tutta Italia. E’ anche una tessera di 30 euro per iniziare a fare cassa, come si deve. E in futuro si vedrà, certo. Intanto se l’europarlamentare riuscirà a far eleggere qualche consigliere regionale in autunno avrà terminato la prima fase. Questa dinamica ha tante variabili. La prima riguarda la tenuta interna di Salvini: chi conosce la storia della Lega soprattutto quella degli ultimi dieci anni sa che non c’è mai stato posto per il correntismo. Sicché il mito del partito leninista-salviniano potrebbe entrare in crisi, con l’innesto di forze che nei fatti rispondono a Vannacci e non a lui. Tutto può succedere. Di sicuro chi ha parlato con l’europarlamentare e con Filomeni di recente svela questo ragionamento: “L’obiettivo sono le prossime politiche, Roberto vuole far crescere una classe dirigente che risponde a lui e portarla in Parlamento. Una volta arrivati  lui e i suoi uomini potrebbero davvero staccarsi dalla Lega”. E allora sì che inizierebbe un altro film. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.