Il caso
Fratelli d'Emiliano a sua insaputa
Non solo appalti dalla regione. Il Pd paga l’affitto alla società della famiglia del presidente della Puglia
In Puglia non si muove foglia che Emiliano non voglia. Non solo governa il Pd, tutto il centrosinistra, la regione, agenzie, ospedali, festival, e sagre, ma anche, per sua stessa ammissione, tutte le amministrazioni comunali del tacco, da santa Maria di Leuca a Margherita di Savoia (unica eccezione Adriana Poli Bortone a Lecce). Senza guardare i colori: “Noi siamo la coalizione dei pugliesi”. Tutto decide lui e tutti riferiscono a lui. Però dobbiamo credere che il governatore delle Puglie non sapesse che proprio nei suoi uffici è stato affidato un appalto, anzi due, ai suoi fratelli, Simonetta e Alessandro. Il 28 agosto, mentre tutti erano in ferie, il Consiglio regionale decide di arredare la sala d’attesa della biblioteca del palazzo, vuota da quattro anni. Spacchetta l’appalto: uno per tavolini e poltrone da 41 mila euro e uno per gli scaffali da 36 mila euro, rimanendo sotto soglia e potendo così procedere ad affidamento diretto. Vengono invitate tre aziende, ma due non partecipano.
L’unica a presentare l’offerta, con un ribasso dell’1 per cento, è la Emiliano srl dei fratelli Emiliano, cioè cioè fratelli del governatore. Che però non ne sa niente. Del resto con tutti i processi per corruzione, e finanziamento illecito che hanno colpito i fedelissimi da lui nominati ai vertici della regione, Emiliano non è mai stato indagato proprio perché non ne sapeva niente. Ovviamente non poteva sapere della parentela la funzionaria, che è calabrese. Tra migliaia di aziende ha scelto la Emiliano srl, non leggendo sul sito aziendale che è stata fondata da Giovanni Emiliano, papà di Michele. E neppure i colleghi dei vari uffici coinvolti sapevano niente. A questo punto viene anche da dubitare che i fratelli Simonetta e Alessandro Emiliano sapessero che il fratello è presidente della regione. Ma se la scelta è amministrativa e non politica, chi ha bloccato il secondo appalto già assegnato alla Emiliano srl, ma solo dopo si è scoperto del primo?
Dal campo largo nessuno commenta. Bonelli non può andare in procura a presentare un esposto perché è occupato a urlare “vergogna” contro la corte di appello di Taranto che ha dichiarato nullo il primo grado del processo Ilva. Decaro con i suoi post da influencer ci fa sapere che anche a Bruxelles sta mangiando le cozze come un Salvini alla barese, ma non si dissocia dal suo padrino. Tacciono persino i renziani new entry nel campo largo, che due mesi fa avevano votato la sfiducia a Emiliano e oggi vogliono entrare in maggioranza.
Come diceva in un celebre film Checco Zalone: “Non è corruzione, non è concussione: è educazione!”. Proprio ieri i due governatori sceriffi, Emiliano e De Luca, insieme sul palco della festa dell’Unità di Cerignola, hanno proposto di scrivere insieme il programma del Pd per Elly Schlein. Al primo punto del programma ci sarà: sostituire i mobili del Nazareno. Del resto anche il Pd regionale in Puglia paga l’affitto della sede alla Emiliano srl, dei Fratelli d’Emiliano.