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Europa

“L'agenda Ue è quella di Draghi. Se Fitto ci starà, il Pd sarà con lui”. Intervista a Pina Picierno

Pietro Guastamacchia

La vicepresidente del Parlamento europeo sosterrà nell'Emiciclo Raffaele Fitto nel nome dell'interesse nazionale, se seguirà le linee dell'ex premier

Sul voto a Fitto, “il Pd seguirà la stella polare dell’interesse nazionale”, ma il ministro venga a Bruxelles a “dimostrare di aver fatto propria la lezione di Mario Draghi”. Mentre il Pd discute sulla posizione da prendere riguardo al sostegno per il candidato italiano al ruolo di Commissario Ue, la vicepresidente dell’Eurocamera, Pina Picierno, parlando al Foglio, sottolinea che “l’obiettivo del Pd è sempre stato l’interesse del paese, cosa che il Pd non dimentica mai e non dimenticherà nemmeno in questa occasione”.

L’appello di Picierno alla responsabilità, tuttavia, non è un assegno in bianco al ministro di Maglie. “Si valuterà senza pregiudizi, in base a ciò che Fitto dirà, in base al portafoglio, alle deleghe e alle competenze che gli verranno affidate”, spiega Picierno, “ma soprattutto lo valuteremo su quello che pensa riguardo a quanto esposto ieri da Draghi e su come intende utilizzare le ambiziosissime linee guida lanciate dall’ex presidente della Bce”. Gli eurodeputati dem, e non solo, chiedono dunque una presa di posizione netta da parte di Fitto sul rapporto Draghi, soprattutto perché “una posizione unitaria il governo non è riuscito a darla”, spiega Picierno. “Dalla maggioranza stanno emergendo posizioni molto diverse: penso alla Lega e alle sue critiche a Draghi, ma anche a Fratelli d’Italia, che in passato ha più volte espresso opinioni contrarie a quelle contenute nel rapporto, su argomenti chiave come riforme e integrazione”.

Una richiesta che Raffaele Fitto non deve sottovalutare, perché “è proprio sulla sua reazione al percorso di riforme tracciato da Draghi che Fitto si gioca, a mio parere, la sua partita davanti all’intero Emiciclo”, spiega la vicepresidente dell’Eurocamera. Se Fitto dovesse dare garanzie certe di europeismo, però, l’invito di Picierno al suo partito è quello di evitare di spararsi sui piedi: “Ricordiamoci che Fitto votò a favore di Gentiloni, discostandosi anche da parte del suo gruppo, l’Ecr, di cui allora era copresidente. Esiste quindi una questione di interesse nazionale, e non ci si può girare intorno”, aggiunge la vicepresidente dell’Eurocamera, commentando le polemiche di questi giorni. Un invito ribadito proprio ieri anche dall’attuale Commissario Paolo Gentiloni, che, mentre si prepara a passare il testimone al ministro meloniano, ha ricordato da Napoli che “c’è una regola nella Commissione Ue che credo valga per tutti, e cioè che chi diventa Commissario si spoglia delle sue vesti di partito e rappresenta l’insieme delle istituzioni e della realtà italiana”.

“I commissari, d’altronde, vengono scelti dal governo, è parte dei trattati, sono le regole del gioco”, spiega Picierno facendo appello al realismo. “Certo, da Raffaele Fitto ci separano tante cose: siamo esponenti di due famiglie politiche diverse, lui del governo e io dell’opposizione, e abbiamo due visioni del mondo e della politica molto diverse. Ma dobbiamo riconoscere che lui è una delle migliori espressioni possibili che questo governo poteva mettere in campo”, aggiunge la vicepresidente dell’Eurocamera. Fitto o non Fitto, in ogni caso, in Europa bisogna fare i conti con la realtà: “Avremo una Commissione europea che sarà fortemente orientata a destra, perché a destra sono orientati i governi degli Stati europei”, continua Picierno, “e ci sarà bisogno di tutto l’europeismo della presidente von der Leyen, che è una convinta europeista, per mantenere la barra dritta su un’idea di Europa di cui abbiamo bisogno in questo momento”.

Un ruolo chiave nella prossima governance europea infatti lo avrà anche il Parlamento Ue, insiste Picierno: “La presidente ha avuto una maggioranza importante a Strasburgo; ricordiamo anche il supporto non scontato dei Verdi, che ha aiutato ad allargare la sua maggioranza e ha dato peso a sensibilità vicine a quelle dei socialisti e degli ambientalisti. E’ dunque chiaro che il ruolo del Parlamento sarà fondamentale per sostenere lo sforzo riformatore della prossima Commissione”. E se la leadership europea spetta ancora a von der Leyen, la rotta ieri l’ha indicata l’ex presidente della Bce: “Il rapporto Draghi traccia in maniera chiara ed esauriente quelle che sono le sfide che abbiamo di fronte, che l’Europa ha di fronte, per fare quei passi necessari verso una completa integrazione. Draghi spiega chiaramente che l’Europa deve agire, altrimenti rischia di fallire”. Questa è la sfida che von der Leyen intende raccogliere, ma se sia la sfida che vogliono raccogliere anche il governo Meloni e il suo commissario non è ancora chiaro. Per saperlo, c’è solo un modo, spiega Picierno: “Non possiamo fare altro che chiederlo a lui, ed è proprio quello che faremo”.

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