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Genny non sboccia

Caso Sangiuliano. La "consigliera" Boccia partecipava a riunioni e chat. Era pronta a gestire il G7 Cultura di Pompei

Carmelo Caruso

La consigliera mai nominata accusa lo staff del ministro e pretende scuse. Partecipava alle riunioni preparatorie del G7 spostato a Pompei, sua sua città. Gli imbarazzi del governo

Ministro Sangiuliano, non c’è più da scherzare. C’è una sua consigliera che non è mai stata nominata consigliera, ma che operava da tale. Si chiama Maria Rosaria Boccia e aveva accesso alle chat del ministero, partecipava alle riunioni con il consigliere diplomatico, comunicava con il resto del gabinetto. A che titolo? Boccia vuole essere definita imprenditrice di grandi eventi e pretende scuse. Mostra chat per raccontare che al ministero hanno mentito. Denuncia un tentativo di sporcarla portato avanti dallo staff di Sangiuliano. A Boccia sarebbe stato promesso di curare l’organizzazione del G7 della Cultura di Pompei che si tiene dal 19 al 21 settembre, evento inizialmente previsto a Positano, ma spostato a Pompei, per volere del ministro. Perché è stato spostato? Pompei è la città di Boccia, la città dove ha conosciuto Sangiuliano il 5 agosto del 2023. Lo stesso ministero ora ammette che Boccia ha partecipato a riunioni preparatorie per il G7 e non “può escludere che abbia ricevuto mail dai funzionari”. A che titolo le riceveva? Chi cura la comunicazione di Sangiuliano ha dichiarato a “In Onda”, su La7, di non conoscerla ed era falso.

 

 

Giorgia Meloni protegge i suoi ministri, ma non protegge i ministri che mentono. Vuole chiarezza. Boccia era stata inserita nelle chat proprio da chi ha lasciato intendere che fosse una donna che “voleva accreditarsi”. Per mesi è stata molto di più. Accompagnava Sangiuliano in trasferta, le veniva riservato il ruolo dello staff. E’ stato chiesto al ministro perché sia stata inserita nelle chat e il ministro ha risposto: “E’ stata subito rimossa”. Era vero dunque che ne faceva parte. Lunedì 26 agosto, Boccia, sul suo profilo, in un post, scrive: “Grazie al ministro per la nomina a consigliere per i grandi eventi”. La nomina non solo le era stata garantita, ma era stata sollecitata da Sangiuliano, ed era in fase di registrazione. Gli uffici avrebbero anche richiesto documenti a Boccia. La nomina è vero che non è mai stata perfezionata ma Sangiuliano non riesce a dire quello che si dice in questi casi: è venuta a mancare la fiducia.

Perché non lo vuole dire o non lo può dire? Abbiamo chiesto, nuovamente, al ministero perché la nomina sia saltata e la risposta è stata che “nella fase d’istruttoria si è ritenuto opportuno non procedere”. Cosa è cambiato? A metà agosto, il ministero si agita. Vengono sostituiti due uomini della scorta di Sangiuliano ma non se ne comprende la ragione. Sarà il capo di gabinetto, Francesco Gilioli, a comunicare a Boccia la mancata nomina. Da quel giorno al ministero si vive nell’angoscia. Attenzione, non è pettegolezzo. Una consigliera, che non è poi stata nominata, riceveva mail dei funzionari, le comunicazioni riguardanti il prossimo G7 della Cultura, spostato per decisione di Sangiuliano in quella città. Non è pettegolezzo. E’ questa la prova di come il governo Meloni maneggia cariche, dossier, informazioni di stato. E’ la prova che un ministro, che preferisce adesso farsi passare per fesso, stava per consegnare l’organizzazione del G7, alla consigliera che lo ha ammutolito. Dove è finito il ministro sbruffone che strappava il microfono ai giornalisti e che si vantava di spedire il suo social media manager agli archivi? Abbiamo finora sorriso, Genny Delon, Genny nove secondi e mezzo, ma questo non è più l’ultimo tango a Parigi. E’ solo da ministro ultimo della classe Meloni. Aveva scelto Pompei per celebrarsi ma è a Pompei che sommerge d’imbarazzo il suo governo.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio