Caso Boccia-Sangiuliano

Sangiuliano e la chiave d'oro da 14 mila euro donata dal comune di Pompei. Meloni lo difende: "E' gossip"

Carmelo Caruso

La città di Boccia, Pompei, ha donato al ministro una chiave d'oro, lui continua a tacere, Boccia continua a sfidare il ministero sui social. La premier "Non è stato speso un euro per questa persona"

A che titolo? Meloni, a che titolo? Maria Rosaria Boccia, la consigliera non consigliera di Sangiuliano, che conosceva i percorsi del G7, a che titolo?, si è adoperata per far consegnare a Sangiuliano una chiave d’oro  da 14.823 euro. Per ringraziare il ministro, che ha spostato la serata inaugurale del G7 a Pompei, Boccia e il sindaco Carmine Lo Sapio, il 23 luglio, donano questa “chiave” che incanta la città per il suo costo. Meloni a Paolo Del Debbio, a “4 di sera”, dice di aver parlato con il ministro: “Mi garantisce che non ha avuto accesso a documenti riservati e che neanche un euro è stato speso per questa persona (…) il gossip lo lascio ad altri”. Menzogne, sicurezza compromessa, doni per ingraziare pavoni. Può un governo temere la pubblicazione dei post di Boccia? Il governo può garantire che le informazioni di Boccia non siano state passate a terzi? Si è verificato sulle eventuali incompatibilità giudiziarie di una (non) consigliera? Sono domande. Meloni, a che titolo?

 

A che titolo, Maria Rosaria Boccia, che continua a postare video, mail riservate scambiate con il capo di segreteria di Sangiuliano, Narda Frisoni, con il consigliere diplomatico, Clemente Contestabile, aveva accesso il 15 agosto al ministero? Una foto, ancora una foto, di Boccia, testimonia che la non consigliera partecipava alla riunione di staff. Gli scatti vengono smentiti dal ministero, si parla di fotomontaggi. Si sta scivolando lentamente in una storia che compromette l’immagine del paese, nella settimana della Mostra del Cinema di Venezia. Sono ormai ore in cui non si fa che ripetere, in maggioranza, che “Sangiuliano è nelle mani di Fazzolari” e  girano già i nomi dei possibili sostituti: Alessandro Giuli, in panama a Venezia, Giordano Bruno Guerri, Giampaolo Rossi, il sottosegretario Mazzi. L’uomo di Fazzolari al ministero è Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica, ma anche lui non ha avvisato con tempestività Palazzo Chigi. Boccia non ha solo ricevuto la mail del direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, direttore che ambiva a dirigere il Parco del Colosseo di Roma (il suo silenzio in questa storia è indecoroso; può stare al suo posto?) la mail con i percorsi dei ministri (sono da sempre documenti embargati, chi può garantire che non vengono condivisi con folli, squinternati?) ma il 24 luglio ha anche ascoltato conversazioni con il prefetto di Torre Annunziata (c’è un’interrogazione consiliare a Pompei) sempre presente al comune, comune che grazie alla volubilità di Sangiuliano, grazie al ponte di Boccia, ha ottenuto il gala del G7. Pompei, prima di questo caso era per tutti la naturale candidata capitale della Cultura del 2027. Per ben disporre il governo, il ministro, la giunta, di tutta fretta, il 19 luglio, si riunisce e stabilisce con determina (pratica Set1-180-2024) l’acquisto di una chiave d’oro massiccio (la chiave della città) per omaggiare Sangiuliano. E’ un’iniziativa del sindaco Lo Sapio con sponda di Boccia, sindaco che a sua volta, il 5 luglio, viene premiato a Roma da Confassociazioni, presente  Sangiuliano, come “sindaco dell’anno 2024”.  Si lodano e si premiano a vicenda, sempre grazie a Boccia che organizza, aperitivi, cerimonie. Il 23 luglio, la consegna della chiave a Sangiuliano avviene in una Pompei deserta al punto che per riempire la sala consiliare si devono convocare i dipendenti del comune. L’assessore alla Cultura diserta perché non era stato informato. Una chiave che costa quasi 15  mila euro viene consegnata a un ministro del governo Meloni. Ma non era la premier a dire che con lei era “finita la stagione dei soldi gettati dalla finestra”? Può un suo ministro accettare questo dono straordinario? La giunta di Pompei destina risorse anche per l’aperitivo, gli allestimenti (oltre 2.500 euro). Da mesi, mezze figure si avvicinano a Sangiuliano, cercano di mungere la mammella Cultura, la mammella del ministero, figure da cui il ministro si fa impaniare in ogni città. Perché Sangiuliano non ha nominato Boccia consigliera? Meloni, sempre Dal Debbio dichiara: “Il ministro mi dice che effettivamente aveva valutato la possibilità di affidare la collaborazione, ma ha deciso di non darla per chiarire alcune questioni”. Al ministero, a metà agosto, si comincia a parlare di foto, di paparazzi che seguono Boccia e Sangiuliano. Boccia possiede del resto un album. Dopo Ferragosto, Sangiuliano fa marcia indietro, ma la storia del cv carente non regge. Boccia non è una collaboratrice, ma potrebbe essere una compagna, ma se fosse una compagna, un ministro non nomina la compagna consulente ai grandi eventi. La vera miseria è un’altra. E’ la speranza del governo, la speranza che un magistrato si alzi e apra un fascicolo, in modo da dire: “Adesso lo dobbiamo difendere, prendiamo tempo, aspettiamo i magistrati”. Un governo deve tenere il telefono in mano, controllare il profilo di Boccia, che sta portando avanti un gioco di indovinelli. Il paradosso è che Boccia ha dimostrato davvero di saper comunicare. Sta comunicando tutta la vulnerabilità del governo. Meloni dice a “me interessa che non sia stato speso un soldo”, ma un ministero della Cultura che perde la faccia perde pure soldi. Meloni, a che titolo?

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio