Schlein riemerge sabato a Procida. Problema: scaricare Orlando e sistemare Gentiloni

Salvatore Merlo

La segretaria del Pd, fondista delle vacanze estive, riemergerà il 31 agosto dalle acque come una Madonna delle maree. I ragazzi della segretaria già si vedono al governo e non parlano d’altro. Ma prima ci sono delle questioni impellenti da affrontare

Siamo tuttora ossessionati da due drammatiche righe che abbiamo letto ieri sul Corriere: “Infine tutti si chiedono: dove sta Schlein?”. È questa, effettivamente, la domanda che, come un lungo brivido, percorre tutto il Pd: dove sta la segretaria? Sembra passare in seconda linea il problema del salario minimo, si direbbero non impellenti quelli delle firme per i referendum, della guerra in Ucraina, dell’inflazione, della sanità, perché appare primario il bisogno di sapere dove sta Schlein. È in Svizzera. Anzi no, è al mare. Anzi no, è in America. Ma insomma si può sapere dov’è? Di sicuro è sparita. Quanto durano ’ste vacanze? Ma tranquilli, ci ripetono: ella, anzi Elly, tornerà. Statene certi.

 

Sabato sarà a Procida, alla festa dell’Unit* (l’asterisco non è un refuso). Ella, anzi Elly, insomma Schlein, ormai detta anche la dispersa di Bologna, riemergerà il 31 agosto dalle acque come una Madonna delle maree, linda come un canarino e gentile con un’arpa. Ad attenderla, i ragazzi della sua segreteria che hanno, certo, un grande e referente rispetto per le ferie del capo, anche se una qualche impazienza davanti a questa fondista delle vacanze estive ogni tanto li coglie. Se non altro perché ci sono delle questioni impellenti da affrontare. I ragazzi della segreteria (“Elly’s band”) già si vedono al governo e non parlano d’altro. Sarà pur vero che fino a ieri erano al massimo consiglieri regionali, ma sono nati con la voglia di ministro come altri nascono con la voglia di fragola o di caffè.

 

Epperò c’è un problema. Prima di spartirsi i ministeri di un governo che ancora non esiste, bisogna completare le pulizie estive nel partito. Sbolognati i più tra i dinosauri del Pd a Bruxelles, ne restano ancora un po’ a Roma. C’è da sistemare Andrea Orlando in Liguria dove lo si deve candidare presidente, e c’è soprattutto da fargli capire un concetto fondamentale: poi resti lì anche se perdi le elezioni. Poi c’è da sistemare Paolo Gentiloni. Anche se egli pare si stia sistemando da solo in qualche organismo internazionale tipo la Banca mondiale, e comunque non ha problemi “esistenziali” per i prossimi due anni visto che continuerà a ricevere la sua indennità da ex commissario europeo (è tale che ogni mese gliela portano su col montacarichi: 25.910 euro). Quanto a Dario Franceschini ha lasciato già intendere di non volersi ripresentare. Il suo intento è stato accolto con un applauso. Quella di trovare qualcuno che se ne va autonomamente è diventata l’ambizione suprema della segreteria Schlein, tanto che la prossima riunione si è deciso di tenerla alla stazione Termini. L’altoparlante annuncia: “È in partenza l’Eurostar per Milano”. Si sente un entusiastico evviva e si vede un frenetico sventolio di fazzoletti. Sono i ragazzi di Elly.

     

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.