Il racconto

Il ritorno di Renzi alla Festa dell'Unità: "Non massacrate Schlein, se stiamo insieme Meloni va a casa"

Simone Canettieri

Il leader di Italia viva a Pesaro. Applausi e segnali al popolo dem: "Se la linea del centrosinistra non la dà Travaglio io ci sto". Poi va a cena con Liliana Segre 

Dal nostro inviato a Pesaro. Questioni di parabole. Più che altro politiche. E quindi dice che non si sente il figliol prodigo ("Matteo Ricci non mi sembra il vitello grasso da sacrificare"), ma rieccolo qui, fra il popolo nel Pd - "compagni e amici " - e, assicura, nel centrosinistra. Di sicuro è prodigo di affetto, questo sì. Soprattutto per Elly Schlein, che si presenterà qui domenica in una giornata che vedrà fra gli ospiti anche Massimo D'Alema: "Non massacrate Elly come fu per gli altri segretari del Pd: da Veltroni a Zingaretti passando da me". 

Applausi del pubblico. Matteo Renzi arriva alla Festa dell'Unità di Pesaro, a Baia Flaminia, alle 19,30 in tempo per entrare nei tg più importanti di sera. Arriva, ma è un ritorno. Una parabola politica, appunto. Mancava da questi stand dal 2022, quando si presentò a Empoli. Un'era politica fa. Ora, spiega ancora chissà quanto intimamente convinto, non gioca più da centravanti.  

L'ex premier e (quasi) alleato ritrovato fa le dichiarazioni alle tv dietro il cartellone del partito che riuscì a portare al 41 per cento. La scena fa impressione, curva nella memoria. Poi entra in uno stabilimento per un aperitivo con l'europarlamentare del Pd Matteo Ricci, che ha organizzato questo evento, e Myrta Merlino, che li intervisterà. 

Al tavolo - che poi sarebbe una barca spiaggiata - ecco spuntare Francesco Bonifazi, deputato di Iv e Luciano Nobili, consigliere regionale nel Lazio.

Più tardi si aggiungerà anche il deputato Claudio Mancini, organizzatore della corrente dem, Rete democratica, di cui fa parte Ricci.

Renzi sul palco si mette seduto a sinistra, e ci scherza su. "Io mi fido di Schlein, se la linea la dà lei. Se invece la dà Travaglio, che mi insulta e ha fatto cose orribili, allora non ci sto". 

Applausi dei 1500 e passa presenti alla Festa. "Se sono il pelo superfluo, come dice Travaglio, va bene. Ma se c'è una forza politica che vale, il 2 o il 4, scegliete voi, e può fare la differenza allora ecco spiegati i nervosismi di Travaglio e di Meloni". 

E' un piccolo show, quello dell'ex premier. Che avrà pochi voti e sarà respingente come un riccio di mare sotto un piede, ma che sul palco sa come dettare tempi e calamitare l'attenzione. "Se volete parlare del passato ci sto una giornata: sono orgoglioso di avere mandato a casa Matteo Salvini, anche Conte per portare Draghi. Però a Conte dico: non guardiamo al passato, mandiamo a casa Meloni. E la candidata premier dovrà farlo il segretario del partito di maggioranza". 

Quindi Schlein. "La discussione del futuro sarà tra Elly e Meloni: vi sembra normale che in una sfida che dobbiamo vincere c'è uno, come Conte, che dice: non votateci?".

Renzi ce l'ha con il capo del M5s, anche se non dice che non fa polemiche con lui: "Ma io ho firmato le unioni civili, lui i decreti sicurezza, io ho lavorato con Obama, lui non sa scegliere fra Harris e Trump. Devo continuare? A Conte dico: scurdammoce 'o passato".

Ricci, che fu renziano e anche molte altre cose, ricorda al capo dell'Iv che far cadere Conte "fu un errore, caro Matteo, perché portare la Lega nel governo Draghi indebolì anche quello esecutivo e ora siamo tornati al punto di partenza". E qui segna un punto Ricci. "Ma allora però caro Matteo la coalizione la guidava il M5s, e non il Pd. Con il Pd ci sto", gli risponde Renzi. Schermaglie con il sorriso in bocca. 

L'eurodeputato d'altronde, già sindaco di Pesaro, fu il primo a portare i grillini in giunta ai tempi dei rossogialli. Ancora Ricci: "Se si sta con Orlando in Liguria, non si sta con Bucci a Genova: e anche in giro per l'Italia hai fatto operazioni strane, così come Calenda", rintuzza l'europarlamentare dem che non vuole passare da renziano e dunque cammina sulle parole come un funambolo. Renzi prima di andarsene cita don Lorenzo Milani sull'importanza di restare uniti. Poi la sua serata pesarese proseguirà a cena con la senatrice a vita  Liliana Segre, che nelle scorse settimane è stata durissima con Giorgia Meloni per via dell'inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale, vivaio di Fratelli d'Italia. Un altro segnale del senatore fiorentino, ex segretario e ora quasi alleato del Pd. 
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.