L'intervista

“Calma con Renzi. L'alternativa è Pd, M5s e Avs”. Parla Scotto

Gianluca De Rosa

"Non è un veto sull'ex premier ma se si guarda ai temi... Italia viva è l'unico partito d'opposizione che non ha sostenuto il salario minimo", dice il deputato Pd 

“Conte e Renzi si battibeccano intorno al Pd, anche perché sanno che il Pd è il perno della coalizione che va costruita per offrire al paese un’alternativa alla Meloni, l’interlocutore principale per farlo per noi pero è e resta il M5s”. Arturo Scotto, deputato del Pd ed ex coordinatore di Articolo uno, è tra coloro che il ritorno di Matteo Renzi nel centrosinistra non lo guardano proprio con il massimo entusiasmo. Italia viva e i centristi, non li volete nel campo largo? “E’ evidente che c’è un’affinità maggiore con i 5 stelle perché stiamo facendo battaglie comuni volute con forza dalla segreteria Elly Schlein. Nelle ultime ore inoltre sono avvenuti dei fatti politici: la coalizione in Liguria si sta costruendo a partire da un accordo che vede Pd, Avs e M5s uniti intorno a una candidatura di sinistra autorevole, quella di Andrea Orlando”. E Renzi, lo escludete? “A Renzi si chiede di sciogliere i nodi di ambiguità che continua a tenere: non può correre con noi e governare con Bucci a Genova”. Ma ha detto che Iv è pronta a uscire dalla giunta Bucci e anche a rinunciare al simbolo, candidando alle prossime regionali pochi uomini in una lista civica. “Eh, ma lo ha fatto? Se c’è un fatto politico si ragiona, ma così siamo agli annunci, non ci possiamo farci portare a spasso da lui”.

 

Schlein che dice che l’alternativa si costruisce “senza mettere veti”, non è contraddittoria tutta questa ostilità verso l’ex premier e segretario del Pd? “Guardi – replica Scotto – io le polemiche con Renzi le ho già fatte e non voglio farne di nuove, ma la contraddizione mi sembra più la sua che quella del Pd: Italia viva è è l’unico partito di opposizione che non ha firmato la proposta per il salario minimo, la battaglia fino a oggi più riconoscibile fatta da noi con M5s, Avs e anche Azione”. No salario minimo, no campo largo? “Non è questo, dico però partiamo dai contenuti: salario minimo, sanità, battaglia per il lavoro di qualità, sui questi temi Renzi che pensa? Boh, questo è il nodo. Il Pd è andato bene alle europee, recuperando mezzo milione di voti e l’elettorato giovanile, perché più di tutti ha parlato di salario minimo, precariato, ricucitura nei  rapporti tra l’Italia metropolitana e quella delle aree interne. Renzi l’ha capito?”. La sua sembra una domanda retorica che presuppone un no come risposta. Ha quindi ragione Conte: “Fare rientrare Renzi nel campo largo è un harakiri”? “No, nessun veto a prescindere, e però il perimetro dell’alleanza lo devono costruire i temi e i soggetti che si vogliono rappresentare”, risponde il deputato Pd. “E' del tutto evidente che con i 5 stelle in questo anno e mezzo ci siamo confrontati con costanza, sugli argomenti, ancor prima che tra  gruppi dirigenti. Il reddito di cittadinanza era una loro bandiera, nel Pd c’è stato un dibattito duro, ma oggi nessuno mette in discussione che sia una misura giusta e indispensabile, basta guardare alla contrazione dei redditi reali fotografata da Eurostat,  dovuta all’inflazione, certo, ma anche al fatto che si comincia a sentire il taglio del Reddito di cittadinanza. Renzi raccoglieva le firme per cancellarlo o ricordo male?”.

 

Insomma lei sconsiglia a Schlein di allargare il campo prima di aver saggiato bene le idee del vostro ex segretario. “Noi – dice Scotto – stiamo costruendo le condizioni per un’alternativa, ma lo dobbiamo fare con grande rigore sull’agenda dei temi. Per capire perché è importante questo rigore basta vedere quello che sta succedendo in Francia. Su cosa si è inceppato il conferimento dell’incarico di Macron al Fronte popolare? Sull’aumento del salario minimo a 1.600 euro mensili. E d’altronde Macron e il macronismo cosa sono? Chi in Italia ha scimmiottato quel tipo di impostazione?”.