Genny a che faccia

Sangiuliano leaks. "Non sono ricattabile", ma il governo teme chat e audio di Meloni "carpite" da Boccia

Carmelo Caruso

Si presenta al Tg1, piange, ammette la relazione con Boccia, ma dice pure che voleva farla consigliera. Mostra ricevute, ma non può garantire che lei possieda solo le sue chat affettive, ma anche i messaggi tra ministro e premier

Roma. Con che faccia? Sangiuliano parla, Sangiuliano piange, Sangiuliano, con che faccia? Al Tg1 dice: “Non sono ricattabile”; “con Boccia c’era un rapporto sentimentale, ma io non intendevo lasciare mia moglie”; “Sono disponibile a dimettermi, ma la presidente mi ha detto di andare avanti”. Cosa possiede Boccia? Sangiuliano: “Possono uscire le chat relative alla nostra relazione affettiva”. Le domande c’erano tutte ma ora ne manca una: Boccia possiede chat di governo, scambi tra Meloni e Sangiuliano tra Sangiuliano e altri ministri? Ha dei leaks? Meloni, con che faccia, può restare un ministro che la perde? Meloni, con che faccia Sangiuliano può garantire che Boccia non possieda le sue conversazioni?

Sangiuliano continua a ferire, barare, offendere i colleghi di governo. Rilascia pure interviste da spaccone con la lacrima. Alla Stampa dà dei mozziconi e provoca un incendio. Per difendere il suo operato trascina nel fango l’ex compagna di Salvini, Elisa Isoardi, l’attuale, Francesca Verdini, perché, dice Sangiuliano, riguardo all’auto di servizio, l’auto a cui aveva accesso Boccia, “cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini?”. Dopo poche ore è costretto a inginocchiarsi a Salvini. La sceneggiata è alle 20. Meloni invita Sangiuliano a rilasciare un’intervista al direttore del Tg1, Chiocci, che fa il suo mestiere. Appena si diffonde la notizia dell’intervista al Tg1, Boccia si premura a postare l’emoticon dei popcorn e lo avvisa: “Non vorrei smentire un bugiardo recidivo”. Da sette giorni una privata cittadina sfida lo stato, come Guy Fawkes, di V per Vendetta, o Julian Assange, fa crescere i suoi follower, di mille all’ora. Chiocci  chiede a Sangiuliano da quanto tempo  conosce Boccia e lui ripete che la conosce da maggio. In pratica le dà nuovamente dell’impostora ma non la denuncia, perché non può fermarla. La voce femminile, che avrebbe strappato il contratto di Boccia,  dice il ministro “con che faccia?”, sarebbe stata “carpita e  potrebbe essere di mia moglie”. Se la voce è  “carpita” – attenzione, la parola è “carpita” – potrebbe significare  che quell’audio è  preso, sottratto dal telefono di Sangiuliano. La spacconeria è perfino un’altra. Per Sangiuliano non ci sarebbe  nulla di male nel nominare una donna con cui  aveva “una relazione affettiva” (non riesce neppure a dire “sentimentale”, glielo deve tirare fuori Chiocci) tanto da dichiarare “io ho continuato a portare avanti l’ipotesi della nomina, ma mi hanno fatto notare che poteva configurare un possibile conflitto d’interessi”. Evidentemente voleva sdoganare la bigamia dato che è Sangiuliano stesso a dire che a motivare la reazione stizzita di Boccia è il rifiuto: “Io non intendevo lasciare mia moglie”. Ripete, ancora, che i documenti sul G7, che ha Boccia, sono programmi, “non sono classificati”. E’ così intrepido, malgrado la lacrima, da non accorgersi che, parlando, è lui a introdurre l’ignoto. Sangiuliano non esclude che Boccia abbia registrazioni audio dato che “io non registro nessuno”. Boccia ha  già dimostrato averne e di volerli diffondere. Sangiuliano garantisce che non “è ricattabile perché lui non ha speso denaro pubblico”. Ma non si è forse ricattabili se qualcuno possiede  audio, messaggi privati che la premier ha scambiato con un suo ministro? Il governo è nel panico. Delle chat affettive non importa nulla, ma dei possibili messaggi di altri ministri o della premier, importa eccome. Non sono forse documenti ancora più classificati di quelli classificati? Non averli saputi custodire va bene per un adolescente ma non per un ministro della Repubblica. Si può escludere che Boccia abbia indicazioni di nomina da parte della presidente del Consiglio, ad esempio per Ales, la società di arte e servizi della Cultura, dove è stato nominato Fabio Tagliaferri, ex consigliere di FdI di Frosinone? Si lasci perdere che il ministero è ormai una maceria, svillaneggiato, si lasci perdere che ogni giorno, anche ieri, entra Alessandro Giuli, il quasi ministro in panama, che prende le misure, e che ora i ministeriali implorano: “Vieni, salvaci da questo incubo”. Degli scontrini che Sangiuliano esibisce non si ha che farsene, “ho pagato io”. Premesso che fare pagare i piccoli sindaci, come dice di aver lasciato fare a Riva Ligure, è da piccini, ma aggiungere anche che “i sindaci che mi vogliono devono pagare le spese perché io non posso. Ho un budget” è solo da spericolati. Ma chi si crede? Un divo? Dica non vengo e basta, ma non aggiunga altro. Meloni già da due giorni ha le dimissioni di Sangiuliano nel cassetto. Le tiene ferme. La premier ha detto al direttivo di FdI: “Che stiamo facendo la storia e non ci possiamo permettere errori”. Meloni, si faccia un giro sui social, per strada. La storia la sta facendo una donna sconosciuta che comincia a piacere agli italiani, una donna che ha già sbugiardato un ministro. Che gli abbia teso una trappola,  come vuole fare intendere Sangiuliano, non sporca Boccia, ma rende ancora più inadeguato lui. Le donne italiane iniziano a scrivere: “iostoconBoccia”. Ha già vinto Boccia. Mentre si chiude questo pezzo Boccia opera ancora come fosse Assange (“su questo terreno non sono ricattabile… continuiamo a dire bugie”). Meloni, con che faccia, e a che titolo, lascia umiliare mogli, compagne, donne come lei? Meloni, con che faccia difende un ministro che l’ha persa?

Carmelo Caruso

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio