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il colloquio

Foti (FdI): “La linea Draghi è la nostra. Stop ubriacature ideologiche in Ue”

Luca Roberto

Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "L'ex premier ha fatto sue molte delle nostre battaglie in Europa degli ultimi anni. Se sosterremo questi interventi? L'importante è che la Commissione ne tragga benefici e sappia declinare con delle proposte concrete. Non c'è più spazio per il mito della decrescita felice"

“L’orizzonte culturale che è stato delineato da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea ricalca molto più la nostra posizione in Europa negli ultimi cinque anni che non quella di altri”. Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti al Foglio dice di aver molto apprezzato il documento presentato ieri a Bruxelles dall’ex presidente del Consiglio. E lo considera come “l’auspicio di una stagione di concretezza e pragmatismo per rilanciare la competitività delle imprese europee dopo l’ubriacatura ideologica di questi anni, dove il mito non era quello della crescita oculata ma della decrescita felice”. Nel suo lavoro diffuso ieri alla stampa, protrattosi per oltre un anno, Draghi si concentra soprattutto sulla decarbonizzazione. Il che, nelle raccomandazioni dell’ex capo della Banca centrale europea, non si può completare a detrimento proprio della competitività delle imprese europee. Per questo, un architrave di tutto il suo documento è la “neutralità tecnologica”. Anche a partire dall’uso dell’energia nucleare. Un concetto che ha già fatto storcere il naso a qualche associazione ambientalista. Il tutto a fronte di una richiesta di investimenti mai visti prima.

 

Sono almeno due gli elementi del rapporto su cui occorre riflettere e conseguentemente agire”, dice al Foglio il capogruppo Foti. “L’unico modo per diventare più produttiva per  l’Europa è cambiare radicalmente. I custodi dell’ancient regime credo che abbiano avuto una risposta eloquente. Le proposte di Draghi rappresentano una svolta importante ed epocale. La seconda considerazione è che di illusioni l’Europa non può vivere. Ecco perché è necessario affrontare con pragmatismo il tema dell’energia e della denatalità, mentre si delinea un quadro che suggerisce politiche diverse anche nel campo del welfare”. Secondo il presidente dei deputati meloniani, “il realismo è la strada maestra da seguire se non si vuole cadere nell’approccio della Città del sole, che si addice alla filosofia ma non all’attività produttiva. A mio avviso l’Europa deve occuparsi meno del diametro dei piselli e più di grandi scenari e grandi riforme. Quando Draghi sostiene che per ridurre le sue vulnerabilità l’Ue debba sviluppare una politica economica estera insistendo sul tema delle risorse critiche, rende evidente il bisogno di agire con lungimiranza e oculatezza”.

Eppure se il rapporto sembra piacere più ai Conservatori che, per esempio ai Verdi, che fanno parte della maggioranza Ursula, vorrà dire che Ecr potrebbe sostenere l’attività della commissione per rispondere alle proposte di Draghi? “Possiamo senz’altro dire che una parte delle tesi di Draghi hanno ricalcato le nostre tesi. Se le sosterremo? Di certo dobbiamo capire come verranno declinate da un punto di vista pratico. Ci auguriamo però che la prossima Commissione possa trarne un utile giovamento”, risponde Foti. “Il problema non è ammainare bandiere ideologiche, ma capire se vogliamo davvero un’Europa che torna a crescere o che invece si chiude su se stessa, diventando una specie di giardinetto per una popolazione sempre più anziana”.

 

Un altro dei temi toccati da Draghi nel suo rapporto è anche la necessità di sviluppare una Difesa europea sempre più integrata per poter svolgere al meglio il suo lavoro. “Sulla Difesa l’Europa deve saper mantenere la sua posizione storica: stare dalla parte dell’Occidente. E’ una premessa di ordine strategico, culturale e geopolitico”, analizza ancora il capogruppo di FdI. “Come realizzare questo obiettivo? Come difenderlo? Dobbiamo riflettere su un fatto: abbiamo bisogno di una maggior cooperazione sia sulla ricerca che nella realizzazione di un sistema di difesa europeo. E’ una delle condizioni per mantenere quel clima di non belligeranza che tutti vorrebbero auspicare. Ma che purtroppo non può essere raggiunto solo con la politica dei buoni sentimenti”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.