L'intervista
“Ucraina? Tra Starmer e Meloni il Pd sta con la premier”, ammette Alfieri
Il deputato dem riconosce che sull'uso delle armi europee sul territorio russo in Italia non c'è maggioranza e opposizione: "Io ho una posizione diversa, ma la linea ufficiale del partito è in linea con quella del governo". E giovedì al Parlamento europeo arriva una risoluzione che potrebbe mettere in difficoltà i dem
“L’utilizzo delle armi europee da parte di Kyiv in territorio russo? Ho un opinione personale più simile a quella del premier inglese Starmer, ma quella di sintesi del Pd ci vede in linea con la posizione del governo italiano”. Alessandro Alfieri, deputato Pd, ammette di essere in minoranza nel partito. Tra il premier laburista inglese e Giorgia Meloni, il Pd sta con quest’ultima. Ieri Starmer è stato ospite della presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. Tra i punti centrali anche il sostegno all’Ucraina. Meloni ha confermato la posizione dell’Italia: sì al supporto militare a Kyiv, no all’utilizzo di armi italiane in Russia. E anche se lei lo ha fatto ricordando come l’Italia si occupi di fornire soprattutto sistemi di difesa anti-aerei (le famose batterie Samp-T), se Starmer era a palazzo Chigi è forse anche perché pochi mesi fa, era aprile, l’ex ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, diceva invece che con Francia e Regno Unito, il nostro paese è uno di quelli che ha fornito all’Ucraina gli Storm Shadow, missili a lunga gittata a Kyiv (la lista degli armamenti forniti è secretata). Il no di Meloni a Starmer può contare comunque sul sostegno del Pd che giovedì dovrà affrontare la questione al Parlamento europeo dove socialisti, popolari e liberali presenteranno una risoluzione per dare il via libera dell’utilizzo di armi europee sul suolo russo. Di certo Marco Tarquinio e Cecilia Strada, i pacifisti indipendenti nelle liste di Elly Schlein, voteranno contro, ma gli altri eurodeputati dem? La posizione italiana non è ipocrita: vi diamo le armi ma non usatele per colpire in Russia, anche se questo serve a difendervi? “La mia posizione personale sarebbe più pragmatica”, ripete Alfieri. “Conoscendo la situazione sul terreno è evidente che per poter difendersi gli ucraini hanno bisogno anche di poter utilizzare le armi per disinnescare i punti di partenza degli aerei russi. Dal punto di vista tecnico non ci sono dubbi, capisco però che c’è una questione politica: se si autorizza l’Ucraina a colpire in territorio russo con armi nostre c’è il rischio di un’escalation della guerra?”.
Durante l’incontro Meloni e Starmer hanno parlato anche di immigrazione. Il premier inglese – dicono da palazzo Chigi – è interessato al “modello Albania. Lui, ma anche un altro importante leader socialista europeo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, sull’immigrazione stanno tenendo una linea dura. E il Pd che fa? “Starmer come primo atto ha fatto saltare l’iniziativa di Sunak in Ruanda. Vuole però mettere al cento il tema dell’immigrazione, e lo stesso sta facendo Scholz. Avere a cuore l’argomento non significa avere le posizioni della destra, ma sapere che anche la sinistra deve tenere la questione tra i punti centrali della sua agenda, perché ignorandolo si perde consenso nelle fasce più fragili della popolazione. Comunque gli faremo notare che l’accordo con Tirana non è sostenibile, ancor prima che per ragioni morali, da una punto di vista finanziario”. Anche il Pd ha avuto un ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ha rotto un tabù parlando di gestione dell’immigrazione da sinistra, e però ora il partito quella stagione l’ha rinnegata, perché? “Il limite è che si lavorava per interrompere i flussi illegali, inseguendo la destra, invece oggi l’agenda riformista deve guardare al superamento dei decreti flussi per garantire canali di accesso regolari, solo così si affronta il tema”.