Il ministro Giancarlo Giorgetti (foto Ansa)

La Situa

Manovra, che fare? Il coraggio che deve dimostrare il governo

Claudio Cerasa

L'urgenza di trovare nella prossima manovra di bilancio quelle risorse per la costruzione del futuro dell'Italia. Perché serve prestare attenzione a demografia e immigrazione

È possibile, ma bisogna dirlo sottovoce, che nella prossima manovra di bilancio il governo trovi qualche soldo in più da spendere, per arricchire la sua offerta. Quando arriva una manovra, si sa, gli appetiti aumentano, le marchette fioccano, le corporazioni si impongono e quando i soldi sono pochi è difficile utilizzarli per indicare una direzione netta, per fare una scelta di campo, per provare a mostrare i muscoli e il coraggio su un tema invece che su un altro.

 


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Dunque, la domanda è lecita: dovesse esserci qualche soldino in più ricavato da un extragettito fiscale, dovesse esserci un qualche soldino in più ricavato da un'azione di revisione della spesa, il governo avrebbe o no il coraggio di destinare quei soldi non alle marchette del presente ma alla costruzione del futuro?

Il ministro Giancarlo Giorgetti, rullo di tamburi, un'idea ce l'ha: utilizzare sei miliardi di euro, non bruscolini, per dare più soldi alle famiglie che fanno figli. Come? Alleggerendo il carico fiscale. In che modo? Aumentando le detrazioni a chi fa figli. Motivo? Leggere i dati Istat, ancora una volta. Primo: nell’ipotesi più sfavorevole, la popolazione italiana sarà 52,7 milioni nel 2050 e 39,3 milioni nel 2080. Significa un terzo in meno rispetto agli attuali 59 milioni. Secondo: dal 2023 al 2080, l’Italia perderà circa 13 milioni di abitanti (-22 per cento): tra un quarto e un quinto della popolazione. Ovvio: parlare di demografia parlando solo di natalità non funziona, è sbagliato, è una scappatoia. Ma se nella prossima legge di bilancio il governo dovesse inserire nuove norme per aumentare il numero di migranti da far arrivare in Italia (decreto flussi) e più soldi alle famiglie che fanno figli (detrazioni) si potrebbe dire che tra le marchette e il futuro la scelta per una volta sarebbe più sulla seconda opzione che la prima. Coraggio.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.