Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

Il retroscena

Il Viminale: "No alle manifestazioni palestinesi il 7 ottobre: inneggiano ad Hamas"

Simone Canettieri

Due iniziative nel mirino a Roma e a Milano. La decisione di Piantedosi dopo la riunione del Comitato per la sicurezza pubblica al ministero dell'Interno. La scelta condivisa con Palazzo Chigi

Il Viminale vieterà – per la prima volta – le manifestazioni in programma nella capitale a ridosso del  7 ottobre. A un anno dall’eccidio di Hamas in Israele, il ministero dell’Interno è intenzionato a non lasciare nulla al caso. Motivi di ordine pubblico, e non solo. Troppi i campanelli che stanno suonando dalle parti del ministro dell’Interno Matteo Piantendosi. Chi si occupa di monitorare i movimenti in rete delle varie associazioni pro Pal  ha notato l’attivismo dell’organizzazione “Giovani palestinesi”. Accompagnato da card e manifesti che non possono essere equivocati: “Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione. Dopo un anno il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del ‘Diluvio di Al Aqsa’ è chiaro a tutto il mondo”, si legge nel comunicato finito sul tavolo di Piantedosi. Di questo argomento – l’allarme e le relative contromisure – si è discusso ieri mattina durante una riunione riservata del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica (Cnosp) presieduta dal ministro. Presenti tutte le forze di polizia, i principali prefetti italiani e soprattutto gli uomini della nostra intelligence. Una riunione simile, ma su scala provinciale, è in programma questa mattina in prefettura a Roma. E sarà sempre il titolare del Viminale a condurla. Le vie della capitale sono state scelte dai “Giovani palestinesi”. In subordine è prevista anche un’altra manifestazione. Ma a Milano. Per entrambe medesimo verdetto.
 

Se i presupposti saranno questi, cioè osannare l’azione di Hamas e incitare all’odio contro Israele, la scelta di Piantedosi sarà obbligata. Le indicazioni dei nostri 007 fanno propendere la scelta verso questa direzione: manifestazioni annullate. Sarebbe la prima volta di questo governo. L’unico precedente simile, ma non uguale, è dello scorso 27 gennaio, Giorno della memoria. Quando il Viminale decise di rinviare due cortei pro Palestina in programma a Roma e a Milano di qualche giorno. Per evitare una  concomitanza in una ricorrenza così importante che avrebbe potuto portare a problemi di ordine pubblico come scontri con la polizia. All’epoca fu bollata dal governo “come una decisione di buon senso”.
 

Non circolano numeri esatti dei possibili partecipanti a queste manifestazioni. Tuttavia a un anno dal 7 ottobre e dopo la reazione del governo israeliano nella Striscia di Gaza che dura ormai da dodici mesi, le prime cifre sono di tutto rispetto: “Intorno alle diecimila persone”, filtra dal Viminale. Nei giorni scorsi, appena l’allarme si è affacciato, in Parlamento c’è chi ha sollevato il problema. Chiedendo a Piantedosi tolleranza zero. Dopo aver presieduto il Cnosp, il ministro è andato a Palazzo Chigi per una serie di riunioni. Quella più importante, politica, è stata con la premier Meloni e i colleghi Tajani (Esteri)  e Crosetto (Difesa). Nella sessione ministeriale si è parlato del Dl sicurezza, in un’altra precedente a cui hanno partecipato i vertici dei Servizi e delle forze dell’ordine, di scenari e di sicurezza. 
 

L’appuntamento, almeno come spiegano fonti del governo, fa parte della routine. Di sicuro vietare due manifestazioni con un conflitto in medio oriente ancora in corso, e lontano da una soluzione di tregua o di pace, è un argomento su cui anche Meloni è chiamata a esporsi. O almeno a dare il via libera in maniera informale, alla luce delle informazioni in possesso dell’intelligence italiana. Il Viminale dopo la riunione di ieri mattina è intenzionato ad andare dritto: linea dura per evitare sbavature o spiacevoli incidenti o inconvenienti. Per chi si occupa di sicurezza e gestione della piazza questa è davvero l’ultima ipotesi da prendere in considerazione. 
 

Finora tutte le manifestazioni pro Palestina sono state sempre autorizzate per cercare anche di capire chi voleva propagandare tra la folla messaggi di odio e di violenza. Un’occasione, dunque. Questa volta però non sarà così. Sull’agenda del Viminale c’è sicuramente un’iniziativa che balla a Roma per il 5 ottobre, un sabato, giorno di più facile adesione. E un’altra che potrebbe esserci a Milano lo stesso giorno o al massimo il 7. Quando sarà passato un anno esatto dalla violenza dei terroristi palestinesi che è costata la vita a più di 1200 civili e militari israeliani.

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.