L'intervista
Cattaneo: “La Lega si calmi, sì all'Autonomia, ma solo dopo i Lep”
L'ex sindaco di Pavia e deputato di Forza Italia replica al governatore lombardo Attilio Fontana: "Noi di FI sosteniamo la riforma, ma va attuata bene e per avere certezze sulle risorse finanziarie servono prima i Lep"
Alessandro Cattaneo, il governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana si dice “stupefatto” dalla linea di Forza Italia sull’autonomia. Davvero non volete permettere a Veneto e Lombardia di firmare i primi accordi per il trasferimento alle regioni di funzioni per le quali non è necessaria la definizione dei livelli essenziali di prestazione. Volete fermare la riforma Calderoli? “Al di là delle cose che sono state dette, dobbiamo sgombrare il campo: noi di FI abbiamo votato con tutta la maggioranza la riforma dell’autonomia, dando prova di crederci sul serio. Vogliamo però essere i garanti di una riforma fatta per bene, senza spaccare l’Italia. L’elemento cardine per un’autonomia che funzioni, non giriamoci attorno, è la definizione dei Lep e, soprattutto del loro finanziamento. Andare a sottoscrivere accordi prima non garantisce le certezze che servono sulle risorse finanziarie. Ripeto, non siamo contro l’autonomia ma siamo quelli che lavorano affinché possa essere una vera opportunità per il paese”. Alessandro Cattaneo, deputato di FI e già sindaco di Pavia, lombardo doc, non ci sta a passare come un nemico dell’autonomia differenziata.
L’argomento sarà oggi tra quelli discussi al vertice di maggioranza tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini che precederà il primo Consiglio dei ministri dopo l’estate. Fontana però lascia quasi intendere che sull’autonomia la pensiate come la sinistra. “Ma figuriamoci – dice il forzista – la sinistra ha fatto la devoluzione con il titolo V, Bonaccini, quando andava di moda, ha chiesto anche l’attivazione dell’autonomia differenziata per l’Emilia, in Lombardia e Veneto il Pd sostenne i referendum di Maroni e Zaia, oggi invece sostengono che sia il male assoluto, è una presa di posizione pretestuosa. Il divario tra nord e sud c’è da 80 anni quindi questa narrazione è ridicola. Detto questo proprio per non fornire alibi al Pd e ai suoi alleati è giusto procedere con attenzione”. Intanto l’opposizione si prepara al referendum, il suo compagno di partito, il governatore della Calabria Roberto Occhiuto dice che nella sua regione finisce 90 a 10 per l’abolizione della riforma Calderoli. “Il referendum potrebbe essere un’occasione per discutere nel merito, c’è però il rischio che il dibattito si riduca a uno scontro sud contro nord. Tutti dovremmo impegnarci affinché non sia così”.
Intanto tra autonomia, carceri e ius scholae ogni giorno fate sobbalzare un leghista dalla sedia, siete diventati il partito dei diritti? Qualche leghista vi prende in giro dicendo: “Ormai FI è una costola del Pd”. “Ma assolutamente no. Noi non guardiamo al Pd, siamo con convinzione nel centrodestra. Dalle carceri allo ius scholae abbiamo una nostra sensibilità ma riguarda il dibattito parlamentare, non l’azione di governo. Inoltre, mi lasci dire una cosa…”. Dica. “Se il campo largo cerca di capire come organizzarsi con Renzi che torna per occupare il centro ed essere più competitivo, noi dobbiamo fare altrettanto per rafforzare il centrodestra. E’ chiaro che per occuparsi di diritti e garantismo, per parlare all’elettorato moderato, noi di FI siamo i più adatti. Ma questo posizionamento non è un favore che facciamo a noi stessi, semmai è un vantaggio per l’intera coalizione”. Intanto due giorni fa il capogruppo del Ppe Manfred Weber è stato a Roma per parlare della prossima commissione europea. Ha incontrato Giorgia Meloni, e ovviamente Antonio Tajani. Per la premier ha speso parole di miele, mentre è stato molto duro con la Lega, nonostante entrambi, Lega e FdI, in Parlamento europeo abbiano votato contro il bis alla guida della Commissione di Ursula von der Leyen. Al governo si registra sempre più spesso un due contro uno, nel senso di voi e FdI contro la Lega. “Non c’è nulla contro la Lega, Weber ha incontrato Meloni perché è la presidente del Consiglio, non c’è una dinamica di due contro uno, la Lega è un pezzo imprescindibile del centrodestra, ma in Europa appartiene a una famiglia diversa. Noi con Tajani abbiamo lavorato per il bene del paese”.