Foto Ansa

Gli stupidi col complotto in canna

L'unica macchinazione contro il governo è l'autocomplotto del cretinismo di destra

Salvatore Merlo

Dal caso Sangiuliano a quello dello sparatore Pozzolo passando per Giambruno, Natoli e il treno di Lollobrigida: non servono i complotti, perché i membri del governo sono bravissimi a sabotarsi da soli

Il prossimo che per giustificarsi le prospetta un’ipotesi di complotto, Giorgia Meloni lo dovrebbe prendere a calci nel sedere. Perché l’unico complotto ben visibile a chiunque è quello degli uomini e delle donne che a destra combinano guai intorno alla presidente del Consiglio. E sono gli unici che davvero complottano contro il governo di cui fanno parte. Autocomplottano. Senza inventarsi una bella cospirazione, è vero, non si costruisce nessuna leadership in Italia. È un fenomeno immanente. Ma qui, a destra, oggi, c’è la novità del complotto come scudo stellare alla superficialità, all’inadeguatezza e talvolta – troppo spesso – alla pura imbecillità.
 

Maria Rosaria Boccia chi la manda, l’opposizione! O forse invece Boccia è una signora che in quel Parlamento dal quale adesso è stata espulsa a vita veniva invitata soltanto da leghisti e fratelli d’Italia per animare quegli “intergruppi” che altro non sono che la versione parlamentare e ricottara del Rotary Club? Insomma alla Camera dei deputati, Maria Rosaria Boccia ce l’ha portata Matteo Renzi o l’onorevole Gimmi Cangiano di FdI? Nell’auto del ministro della Cultura ce la spingeva Elly Schlein o Gennaro Sangiuliano? E l’avvocatessa Rosanna Natoli, consigliera in quota destra ieri sospesa dal Csm, è il bersaglio di una macchinazione dei membri togati del Csm (come sostiene lei) o piuttosto è la vittima di se stessa: delle sue frequentazioni, del suo italiano incespicante e in definitiva della superficialità con la quale un’avvocatuccia di Paternò è stata elevata al ruolo di membro laico del Csm? Poiché da sempre il complotto è il più banale rifugio del cretino, nonché il più cretino dei rifugi, Meloni anziché assecondare, dovrebbe trattare parlamentari, membri del csm, sottosegretari, ministri e persino giornalisti che usano la difesa minchioneggiante del complotto, come fossero l’insalata di Chernobyl:  una cosa da decontaminare come il latte e le carote, da isolare, mettere in quarantena, depositare in barili stagni in fondo al mare. Abbiamo passato luglio e agosto  a parlare di un presunto complotto della magistratura per mettere in crisi il governo attraverso Arianna Meloni. Mentre la realtà, i fatti, gli inciampi, i colpi di stupidità che sono proprio come i colpi di tosse, ovvero ne generano altri per mimesi simpatia o contagio,  rivelano un’antropologia forse minoritaria nella destra ma dannosissima. Con questo materiale umano a che servono i complotti? Fanno tutto da soli.
 

Adesso si torna a parlare di una cospirazione dei fratelli Berlusconi contro il governo perché Maria Rosaria Boccia doveva essere (e forse sarà) ospite della trasmissione meno vista e  più bislacca della storia della televisione italiana, quella di Bianca Berlinguer, ovvero un programma che se lo vedessero all’Onu riterrebbero plausibile l’inserimento dell’Italia nell’elenco dei paesi sottosviluppati. L’unico complotto, qua, è quello di Pier Silvio nei confronti di Mediaset. A ottobre dell’anno scorso, invece,  il “complotto” dei Berlusconi contro il governo sarebbe consistito nelle scene diffuse da “Striscia la notizia” che ritraevano Andrea Giambruno che toccandosi il pacco nelle pause di una diretta televisiva straparlava di sesso e scopate. Anche lì, il complotto era di Antonio Ricci contro la destra o forse invece era dello sgomitante Giambruno contro se stesso e contro la sua compagna diventata presidente del Consiglio?
 

Persino il famoso episodio del treno fermato per fare scendere Francesco Lollobrigida è stato maneggiato a destra con il “dizionario del complotto” in mano. Poi però s’è scoperto che di quella faccenda ne parlavano loro, i membri dello staff del ministro, ridendo, così tanto che l’avevano raccontata a tutti finché qualcuno non l’ha scritta su un giornale. Un altro autocomplotto. Senza citare quello di Emanuele Pozzolo, lo sparatore di Capodanno, il deputato a cui partì un colpo di pistola durante il cenone, quello che intervistato dal Foglio disse: “Stanno accadendo cose strane, si cerca di uccidere me per salvare altri”.  Una macchinazione, dunque. U’altra. Ecco. Tutte queste acrobazie verbali, e qui ne abbiamo citate solo alcune, nascondono e rivelano il disagio reale che sta dietro i finti complotti denunciati, raccontati, favoleggiati: l’inadeguatezza. Sono tutte patacche-rifugio. Ma alla fine resta soltanto il gesto scomposto, la parola fuori luogo, l’azione che nuoce a sé e agli altri. Insomma l’imbecillità. Mai sottovalutare il potenziale nocivo delle persone stupide, hanno sempre il  complotto in canna.

Di più su questi argomenti:
  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.