Il racconto

Il diritto alla felicità di Schlein trova casa all'Esquilino, dove il Pd supera il 30 per cento

Simone Canettieri

A Piazza Vittorio, nel cuore del ceto medio riflessivo di Roma, la presentazione del primo libro della segretaria. Il plauso di Follini, l'attivismo di Melandri, Gualtieri in prima fila. Elly apre a Fitto commissario in Ue

Insegue il diritto alla felicità e qui, almeno qui – tra le stelle della pasticceria Regoli e i gin tonic del bar Gatsby – l’ha trovato. Elly Schlein all’Esquilino. Tra compagne e compagni, altro che “casa per casa, strada per strada”. Ma a piazza Vittorio, Roma, rione melting pot dove “superiamo  in scioltezza il 30 per cento a tutte le elezioni”, dice il segretario dell’omonimo circolo del Pd, Luca Cipolli, trent’anni di speranze. Che festa per Elly Schlein nel parco riqualificato (da Virginia Raggi) dentro l’arena che d’estate ospita “Notti di cinema”. Dopo la leader che sogna Palazzo Chigi, sarà proiettato “Cattiverie a domicilio”, film commedia-mistero o semplice metafora, forse, del campo largo XXL a trazione Elly. 

Prima però è il giorno, anzi la sera, del debutto del suo primo libro scritto con la giornalista Susanna Turco. Si chiama “L’imprevista” (Feltrinelli) e fa entrare di diritto la leader nel catalogo dei segretari scrittori, iniziato dall’iperprolifico Walter Veltroni fino a Enrico Letta, passando per Pierluigi Bersani e Dario Franceschini (che come Walter è anche romanziere) per non parlare di Matteo Renzi. Si sta tutti qui per l’imprevista, titolo azzeccato per ricicciare la celebre formula della notte delle primarie. Quella del “non ci hanno visti arrivare”, che però ha senso al singolare ed è stata addirittura usata anche da Giorgia Meloni. 

La segretaria sta qui tra i palazzi umbertini (citofoni: Piccolo, Piperno, La Gioia, Sorrentino, ora ai Parioli ma che qui ha lasciato lo studio, Franceschini-Di Biase, Fratelli d’Innocenzo,  direttori e grandi firme, molta Rai) in un liquido amniotico di egemonia culturale de sinistra.  Una sorta di grande reality degli ascoltatori di Prima pagina su Radio3. “Care compagne e compagni”, dice Schlein. Accoglienza da star. Qui non si scherza.  Nonostante la presenza sotterranea di Colle Oppio, a due passi, e la “variante chef di CasaPound” che in zona occupa indisturbato da oltre dieci anni un palazzo e intanto fa ristorazione e caffè. E poi visto che anche Fratelli d’Italia d’estate si è inventata da un po’ un’iniziativa nel parco bisogna ribadire che qui, sempre qui, almeno qui, fra gin tonic e stelle alla crema, non passeranno. 

Il sindaco Roberto Gualtieri? Presente. Livia Turco? Eccola. Parlamentari pd anche riformisti che sperano di essere ricandidati? Immancabili. L’ala schleiniana in prima fila. Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria, stringe mani e dà appuntamenti.  Marco Follini si abbassa gli occhialini: “Il meno peggio di questi tempi è virtuoso”. Giovanna Melandri, già regina del Maxxi e ora tornata alla carica si sfoga con due amiche: “Sai che c’è? Con questi al governo mi rimetto in gioco. Visto che sono nata in America, ora mi butto sulle elezioni Usa e vado in tv, a ottobre mi sa che vado a fare campagna per Kamala, come feci per Obama”. Poi passa Gualtieri, Melandri: “Robe’, ti vengo a trovare”. Schlein parla. Sente di aver il vento dalla sua parte. Dice che sulla Rai non ci sarà alcun accordo, attacca Google, parla di sanità e dl sicurezza, non chiude sul sì del Pd a Fitto commissario Ue e poi la frase manifesto: “Volevo fare la regista, adesso sto qui per aprire e comporre differenze”. Camera con vista su Palazzo Chigi. Intanto stasera il diritto alla felicità passa da qui. Dal mondo esquilino. “Scusi, vuole un altro gin tonic?”.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.