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Tra opposizione e governo

Il Pd avvisa Conte: “Nessun accordo con la maggioranza sulle nomine Rai. Prima la riforma”

Ruggiero Montenegro

"La nostra posizione è chiarissima: prima la riforma della governance, poi tutto il resto", dice Graziano, capogruppo dem in vigilanza Rai dopo l'apertura di Conte al governo sulla presidenza della tv pubblica. Carotenuto (M5s): "Pronti a discutere su un nome di altissimo profilo"

Il Pd lo ribadisce: “La nostra posizione sulla Rai è chiarissima. Prima la riforma della governance, poi tutto il resto”. L'apertura di Conte alla maggioranza? “Noi siamo fermi al documento del 6 agosto, sottoscritto da tutte le opposizioni. Per noi da allora non è cambiato nulla”, dice al Foglio Stefano Graziano. Poche battute, ma nette. Il deputato del Partito democratico vuole scansare le polemiche. “Non commento le scelte e le dichiarazioni del Movimento 5 stelle, dovete chiedere a loro”. Ma le sue parole suonano come un messaggio agli alleati. A Giuseppe Conte che domenica, dalla festa del Fatto quotidiano, ha allungato un braccio ai partiti di governo, incagliati da settimane sulla nomina del prossimo presidente della tv pubblica (e non solo), nonostante vertici e confronti, l'ultimo proprio ieri. “Portino un candidato autorevole e ne possiamo parlare”, ha detto l'ex premier. Con un tempismo che a qualcuno è parso un po' sospetto. Mentre Conte parlava, infatti, non erano ancora sopite le polemiche e le accuse al governo per l'uso privatistico della Rai dopo il caso Sangiuliano. “Tele Meloni? Non è che prima se c'era Tele-Pd era meglio”, ha aggiunto in un altro passaggio il leader grillino.

Per dare il via libera alla nomina del successore di Marinella Soldi occorrono i due terzi della commissione Vigilanza Rai, composta da 41 membri. Al netto di qualche diffidenza (della Lega per esempio), il nome più gettonato resta quello di Simona Agnes, proposto da Forza Italia. La maggioranza da sola non ha i numeri e per eleggere il proprio candidato e avrebbe bisogno di almeno 4 voti extra. Uno di questi dovrebbe arrivare dal rappresentante delle autonomie, da Svp. Prima della pausa estiva, tra le forze di governo si ragionava inoltre sul sostegno di Azione e ancor di più si puntava su quello di Italia viva, che più volte in passato ha sostenuto i provvedimenti del governo e con cui l'accordo sulla Rai era dato per fatto. Arrivato settembre, però, lo scenario politico è decisamente cambiato. Soprattutto dopo la virata a sinistra di Matteo Renzi. E in questo quadro si colloca anche l'intesa citata dal dem Graziano e firmata da tutte le opposizioni, per “una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act, prima di procedere alle nomine”. In modo da evitare “una ennesima lottizzazione”, come si leggeva nella nota.

 

A destare qualche sospetto al Nazareno sulle mosse del M5s, oltre all'uscita di Conte ci sono anche alcuni precedenti in Vigilanza Rai: in passato, è successo in più di una occasione, i grillini hanno giocato di sponda con la maggioranza. Era successo per esempio lo scorso ottobre sul contratto di servizio. Di lì a qualche mese il Movimento avrebbe incassato la nomina di Roberto Gueli a condirettore del Tgr. Mentre nel maggio 2023, un po' a sorpresa, il M5s portava a casa un ricco bottino sulla tv pubblica, strappando ruoli di rilievo per Luisella Costamagna, Simona Sala, Giuseppe Carboni, Adriano De Maio e Claudia Mazzola, considerati vicini alla causa dei pentastellati. Una serie di circostanze che hanno spinto Italia viva ad andare all'attacco: “Vediamo che Conte manda messaggi alla maggioranza sulla Rai. Non sarebbe la prima volta in questa legislatura. Ancora una volta Conte soffre e s'offre alla Meloni", hanno detto ieri in una nota Maria Elena Boschi e Dafne Musolini.

“E perché dovremmo?”, risponde per le rime Dario Carotenuto, capogruppo 5 stelle in Vigilanza Rai. “Che senso avrebbe? Maggiore spazio sulla tv pubblica?”. Qualche sospetto potrebbe effettivamente venire. “Ma non è assolutamente così”, ci ripete il deputo pentastellato. Che spiega: “La riforma sarebbe la cosa migliore, ma non accadrà in tempi brevi. Noi stiamo lavorando per dare alla Rai il miglior presidente possibile. E per farlo, come ha detto Conte, siamo pronti a votare anche con la maggioranza. Ma solo se presenteranno un nome di altissimo profilo”. Simona Agnes lo sarebbe? “Direi di no”. Chi allora? “Non facciamo nomi, non vogliamo bruciare nessuno. Deve essere un nome all'altezza di Marinella Soldi, che abbiamo sostenuto nonostante fosse renziana e che oggi è nel board della Bbc”. Il deputato comunque assicura di non aver avuto contatti con gli esponenti di Fratelli d'Italia. “Ma non escludo – conclude – che li abbia avuti Conte con cui a breve ci confronteremo per stabilire come muoverci”.

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