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La Situa

Il caso Sangiuliano e gli intrecci pericolosi di governo

Claudio Cerasa

Ora Giorgia Meloni ha tre gatte da pelare: chi mettere al posto di Fitto? chi mettere al posto di Daniela Santanché qualora una eventuale richiesta di rinvio a giudizio dovesse spingerla alle dimissioni? Che fare con i due sottosegretari vacanti?

Intrecci pericolosi di governo. Il caso Sangiuliano ha movimentato buona parte del dibattito politico degli ultimi giorni. La storia ormai la sapete. Un ministro piuttosto importante ha dato ampio accesso ai dossier del ministero, compreso un dossier centrale come quello del G7 Cultura, a una persona che non aveva alcun titolo per poter gestire, osservare e studiare quei dossier.

  


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Il gossip attorno a questa vicenda è grande, così grande che venerdì ha portato alle dimissioni irrevocabili del ministro della Cultura, e il gossip continuerà a essere alimentato dalla signora in questione, anche se il gossip in questa storia c'entrava fino a un certo punto, e quello che in fondo ha portato il presidente del Consiglio a spingere Sangiuliano alle dimissioni riguarda altro e riguardava una domanda: è accettabile che un ministro della Repubblica possa mettere i segreti del suo ministero nelle mani di una persona esterna al ministero, al punto tale da rendere quel ministro ricattabile? È quello che si è chiesto in queste ore Giorgia Meloni, che dopo le dimissioni di Sangiuliano, subito sostituito da Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, ha tre gatte da pelare: chi mettere al posto di Raffale Fitto al ministero della Coesione, chi mettere al posto di Daniela Santanché qualora una eventuale richiesta di rinvio a giudizio dovesse spingerla alle dimissioni, che fare con i due sottosegretari vacanti, a seguito delle dimissioni di Montaruli e Sgarbi, ancora da rinominare. A.A.A. Cercasi disperatamente una classe dirigente all'altezza della seconda potenza manifatturiera d’Europa.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.