il colloquio
Sgarbi: "Il caso Boccia? Sangiuliano dovrà spiegare. È il suo contrappasso”
Le dimissioni? "Questo lo deciderà il ministro. Non faccio il colpevolista, a differenza di altri. Quella che poteva sembrare una semplice questione di gossip ha assunto tinte inquietanti. Sangiuliano chiarisca il perché della mancata nomina"
“E’ il contrappasso di Gennaro Sangiuliano”, dice al Foglio Vittorio Sgarbi. E aggiunge: “Qualcosa non torna”. Professore, ci sta forse dicendo che il ministro deve dimettersi? “Questo lo deciderà lui. Non faccio il colpevolista, a differenza di altri. Le dimissioni sono sempre un fatto personale, magari arriveranno dopo un’eventuale mozione di sfiducia. E’ chiaro però che Sangiuliano dovrà spiegare quello che è successo”.
Tra polemiche e retromarce, il caso è ormai noto. L’onorevole Sgarbi – critico, storico dell’arte ma anche attuale sindaco di Arpino – parla della nomina, mai ratificata, di Maria Rosaria Boccia come consigliera del ministero della Cultura per i grandi eventi. L’influencer Boccia, anche questo è noto, si occupa di moda e pare essere anche amica del ministro. Già da qualche settimana, come testimoniano chat e foto, era a lavoro per il Mic. Alle prese con vari dossier, tra questi pure l’organizzazione del G7 a Pompei, con tanto di accesso a documenti e informazioni sensibili. Fino a quando qualcuno al ministero (un funzionario, lo stesso ministro? Chissà) ha deciso che la sua nomina doveva essere bloccata.
Sgarbi, che idea si è fatto? “Tutta la questione doveva essere gestita sin dall’inizio in un altro modo”. Come? “Anziché smentire e fermarsi, dovevano procedere con l’incarico. Ma forse sotto c’era qualcos’altro. Così, alla fine, quella che poteva sembrare una semplice questione di gossip ha assunto tinte inquietanti. E io me ne dispiaccio pure”, aggiunge il critico d’arte ricordando gli attriti con Sangiuliano di qualche mese fa. Non è che ce l’ha con il ministro? “Non c’è rancore”, assicura.
L’eccentrico critico d’arte tuttavia non può fare a meno di sottolineare “le grandi contraddizioni” di una vicenda che illumina le frizioni interne al ministero. E in cui qualcuno – forse più di uno – non sta dicendo tutta la verità. “Io mi sono dimesso da sottosegretario alla Cultura dopo essere stato vittima di lettere anonime, che il ministro ha ritenuto di girare all’Antitrust senza nemmeno parlarne prima con me. Quando la deontologia vorrebbe ben altro, e cioè che una lettera anonima venga soltanto cestinata”. E oggi invece cosa succede? “Tutto quello che è emerso dimostra che le relazioni, i rapporti e gli incontri tra il ministro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia ci sono stati. Credo – continua Sgarbi – che la signora faccia bene a difendersi e a difendere la sua dignità”.
Sono altri insomma a dover dire come sono andate le cose. “Sicuramente. Guardi, dare un incarico a un’amica o un amico a cui si riconoscono determinate qualità, vere o presunte, non è certo una novità per la politica. Non è nemmeno uno scandalo. E’ sempre successo e non ci sono mai stati problemi. I giornali hanno parlato di questioni personali o familiari del ministro Sangiuliano. Io questo non posso saperlo, né posso sapere cosa sia accaduto davvero nei corridoi del ministero. Ma certamente qualcosa non ha funzionato, questa volta è intervenuto qualcosa di misterioso”. Viene da sé, quindi, che Sgarbi non creda alle ricostruzioni fornite da via del Collegio romano e nemmeno alla storia delle competenze che mancherebbero a Boccia. “Macché, per fare la consigliera del ministro non serve chissà quale titolo o merito. Lo può fare anche un fattorino. Per questo non trovo molto credibile che sia stato un funzionario a stoppare la nomina, anche dopo aver analizzato severamente il curriculum della signora Boccia. E’ il ministro che decide sui suoi consiglieri, o almeno dovrebbe”. Sta tutto qui alla fine il cortocircuito, l’ennesimo, in cui è finito il ministro Sangiuliano.
Intanto le opposizioni affilano le armi, chiedendo informative urgenti e audizioni in commissione Cultura. Sangiuliano dovrebbe riferire in Parlamento? “I modi e le forme le valuterà il ministro, questo è relativo. Ma – conclude Sgarbi – penso sia necessario fare luce. Anzi, considerate le circostanze sarà inevitabile”.